Referendum 17 aprile, Anci Basilicata contro le trivelle
“Tutelare il mare e aprire dibattito sulle estrazioni in terraferma”
venerdì 11 marzo 2016
9.16
L'Anci Basilicata si schiera contro le trivellazioni in mare, oggetto del referendum abrogativo popolare del 17 aprile.
E' quanto appreso dal consiglio direttivo dell'associazione dei comuni lucani che ha espresso parere favorevole nel sostenere il referendum sulle trivelle in mare promosso da nove regioni italiane, di cui la Basilicata è capofila, così invitando i cittadini a votare 'si' alla consultazione del 17 aprile.
"La presenza dell'Anci nella campagna referendaria – affermano dall'Anci Basilicata - intende rappresentare la coesione politica e istituzionale dei sindaci che sono investiti quotidianamente dalle contraddizioni e dai problemi del territorio, e definitivamente risolvere la vicenda delle perforazioni petrolifere in mare, tutelare le nostre coste ed affermare il diritto degli enti locali a partecipare alle scelte che li riguardano. L'Anci ribadisce la necessità di tutelare il mare, che è una delle risorse principali dell'ambiente, del turismo e dell'economia regionale, ma anche di riaprire il dibattito sul futuro energetico della Basilicata e dell'Italia".
In prima linea i sindaci, i primi cittadini lucani a difesa del territorio e per un ripensamento delle politiche energetiche: "Vogliamo contribuire al dibattito sulle scelte che riguardano la programmazione e lo sviluppo. La vittoria del 'si' riaprirà - osservano dall'Anci - il dibattito sulle estrazioni, anche in terraferma. Non bisogna dimenticare, infatti, che le norme contenute nell'art. 38 della legge sblocca Italia escludono gli enti locali dai procedimenti, eliminano i limiti temporali per le concessioni concedendo mano libera alle compagnie petrolifere. Il referendum non è una azione contro il governo. Al contrario, costituisce un contributo prezioso alla ripresa del dibattito sulla strategia energetica nazionale dopo la Conferenza di Parigi".
"Tutelare il mare, porre un limite alle attività estrattive in terraferma, ristabilire un rapporto di leale collaborazione fra Stato e Regioni nell'interesse dei territori – concludono dall'associazione - sono gli obiettivi che l'Anci intende perseguire. Una massiccia partecipazione al referendum del 17 aprile, e una vittoria del SI possono ridare smalto alla partecipazione democratica e riaprire il dibattito sul futuro energetico del nostro Paese".
E' quanto appreso dal consiglio direttivo dell'associazione dei comuni lucani che ha espresso parere favorevole nel sostenere il referendum sulle trivelle in mare promosso da nove regioni italiane, di cui la Basilicata è capofila, così invitando i cittadini a votare 'si' alla consultazione del 17 aprile.
"La presenza dell'Anci nella campagna referendaria – affermano dall'Anci Basilicata - intende rappresentare la coesione politica e istituzionale dei sindaci che sono investiti quotidianamente dalle contraddizioni e dai problemi del territorio, e definitivamente risolvere la vicenda delle perforazioni petrolifere in mare, tutelare le nostre coste ed affermare il diritto degli enti locali a partecipare alle scelte che li riguardano. L'Anci ribadisce la necessità di tutelare il mare, che è una delle risorse principali dell'ambiente, del turismo e dell'economia regionale, ma anche di riaprire il dibattito sul futuro energetico della Basilicata e dell'Italia".
In prima linea i sindaci, i primi cittadini lucani a difesa del territorio e per un ripensamento delle politiche energetiche: "Vogliamo contribuire al dibattito sulle scelte che riguardano la programmazione e lo sviluppo. La vittoria del 'si' riaprirà - osservano dall'Anci - il dibattito sulle estrazioni, anche in terraferma. Non bisogna dimenticare, infatti, che le norme contenute nell'art. 38 della legge sblocca Italia escludono gli enti locali dai procedimenti, eliminano i limiti temporali per le concessioni concedendo mano libera alle compagnie petrolifere. Il referendum non è una azione contro il governo. Al contrario, costituisce un contributo prezioso alla ripresa del dibattito sulla strategia energetica nazionale dopo la Conferenza di Parigi".
"Tutelare il mare, porre un limite alle attività estrattive in terraferma, ristabilire un rapporto di leale collaborazione fra Stato e Regioni nell'interesse dei territori – concludono dall'associazione - sono gli obiettivi che l'Anci intende perseguire. Una massiccia partecipazione al referendum del 17 aprile, e una vittoria del SI possono ridare smalto alla partecipazione democratica e riaprire il dibattito sul futuro energetico del nostro Paese".