“Resistenze femminili” chiude il "Marzo Rosa"
Ultimi appuntamenti con il Consorzio Teatri Uniti di Basilicata
martedì 13 marzo 2018
16.35
Tre spettacoli che chiudono il percorso teatrale dedicato al "marzo rosa" a Matera e che il 13, 14 e 16 marzo daranno spazio al progetto di Marta Cuscunà sul tema delle Resistenze Femminili.
Il Consorzio Teatri Uniti di Basilicata, la Regione e il Mibact compiono così un itinerario ideale nel mondo femminile cominciato l'8 marzo con la proiezione del film "Vita agli arresti" di Marco Martinelli. "Abbiamo scelto la chiave di lettura di Marta Cuscunà – spiega Francesca Lisbona, direttore organizzativo del Consorzio Teatri Uniti di Basilicata – per offrire ancora una volta differenti declinazioni delle figure femminili".
Il progetto di Marta Cuscunà affonda le sue radici in un'inchiesta su "Femminismo, che roba è?" che la semiologa Giovanna Cosenza ha realizzato con il suo team di studenti. La domanda centrale posta dalla studiosa ai suoi studenti è: se è vero, come dimostrano i dati economici di Eurostat e World Economic Forum, che in Italia le donne sono subalterne agli uomini (lavorano meno, guadagnano meno e sono meno rappresentate) perchè non si ribellano come fecero le femministe?
Il team di "Studenti&Reportaer" ha chiesto ai ragazzi cosa pensano di questo movimento.
Da qui parte, dunque, il progetto di Marta Cuscunà che dà voce a tre vicende legate ala figura femminile, in contesti e periodi storici differenti.
Il primo spettacolo, in programma il 13 marzo alle 20,30 all'Auditorium "Gervasio", "E' bello vivere liberi" è ispirato alla biografia di Ondina Peteani, Prima Staffetta Partigiana d'Italia. Deportata ad Auschwitz N. 81 672. A soli 17 anni, si accende in lei un irrefrenabile bisogno di libertà. Partecipa alla lotta antifascista nella Venezia Giulia, dove la Resistenza inizia prima che nel resto d'Italia.
Il secondo spettacolo del progetto di Marta Cuscunà, il programma il 14 marzo alle 20,30 sempre all'Auditorium "Gervasio" si intitola "La semplicità ingannata" e affronta un fenomeno del tutto particolare: nel Cinquecento avere una figlia femmina era un problema piuttosto grosso: agli occhi del padre era una parte del patrimonio economico che andava in fumo al momento del matrimonio. L'unica soluzione alternativa per sistemare le figlie in sovrannumero rimaneva così la monacazione forzata.
L'ultimo spettacolo del progetto "Resistenze femminili" è in programma il 16 marzo sempre alle 20,30 e sempre all'Auditorium Gervasio. Il titolo è "Sorry,boys" e prende spunto da una storia vera avvenuta nel 2008 quando in una scuola superiore di Gloucester negli Stati Uniti, 18 ragazze under 16 decidono di farsi mettere incinta contemporaneamente per far crescere, grazie a un patto segreto fra loro, i figli in una specie di comune femminile.
In tutti gli spettacoli Marta Cuscunà affida al teatro di figura il suo lavoro, puntando su temi e sguardi che smantellino i pregiudizi e gli stereotipi che i giovani di oggi hanno rispetto al femminismo e alle femministe, attraverso le storie di donne che hanno lottato per riscattare la condizione femminile.
Il Consorzio Teatri Uniti di Basilicata, la Regione e il Mibact compiono così un itinerario ideale nel mondo femminile cominciato l'8 marzo con la proiezione del film "Vita agli arresti" di Marco Martinelli. "Abbiamo scelto la chiave di lettura di Marta Cuscunà – spiega Francesca Lisbona, direttore organizzativo del Consorzio Teatri Uniti di Basilicata – per offrire ancora una volta differenti declinazioni delle figure femminili".
Il progetto di Marta Cuscunà affonda le sue radici in un'inchiesta su "Femminismo, che roba è?" che la semiologa Giovanna Cosenza ha realizzato con il suo team di studenti. La domanda centrale posta dalla studiosa ai suoi studenti è: se è vero, come dimostrano i dati economici di Eurostat e World Economic Forum, che in Italia le donne sono subalterne agli uomini (lavorano meno, guadagnano meno e sono meno rappresentate) perchè non si ribellano come fecero le femministe?
Il team di "Studenti&Reportaer" ha chiesto ai ragazzi cosa pensano di questo movimento.
Da qui parte, dunque, il progetto di Marta Cuscunà che dà voce a tre vicende legate ala figura femminile, in contesti e periodi storici differenti.
Il primo spettacolo, in programma il 13 marzo alle 20,30 all'Auditorium "Gervasio", "E' bello vivere liberi" è ispirato alla biografia di Ondina Peteani, Prima Staffetta Partigiana d'Italia. Deportata ad Auschwitz N. 81 672. A soli 17 anni, si accende in lei un irrefrenabile bisogno di libertà. Partecipa alla lotta antifascista nella Venezia Giulia, dove la Resistenza inizia prima che nel resto d'Italia.
Il secondo spettacolo del progetto di Marta Cuscunà, il programma il 14 marzo alle 20,30 sempre all'Auditorium "Gervasio" si intitola "La semplicità ingannata" e affronta un fenomeno del tutto particolare: nel Cinquecento avere una figlia femmina era un problema piuttosto grosso: agli occhi del padre era una parte del patrimonio economico che andava in fumo al momento del matrimonio. L'unica soluzione alternativa per sistemare le figlie in sovrannumero rimaneva così la monacazione forzata.
L'ultimo spettacolo del progetto "Resistenze femminili" è in programma il 16 marzo sempre alle 20,30 e sempre all'Auditorium Gervasio. Il titolo è "Sorry,boys" e prende spunto da una storia vera avvenuta nel 2008 quando in una scuola superiore di Gloucester negli Stati Uniti, 18 ragazze under 16 decidono di farsi mettere incinta contemporaneamente per far crescere, grazie a un patto segreto fra loro, i figli in una specie di comune femminile.
In tutti gli spettacoli Marta Cuscunà affida al teatro di figura il suo lavoro, puntando su temi e sguardi che smantellino i pregiudizi e gli stereotipi che i giovani di oggi hanno rispetto al femminismo e alle femministe, attraverso le storie di donne che hanno lottato per riscattare la condizione femminile.