Progetto Spesa in Campagna, presto anche in Basilicata
Al via una piattaforma e- commerce per gli agricoltori
domenica 17 giugno 2018
Oltre 10mila agricoltori (di cui la metà aderenti a La Spesa in Campagna) in tutta Italia vendono i propri prodotti in spacci aziendali o mercatini rionali, locali e cittadini, proponendo oltre 4.000 specialità tipiche, molte delle quali di solito acquistabili solo nei territori di origine.
Ciò rispondendo ad una domanda in costante aumento con le famiglie alla guida di questa tendenza (+10%); 1 italiano su 4, ogni anno, acquista almeno una volta direttamente dal produttore perché ricerca e premia qualità, tipicità e genuinità delle specialità agricole. In Italia, ammonta a circa 1 miliardo di euro ogni anno, il movimento alimentato dalla vendita agricola diretta. E' questa la fotografia scattata nel congresso dell'Associazione "La Spesa in Campagna" aderente alla Cia-Agricoltori che ha confermato Matteo Antonelli presidente. L'incontro ha messo a fuoco l'importanza del mercato contadino, ribadendo il ruolo della filiera corta e cortissima, dal campo al mercato, nella promozione della biodiversità agroalimentare italiana, custodita dalle aziende agricole, espressione di singolarità culturali e paesaggistiche della Penisola, oltre che sociali e economiche. "In quattro anni abbiamo costruito un percorso importante. -ha commentato Antonelli- Rappresentiamo tutte le regioni italiane e abbiamo realizzato molte iniziative con la consapevolezza che non esista una ricetta univoca, ma occorra sempre più, ragionare considerando l'evoluzione di target diversi di consumatori e la varietà di realtà aziendali che noi stessi rappresentiamo come agricoltori".
Della delegazione lucana Lucrezia Digilio, componente della direzione nazionale dell'associazione "La Spesa in Campagna" e presidente regionale di Donne in Campo, ha sottolineato gli obiettivi di allargare la rete che registra attualmente una quarantina di aziende e superare i punti deboli della cosiddetta filiera corta attraverso una piattaforma e-commerce. Presto sarà possibile comodamente da casa con il click del mouse prenotare le albicocche di Rotondella, i cruski di Senise, i fagioli di Sarconi, le melenzane di Rotonda e persino averle direttamente in consegna a casa. Si tratta – ha detto Digilio – di un progetto molto importante già avviato sperimentalmente in Basilicata da qualche tempo con aziende in gran parte agrituristiche e sul quale puntiamo con la massima decisione. Al momento la spesa in campagna non ha certo i numeri della grande distribuzione, né dei negozi e dei mercati. Crediamo, però, che se si porta avanti un'iniziativa seria e responsabile, questo tipo di vendita diretta può arrivare a coprire il 4-5 per cento dell'intero mercato.
Con il progetto (che ha un proprio marchio registrato e sito www.laspesaincampagna.it) – afferma Paolo D'Andrea, presidente regionale dell'associazione - si punta a favorire inoltre l'incontro tra città e campagna, attraverso la valorizzazione dei territori rurali. Non solo. E' una risposta alle esigenze più volte espresse dai cittadini di voler acquistare prodotti agricoli a prezzi ragionevoli. Cosa che nelle fattorie è oggi possibile. Con in aggiunta il valore per così dire didattico della vendita diretta, che consente di far dialogare direttamente il consumatore con il produttore invitandolo a trascorrere una giornata in azienda.
Ciò rispondendo ad una domanda in costante aumento con le famiglie alla guida di questa tendenza (+10%); 1 italiano su 4, ogni anno, acquista almeno una volta direttamente dal produttore perché ricerca e premia qualità, tipicità e genuinità delle specialità agricole. In Italia, ammonta a circa 1 miliardo di euro ogni anno, il movimento alimentato dalla vendita agricola diretta. E' questa la fotografia scattata nel congresso dell'Associazione "La Spesa in Campagna" aderente alla Cia-Agricoltori che ha confermato Matteo Antonelli presidente. L'incontro ha messo a fuoco l'importanza del mercato contadino, ribadendo il ruolo della filiera corta e cortissima, dal campo al mercato, nella promozione della biodiversità agroalimentare italiana, custodita dalle aziende agricole, espressione di singolarità culturali e paesaggistiche della Penisola, oltre che sociali e economiche. "In quattro anni abbiamo costruito un percorso importante. -ha commentato Antonelli- Rappresentiamo tutte le regioni italiane e abbiamo realizzato molte iniziative con la consapevolezza che non esista una ricetta univoca, ma occorra sempre più, ragionare considerando l'evoluzione di target diversi di consumatori e la varietà di realtà aziendali che noi stessi rappresentiamo come agricoltori".
Della delegazione lucana Lucrezia Digilio, componente della direzione nazionale dell'associazione "La Spesa in Campagna" e presidente regionale di Donne in Campo, ha sottolineato gli obiettivi di allargare la rete che registra attualmente una quarantina di aziende e superare i punti deboli della cosiddetta filiera corta attraverso una piattaforma e-commerce. Presto sarà possibile comodamente da casa con il click del mouse prenotare le albicocche di Rotondella, i cruski di Senise, i fagioli di Sarconi, le melenzane di Rotonda e persino averle direttamente in consegna a casa. Si tratta – ha detto Digilio – di un progetto molto importante già avviato sperimentalmente in Basilicata da qualche tempo con aziende in gran parte agrituristiche e sul quale puntiamo con la massima decisione. Al momento la spesa in campagna non ha certo i numeri della grande distribuzione, né dei negozi e dei mercati. Crediamo, però, che se si porta avanti un'iniziativa seria e responsabile, questo tipo di vendita diretta può arrivare a coprire il 4-5 per cento dell'intero mercato.
Con il progetto (che ha un proprio marchio registrato e sito www.laspesaincampagna.it) – afferma Paolo D'Andrea, presidente regionale dell'associazione - si punta a favorire inoltre l'incontro tra città e campagna, attraverso la valorizzazione dei territori rurali. Non solo. E' una risposta alle esigenze più volte espresse dai cittadini di voler acquistare prodotti agricoli a prezzi ragionevoli. Cosa che nelle fattorie è oggi possibile. Con in aggiunta il valore per così dire didattico della vendita diretta, che consente di far dialogare direttamente il consumatore con il produttore invitandolo a trascorrere una giornata in azienda.