Questione Derivati: continuano le accuse

La Regione risponde su incarichi di consulenza

mercoledì 1 marzo 2017
La normativa attualmente in vigore non consente a un ente pubblico di sottoscrivere contratti di consulenza legando il compenso al raggiungimento di un risultato utile per l'ente. In tal senso si è espressa la Corte dei Conti, posizione confermata dalle linee guida dell'Anac in tema di anticorruzione.

Lo precisa il Dipartimento programmazione e Finanze della Regione Basilicata a seguito del comunicato stampa diffuso dal commercialista Giancarlo Fusco, e ripreso da alcuni organi di informazione, nel quale si metteva in discussione la procedura di evidenza pubblica per l'affidamento dell'incarico di patrocinio legale dell'Ente sulla questione dei contratti derivati.

In ossequio a principi di trasparenza e collaborazione, pur avendo già concluso la procedura, la Regione Basilicata, su esplicita richiesta dei professionisti interessati, aveva messo a disposizione tutta la documentazione in suo possesso inerente l'avviso.

Successivamente, su esclusiva iniziativa dei professionisti, era pervenuta una proposta di consulenza che, come asserito dagli stessi, legava il loro compenso al raggiungimento di un risultato utile per l'Ente.
Tale tipologia di contratto non può essere presa in considerazione da un Ente pubblico il cui fine primario è quello di garantire il buon andamento e l'economicità della gestione assumendo obbligazioni di mezzi e non di risultato quantificate in maniera chiara e corredate da apposita copertura finanziaria.

Si precisa infine che l'Amministrazione regionale ha selezionato un avvocato che su mandato del Consiglio regionale ha il compito di esperire un tentativo di mediazione e, se necessario, adire le vie legali. Dalle notizie di stampa sembra emergere che l'autore sia un commercialista di Potenza che, fra l'altro, non avrebbe avuto titolo a ricevere incarichi di patrocinio legale.