Rione Sassi: protagonista del futuro o semplice set cinematografico?
Idee e opinioni a confronto in occasione della presentazione del libro “Sedimenti”.
lunedì 16 febbraio 2015
16.56
Il rione Sassi tra passato, presente e futuro. Un passato di miseria e storie affascinanti, un presente da palcoscenico cinematografico, scatti fotografici e ricordi, e un futuro che ha diverse strade da imboccare. Il percorso è al bivio, adesso è arrivato il momento di scegliere per quale direzione proseguire. Da qui, la domanda provocatoria: "Quale ruolo per i Sassi di Matera? Soggetto protagonista o scenografia d'effetto?".
Al centro del tavolo un libro ambientato nella città dei Sassi, "Sedimenti" scritto da Francesco Sciannarella. Un'opera letteraria noir che contiene tre storie, suddivise in tre capitoli diversi: "Accalappiacani", "Piove" e "Avana Club". Racconti temerari, macabri e intriganti, ma che indirettamente portano al centro dell'attenzione la vita cittadina. Personaggi, luoghi, trame e scene riavvolti dal fil rouge dei delitti. "Nel libro – racconta Sciannarella - ho voluto dar sfoggio alla paura, all'inquietudine. Questo sentimento l'ho provato sin da bambino, quando mi sentivo ripetere: 'Attento quando scendi giù nei Sassi'". L'antico rione è solo citato nel libro per questioni di carattere "pratico", ma l'autore non elude l'argomento cardine: "Nei Sassi con il passare degli anni, iniziarono gli infiniti cantieri che li stanno lentamente riportando all'antico splendore, facendo di Matera una meta turistica internazionale, anche se moltissimo c'è ancora da fare e non solo nel tufo, ma anche e soprattutto in noi: il rispetto e il mantenimento di questo inestimabile patrimonio è solo e soltanto un nostro onere".
Il tema riguardo il rispetto e la valorizzazione del sito più antico del mondo, soprattutto in questo periodo di set cinematografici, assume dei contorni sempre più marcati e problematici. La scelta dei Sassi come sfondo dei film cinematografici, per il direttore artistico del Lucania Film Festival, Rocco Calandriello, "deve inorgoglirci", però "dobbiamo essere noi a dettare le regole alle case cinematografiche". Di fatti, con la nomina a Capitale europea della cultura ,"Matera, ora più che mai, deve imporre un modello ex novo: un codice eco-friendly con il quale le società di produzione devono seguire dei dettami ecosostenibili durante le riprese, come l'utilizzo di macchine elettriche o a idrogeno, il divieto del consumo di plastica, la predisposizione di steward ambientali".
Nel corso della serata sono state proiettate una serie di immagini che hanno testimoniato lo stato di degrado e precarietà dei Sassi provocato dai cittadini incivili, dai cantieri interminabili e dalla scarsa tutela amministrativa. Dunque, è fondato il timore di Gigi Esposito dell'Onyz Jazz Club: "Ho paura che i Sassi si 'spengano'. E se fosse così, sarà una città senza identità". Invece, il professore di Etnografia presso l'Università degli Studi della Basilicata, Francesco Marano, colloca la questione in termini culturali: "I Sassi sono un 'luogo vuoto': senza il contributo di chi conosce e ha memoria del luogo, si avverte il vuoto più totale". E attacca: "E' davvero uno scandalo che le istituzioni non si siano preoccupate, tramite delle iniziative, di recuperare le memoria che pian piano si sta affievolendo".
La paura di perdere la propria identità e di trasformare i Sassi in un vero e proprio palcoscenico è forte. Il risultato positivo da portare a casa, al termine del dibattito, è la ferma posizione di non perdere la bussola e di riportare alle regole chi le infrange. Riflessioni di buon senso che serviranno ad imboccare la strada giusta, anche se tortuosa, e a difendere l'ineccepibile patrimonio Unesco.
Al centro del tavolo un libro ambientato nella città dei Sassi, "Sedimenti" scritto da Francesco Sciannarella. Un'opera letteraria noir che contiene tre storie, suddivise in tre capitoli diversi: "Accalappiacani", "Piove" e "Avana Club". Racconti temerari, macabri e intriganti, ma che indirettamente portano al centro dell'attenzione la vita cittadina. Personaggi, luoghi, trame e scene riavvolti dal fil rouge dei delitti. "Nel libro – racconta Sciannarella - ho voluto dar sfoggio alla paura, all'inquietudine. Questo sentimento l'ho provato sin da bambino, quando mi sentivo ripetere: 'Attento quando scendi giù nei Sassi'". L'antico rione è solo citato nel libro per questioni di carattere "pratico", ma l'autore non elude l'argomento cardine: "Nei Sassi con il passare degli anni, iniziarono gli infiniti cantieri che li stanno lentamente riportando all'antico splendore, facendo di Matera una meta turistica internazionale, anche se moltissimo c'è ancora da fare e non solo nel tufo, ma anche e soprattutto in noi: il rispetto e il mantenimento di questo inestimabile patrimonio è solo e soltanto un nostro onere".
Il tema riguardo il rispetto e la valorizzazione del sito più antico del mondo, soprattutto in questo periodo di set cinematografici, assume dei contorni sempre più marcati e problematici. La scelta dei Sassi come sfondo dei film cinematografici, per il direttore artistico del Lucania Film Festival, Rocco Calandriello, "deve inorgoglirci", però "dobbiamo essere noi a dettare le regole alle case cinematografiche". Di fatti, con la nomina a Capitale europea della cultura ,"Matera, ora più che mai, deve imporre un modello ex novo: un codice eco-friendly con il quale le società di produzione devono seguire dei dettami ecosostenibili durante le riprese, come l'utilizzo di macchine elettriche o a idrogeno, il divieto del consumo di plastica, la predisposizione di steward ambientali".
Nel corso della serata sono state proiettate una serie di immagini che hanno testimoniato lo stato di degrado e precarietà dei Sassi provocato dai cittadini incivili, dai cantieri interminabili e dalla scarsa tutela amministrativa. Dunque, è fondato il timore di Gigi Esposito dell'Onyz Jazz Club: "Ho paura che i Sassi si 'spengano'. E se fosse così, sarà una città senza identità". Invece, il professore di Etnografia presso l'Università degli Studi della Basilicata, Francesco Marano, colloca la questione in termini culturali: "I Sassi sono un 'luogo vuoto': senza il contributo di chi conosce e ha memoria del luogo, si avverte il vuoto più totale". E attacca: "E' davvero uno scandalo che le istituzioni non si siano preoccupate, tramite delle iniziative, di recuperare le memoria che pian piano si sta affievolendo".
La paura di perdere la propria identità e di trasformare i Sassi in un vero e proprio palcoscenico è forte. Il risultato positivo da portare a casa, al termine del dibattito, è la ferma posizione di non perdere la bussola e di riportare alle regole chi le infrange. Riflessioni di buon senso che serviranno ad imboccare la strada giusta, anche se tortuosa, e a difendere l'ineccepibile patrimonio Unesco.