Rivenuta antica tomba nell'area della Cattedrale
La sepoltura è riaffiorata nel corso di alcuni lavori al seminario vescovile
mercoledì 15 maggio 2019
17.57
Eccezionale scoperta archeologica nel cuore dei Sassi. Nel corso dei lavori di messa in sicurezza di alcuni locali del seminario vescovile annessi alla Cattedrale Maria SS. della Bruna gli operai hanno rinvenuto una sepoltura scavata nel banco tufaceo della Civita.
Si tratta di una tomba del IV secolo a.C., dotata all'interno di un corredo che è stato ritrovato integro e composto da una serie di vasi da simposio di probabile fattura apula.
La soprintendenza Archeologia delle Belle Arti e del Paesaggio della Basilicata ha predisposto la direzione scientifica dello scavo della tomba e dell'indagine archeologica della zona, operazioni nelle quali sarà affiancata da due archeologi specializzati nominati dall'Arcidiocesi di Matera-Irsina.
Una scoperta eccezionale- sottolineano dalla soprintendenza- che "aggiunge un nuovo fondamentale tassello alle conoscenze della storia del popolamento antico di questo settore urbano, per il quale sono già note scoperte avvenute nel secolo scorso riconducibili a uno stesso orizzonte cronologico".
Un ritrovamento che aggiunge prestigio al già immenso patrimonio archeologico e culturale della città dei Sassi, che -come dichiarano dalla arcidiocesi- "non finisce di stupire con la sua storia" .
Si tratta di una tomba del IV secolo a.C., dotata all'interno di un corredo che è stato ritrovato integro e composto da una serie di vasi da simposio di probabile fattura apula.
La soprintendenza Archeologia delle Belle Arti e del Paesaggio della Basilicata ha predisposto la direzione scientifica dello scavo della tomba e dell'indagine archeologica della zona, operazioni nelle quali sarà affiancata da due archeologi specializzati nominati dall'Arcidiocesi di Matera-Irsina.
Una scoperta eccezionale- sottolineano dalla soprintendenza- che "aggiunge un nuovo fondamentale tassello alle conoscenze della storia del popolamento antico di questo settore urbano, per il quale sono già note scoperte avvenute nel secolo scorso riconducibili a uno stesso orizzonte cronologico".
Un ritrovamento che aggiunge prestigio al già immenso patrimonio archeologico e culturale della città dei Sassi, che -come dichiarano dalla arcidiocesi- "non finisce di stupire con la sua storia" .