Rischio ‘blocco Atenei del Sud’
La denuncia del Rettore dell’Unibas al Forum della Svimez
giovedì 20 febbraio 2014
08.10
Forte l'intervento di Mauro Fiorentino, Rettore dell'Università della Basilicata, al Forum delle Università del Mezzogiorno.
"Bisogna cambiare subito la rotta perché l'attuazione della legge 240 del 2010, se perpetrata, porterà al blocco degli Atenei del Sud e a una nuova e massiccia migrazione di 'cervelli' verso il Nord, con il rischio di uno spostamento di migliaia di studenti, di 300 docenti e di cento milioni di euro ogni anno dal sistema universitario meridionale a quello settentrionale". Questo è uno dei passaggi dell'intervento che Fiorentino ha tenuto ieri, 19 Febbraio, a Roma in occasione del primo Forum delle Università del Mezzogiorno.
Il Forum è stato organizzato dalla Svimez, Associazione per lo sviluppo dell'industria nel Mezzogiorno, al fine di illustrare gli obiettivi e i contenuti di un protocollo d'intesa con gli Atenei del Sud.
Fiorentino, dunque, accusa il governo di non aver dato, fino ad ora, la giusta attenzione ai problemi del Meridione, nonostante sia stato fatto presente più volte al ministro dell'istruzione Maria Chiara Carrozza.
Il rischio è quello di dar vita ad una nuova tipologia di forzata migrazione meridionale. Dopo quella delle braccia e dei cervelli, potrebbe verificarsi la migrazione del 'tocco', dal nome del caratteristico cappello che indossano i laureati. La causa è il sempre maggior divario tra Nord e Sud causato dall'attuazione della legge 240/2010 in diversi modi, dalle modalità di turn-over di docenti e ricercatori ad un devastante taglio dei trasferimenti.
In particolar modo, la quota premiale sarà la parte principale del Fondo di finanziamento ordinario (Ffo) ma, in base ai criteri attuali, difficilmente potrà andare al Sud. Delle 53 università che dovrebbero avvantaggiarsene, 21 sono nel Mezzogiorno (vi studiano circa 500 mila studenti, il 33% del totale) e, se nulla cambia nei criteri di ripartizione, c'è il rischio che 100 milioni ogni anni passeranno dal Sud al Nord.
A rischio chiusura sono, naturalmente, le università più piccole come quella della Basilicata. Nella realtà di Matera, in particolare, Fiorentino ha ribadito qualche giorno fa, in occasione del Cda dell'Università della Basilicata, l'importanza di un polo universitario che valorizzi il patrimonio artistico e culturale della città ai fini della crescita e dello sviluppo economico del territorio. Il Rettore ha ricordato, quindi, il massimo impegno che l'università sta mettendo nella crescita della sede materana portando ad esempio il Dipartimento delle Culture europee e del Mediterraneo (Dicem) e la Scuola di specializzazione in Beni archeologici.
Un blocco degli Atenei del Mezzogiorno causerebbe dunque una grave perdita per il nostro territorio e la nostra economia. Servono dei correttivi ai decreti attuativi, valutando gli Atenei non per i meriti passati che favoriscono il Nord, ma sui risultati che ogni struttura raggiunge.
"Bisogna cambiare subito la rotta perché l'attuazione della legge 240 del 2010, se perpetrata, porterà al blocco degli Atenei del Sud e a una nuova e massiccia migrazione di 'cervelli' verso il Nord, con il rischio di uno spostamento di migliaia di studenti, di 300 docenti e di cento milioni di euro ogni anno dal sistema universitario meridionale a quello settentrionale". Questo è uno dei passaggi dell'intervento che Fiorentino ha tenuto ieri, 19 Febbraio, a Roma in occasione del primo Forum delle Università del Mezzogiorno.
Il Forum è stato organizzato dalla Svimez, Associazione per lo sviluppo dell'industria nel Mezzogiorno, al fine di illustrare gli obiettivi e i contenuti di un protocollo d'intesa con gli Atenei del Sud.
Fiorentino, dunque, accusa il governo di non aver dato, fino ad ora, la giusta attenzione ai problemi del Meridione, nonostante sia stato fatto presente più volte al ministro dell'istruzione Maria Chiara Carrozza.
Il rischio è quello di dar vita ad una nuova tipologia di forzata migrazione meridionale. Dopo quella delle braccia e dei cervelli, potrebbe verificarsi la migrazione del 'tocco', dal nome del caratteristico cappello che indossano i laureati. La causa è il sempre maggior divario tra Nord e Sud causato dall'attuazione della legge 240/2010 in diversi modi, dalle modalità di turn-over di docenti e ricercatori ad un devastante taglio dei trasferimenti.
In particolar modo, la quota premiale sarà la parte principale del Fondo di finanziamento ordinario (Ffo) ma, in base ai criteri attuali, difficilmente potrà andare al Sud. Delle 53 università che dovrebbero avvantaggiarsene, 21 sono nel Mezzogiorno (vi studiano circa 500 mila studenti, il 33% del totale) e, se nulla cambia nei criteri di ripartizione, c'è il rischio che 100 milioni ogni anni passeranno dal Sud al Nord.
A rischio chiusura sono, naturalmente, le università più piccole come quella della Basilicata. Nella realtà di Matera, in particolare, Fiorentino ha ribadito qualche giorno fa, in occasione del Cda dell'Università della Basilicata, l'importanza di un polo universitario che valorizzi il patrimonio artistico e culturale della città ai fini della crescita e dello sviluppo economico del territorio. Il Rettore ha ricordato, quindi, il massimo impegno che l'università sta mettendo nella crescita della sede materana portando ad esempio il Dipartimento delle Culture europee e del Mediterraneo (Dicem) e la Scuola di specializzazione in Beni archeologici.
Un blocco degli Atenei del Mezzogiorno causerebbe dunque una grave perdita per il nostro territorio e la nostra economia. Servono dei correttivi ai decreti attuativi, valutando gli Atenei non per i meriti passati che favoriscono il Nord, ma sui risultati che ogni struttura raggiunge.