Regione, al via la programmazione dei fondi Ue per l’agricoltura
E’ il prossimo punto sull’agenda della giunta regionale
sabato 3 gennaio 2015
9.00
Dopo la sessione di bilancio, probabilmente alla fine della prossima settimana, il governo regionale, per iniziativa del presidente Marcello Pittella, affronterà il tema legato alla programmazione dei fondi europei per l'agricoltura.
A renderlo noto è il portavoce del presidente della Regione, Nino Grasso, che spiega il motivo per il quale non si riuscirà a metter da parte determinate risorse per l'agricoltura lucana: "E' certo ormai che non si riuscirà ad evitare il disimpegno di una parte di quelle risorse che nella scorsa legislatura non erano state spese nel corso degli anni e che, grazie ad alcuni accorgimenti di natura tecnico-contabile non più consentiti in questa fase finale dell'ultimo periodo di programmazione, erano stati accantonati sperando in una ripresa dell'economia italiana in generale e di quella lucana, in particolare".
Purtroppo la crisi, che imperversa da 6 anni a questa parte, ha bloccato l'economia europea ed italiana, includendo anche quella lucana. In Basilicata gli investimenti privati in agricoltura hanno frenato la loro corsa: "Basti dire – afferma Grasso - che solo nei mesi di novembre e dicembre 2014 sono state oltre 350 le imprese agricole lucane che non avendo portato a termine l'investimento assentito tre anni prima, e per il quale avevano ottenuto l'anticipazione del 50 per cento dei fondi europei loro assegnati (in molti casi anche oltre in virtù di pagamenti ricevuti a fronte di stati di avanzamento lavori), hanno chiesto (ed ottenuto) un ulteriore periodo di proroga".
Dunque, si è in una situazione di stagnazione con le imprese agricole locali che, non avendo risorse proprie da investire e non potendo ricorrere, in assenza di credito bancario, "non hanno potuto completare gli investimenti finanziati dai fondi strutturale che, come è noto, coprono solo la metà della spesa complessiva", e con la Regione che "pur avendo fatto ricorso al cosiddetto over booking, impegnando oltre il 109 per cento delle risorse assegnate in agricoltura dall'Unione Europea, si trova nella paradossale situazione di non poter rendicontare, in termini di spesa, investimenti che da tempo avrebbero già dovuto essere completati".
A renderlo noto è il portavoce del presidente della Regione, Nino Grasso, che spiega il motivo per il quale non si riuscirà a metter da parte determinate risorse per l'agricoltura lucana: "E' certo ormai che non si riuscirà ad evitare il disimpegno di una parte di quelle risorse che nella scorsa legislatura non erano state spese nel corso degli anni e che, grazie ad alcuni accorgimenti di natura tecnico-contabile non più consentiti in questa fase finale dell'ultimo periodo di programmazione, erano stati accantonati sperando in una ripresa dell'economia italiana in generale e di quella lucana, in particolare".
Purtroppo la crisi, che imperversa da 6 anni a questa parte, ha bloccato l'economia europea ed italiana, includendo anche quella lucana. In Basilicata gli investimenti privati in agricoltura hanno frenato la loro corsa: "Basti dire – afferma Grasso - che solo nei mesi di novembre e dicembre 2014 sono state oltre 350 le imprese agricole lucane che non avendo portato a termine l'investimento assentito tre anni prima, e per il quale avevano ottenuto l'anticipazione del 50 per cento dei fondi europei loro assegnati (in molti casi anche oltre in virtù di pagamenti ricevuti a fronte di stati di avanzamento lavori), hanno chiesto (ed ottenuto) un ulteriore periodo di proroga".
Dunque, si è in una situazione di stagnazione con le imprese agricole locali che, non avendo risorse proprie da investire e non potendo ricorrere, in assenza di credito bancario, "non hanno potuto completare gli investimenti finanziati dai fondi strutturale che, come è noto, coprono solo la metà della spesa complessiva", e con la Regione che "pur avendo fatto ricorso al cosiddetto over booking, impegnando oltre il 109 per cento delle risorse assegnate in agricoltura dall'Unione Europea, si trova nella paradossale situazione di non poter rendicontare, in termini di spesa, investimenti che da tempo avrebbero già dovuto essere completati".