Restaurate e restituite due opere d'arte che erano state trafugate
Sono pale d'altare del 1621-1622. Presentate al Museo di Palazzo Lanfranchi
mercoledì 21 novembre 2018
Al Palazzo Lanfranchi, presso la chiesa del Carmine, sono state presentate due pale d'altare risalenti al 1600 dopo il restauro e la restituzione alla collettività.
Il Polo museale della Basilicata, insieme alla Soprintendenza archeologia belle arti e paesaggio della Basilicata e in collaborazione con la Fondazione Matera-Basilicata 2019 e la Scuola di alta formazione in conservazione e restauro dell'Istituto centrale per la conservazione e il restauro, ha presentato il restauro delle due opere realizzate da Pietro Antonio Ferro, uno dei maggiori artisti lucani del Seicento, per la chiesa del convento francescano di Tolve tra 1621 e 1622.
Le due opere, raffiguranti la Madonna con il bambino e santi, vennero trafugate dalla chiesa di Tolve in una notte di settembre del 1996 insieme a nove piccole tele settecentesche che decoravano la balaustra della cantoria. Nel febbraio del 1998, tutte le opere vennero ritrovate in un bosco nei pressi del paese, in condizioni conservative pessime, piegate all'interno di uno scatolone di cartone, fradicio d'acqua e sporco di terra. Consegnate alla Soprintendenza, si scelse allora di non intentare alcun intervento conservativo, considerate le condizioni disastrose di tutte e specialmente dei due dipinti di Ferro, che furono tra l'altro tagliati, per estrarli più rapidamente dalle cornici.
Entrambe le opere sono state restaurate da un'Ati costituita da Consorzio C.B.Art di Roma e Ocra s.r.l. di Matera con la collaborazione dell'Istituto centrale per la conservazione e il restauro che ha contribuito con le preziose indagini diagnostiche. Una di esse è stata esposta da marzo a settembre scorsi alla grande mostra "Restituzioni" alla Venaria Reale (Torino).
In occasione delle festività natalizie il Polo museale della Basilicata intende organizzare un evento per presentare il successo degli interventi, una vera e propria restituzione che riconsegna alla comunità intera e al catalogo del pittore due dei suoi più importanti dipinti, permettendo di gettare nuova luce su un artista dotato e atipico, al quale dovrà essere dedicata presto una completa ricognizione.
Il Polo museale della Basilicata, insieme alla Soprintendenza archeologia belle arti e paesaggio della Basilicata e in collaborazione con la Fondazione Matera-Basilicata 2019 e la Scuola di alta formazione in conservazione e restauro dell'Istituto centrale per la conservazione e il restauro, ha presentato il restauro delle due opere realizzate da Pietro Antonio Ferro, uno dei maggiori artisti lucani del Seicento, per la chiesa del convento francescano di Tolve tra 1621 e 1622.
Le due opere, raffiguranti la Madonna con il bambino e santi, vennero trafugate dalla chiesa di Tolve in una notte di settembre del 1996 insieme a nove piccole tele settecentesche che decoravano la balaustra della cantoria. Nel febbraio del 1998, tutte le opere vennero ritrovate in un bosco nei pressi del paese, in condizioni conservative pessime, piegate all'interno di uno scatolone di cartone, fradicio d'acqua e sporco di terra. Consegnate alla Soprintendenza, si scelse allora di non intentare alcun intervento conservativo, considerate le condizioni disastrose di tutte e specialmente dei due dipinti di Ferro, che furono tra l'altro tagliati, per estrarli più rapidamente dalle cornici.
Entrambe le opere sono state restaurate da un'Ati costituita da Consorzio C.B.Art di Roma e Ocra s.r.l. di Matera con la collaborazione dell'Istituto centrale per la conservazione e il restauro che ha contribuito con le preziose indagini diagnostiche. Una di esse è stata esposta da marzo a settembre scorsi alla grande mostra "Restituzioni" alla Venaria Reale (Torino).
In occasione delle festività natalizie il Polo museale della Basilicata intende organizzare un evento per presentare il successo degli interventi, una vera e propria restituzione che riconsegna alla comunità intera e al catalogo del pittore due dei suoi più importanti dipinti, permettendo di gettare nuova luce su un artista dotato e atipico, al quale dovrà essere dedicata presto una completa ricognizione.