"Rimuovete quel cartellone, è lì da 25 anni"
Beffa di un parcheggio mai realizzato, la segnalazione di Stefano Lovecchio
mercoledì 14 gennaio 2015
11.20
"Questo matrimonio non s'ha da fare!", sentenzia Don Rodrigo nel celeberrimo romanzo di Alessandro Manzoni. Una storia d'amore, quella tra Renzo e Lucia, nata lungo le rive del lago di Como, dal lieto esito. Peccato lo stesso non possa dirsi di un altro matrimonio e un'altra promessa disattesa consumatasi nella città dei Sassi. Di cosa stiamo parlando? Di un cartellone posto in via Gramsci, nel luogo in cui avrebbe dovuto sorgere un parcheggio multipiano dal 1992.
Nonostante la struttura non sia mai stata realizzata, il programma dei lavori è ancora lì, con tanto di aggiudicazione d'appalto e corrispettivo. A segnalare la "beffa", oltre al danno, è il cittadino materano Stefano Lovecchio che scrive alla redazione di Materalife: "Mi sembra quantomeno sensato sia rimosso quel cartellone che a me sembra un solleticare irriverente verso ogni cittadino materano che pagando le tasse, di fronte a un tale cartellone, quantomeno avverte un disagio tra l'essere impotente e l'essere irriso da un'opera pubblica che non solo non è stata realizzata ma un cartellone che ne annuncia la realizzazione viene ancora lasciato lì, da 25 anni, come annuncio dell'irrealizzato".
"Al primo impatto mi è sembrato un albero arrugginito molto eccentrico - scrive Lovecchio descrivendo il cartellone visibile a tutti percorrendo via Gramsci, in pieno centro a Matera - niente rami, niente linfa, niente azzurro che gioca a nascondino tra le foglie, niente altalene, niente ombra, ma…molta ruggine e lettere. E numeri. E una promessa! Una cara promessa…sembra quasi una promessa di matrimonio, eh!?".
Sfortunati protagonisti di una unione mai avvenuta sono, secondo il critico quanto sarcastico cittadino, la terra, "sposa, ancora lì, in fedele attesa dal 1992", e un "parcheggio multipiano di cemento austero di 3.815.000.000 di lire" nelle vesti di uno sposo mai giunto all'altare.
"Ordunque - conclude la nota - lascio agli amministratori di questa città antica, ovvero i primi e unici custodi e testimoni, di come mai simili nozze non furono celebrate. Ma supplico per pietà, di sollevar dal tedio d'immane attesa quel suolo (e eccentrico albero dalla sua sede), quella terra che ancora oggi, illusa da tale eccentrico albero, si strugge inconsolata da chiunque. E ancor lo sposo attende".
"Perché oltretutto, credo, eppure ci ho sorriso, tale visione arreca uno stridore di stranezze in barba alle poesiole questue, o tasse, che noi astanti porgiamo al bel paese".
Nonostante la struttura non sia mai stata realizzata, il programma dei lavori è ancora lì, con tanto di aggiudicazione d'appalto e corrispettivo. A segnalare la "beffa", oltre al danno, è il cittadino materano Stefano Lovecchio che scrive alla redazione di Materalife: "Mi sembra quantomeno sensato sia rimosso quel cartellone che a me sembra un solleticare irriverente verso ogni cittadino materano che pagando le tasse, di fronte a un tale cartellone, quantomeno avverte un disagio tra l'essere impotente e l'essere irriso da un'opera pubblica che non solo non è stata realizzata ma un cartellone che ne annuncia la realizzazione viene ancora lasciato lì, da 25 anni, come annuncio dell'irrealizzato".
"Al primo impatto mi è sembrato un albero arrugginito molto eccentrico - scrive Lovecchio descrivendo il cartellone visibile a tutti percorrendo via Gramsci, in pieno centro a Matera - niente rami, niente linfa, niente azzurro che gioca a nascondino tra le foglie, niente altalene, niente ombra, ma…molta ruggine e lettere. E numeri. E una promessa! Una cara promessa…sembra quasi una promessa di matrimonio, eh!?".
Sfortunati protagonisti di una unione mai avvenuta sono, secondo il critico quanto sarcastico cittadino, la terra, "sposa, ancora lì, in fedele attesa dal 1992", e un "parcheggio multipiano di cemento austero di 3.815.000.000 di lire" nelle vesti di uno sposo mai giunto all'altare.
"Ordunque - conclude la nota - lascio agli amministratori di questa città antica, ovvero i primi e unici custodi e testimoni, di come mai simili nozze non furono celebrate. Ma supplico per pietà, di sollevar dal tedio d'immane attesa quel suolo (e eccentrico albero dalla sua sede), quella terra che ancora oggi, illusa da tale eccentrico albero, si strugge inconsolata da chiunque. E ancor lo sposo attende".
"Perché oltretutto, credo, eppure ci ho sorriso, tale visione arreca uno stridore di stranezze in barba alle poesiole questue, o tasse, che noi astanti porgiamo al bel paese".