Progetto CLARA, prevenire i disastri ambientali
Conoscere cosa si nasconde sotto i centri storici per preservarli
martedì 4 marzo 2014
11.00
Amare la propria terra significa anche conoscerla a fondo, comprenderne pregi e criticità. Essere consapevoli dei rischi ambientali cui è soggetta e saperli gestire al meglio in caso di emergenze. Questo è un compito che spetta alle amministrazioni, che devono fornire alla comunità le tecnologie e gli strumenti adatti, e ai cittadini, che devono sentirsi responsabili del proprio territorio e contribuire alla prevenzione.
Questo l'obiettivo dell'innovativo Progetto CLARA (Cloud Platform and smart underground imaging for natural Risk Assessment) di cui si è discusso ieri mattina nella sala consiliare del comune di Firenze, alla presenza di sindaci, tecnici e operatori delle città e delle aziende coinvolte, insieme al Rettore e a docenti dell'Università di Ferrara.
Il progetto, finanziato per gran parte dal MIUR, individua tre casi di studio su cui sperimentare e promuovere l'utilizzo di un sistema innovato integrato per la gestione dei rischi naturali in ambiente urbano e periurbano: uno nella Città di Ferrara, interessata a redigere un adeguato piano per prevenzione del rischio sismico e di salvaguardia di beni architettonici e monumentali, uno nella Città di Matera, interessata allo studio del sottosuolo urbano nel centro storico dei Sassi ed il terzo nell'area della Provincia di Enna per la mitigazione del rischio idrogeologico.
L'obiettivo principale del progetto è la mitigazione degli effetti dei dissesti idrogeologici e sismici, che interessano i centri abitati, mediante l'acquisizione di una maggiore conoscenza del territorio. Cambiamenti climatici e progressiva antropizzazione del suolo, infatti, hanno reso le nostre città sempre più vulnerabili alle calamità naturali.
"Un progetto importantissimo per Matera, città dall'architettura verticale, poiché ancora non conosciamo cosa c'è sotto i nostri piedi – ha dichiarato Adduce – le prime comunità insediatisi a Matera, grazie ad una profonda conoscenza della conformità del suolo e delle criticità di un territorio a ridosso di un torrente, hanno saputo domarlo e sfruttarlo positivamente, basti pensare allo straordinario esempio di irreggimentazione delle acque. Nel tempo, però, si sono stratificate architetture che piano piano hanno sconvolto l'equilibrio naturale e che oggi potrebbero rappresentare un pericolo per la pubblica incolumità soprattutto in caso di eventi naturali eccezionali".
Dobbiamo prendere coscienza della realtà di ieri ma soprattutto di quella attuale per essere pronti ad agire in situazioni che non ci sono familiari, in Basilicata potremmo apprendere molto, ad esempio, dal terremoto che c'è stato nel 1980 sia nella nostra regione che nella zona dell'Irpinia.
CLARA svilupperà smart technology diffuse che consentano la gestione e la condivisione di informazioni complesse, quali le basi di dati relative alla reale esistenza e consistenza dei livelli di pericolosità dei fenomeni idrogeologici e sismici e di vulnerabilità delle risorse esposte nelle aree urbanizzate, adottando i paradigmi open-government ed open-data, anche per il coinvolgimento attivo della popolazione alla percezione, comunicazione e mitigazione dei rischi naturali, per lo sviluppo di comunità resilienti agli effetti dei cambiamenti climatici e per una consapevole partecipazione pubblica alle politiche ambientali.
"Abbiamo bisogno di buone pratiche che riguardano la pianificazione urbanistica. Dobbiamo prendere consapevolezza che un patrimonio vecchio non ce la fa a sopportare tutto quello che abbiamo preteso. E per fare questo occorre un senso di responsabilità più diffuso. C'è bisogno che ogni cittadino, che ciascuno di noi ogni giorno dimostri di avere senso dello Stato, anche nelle piccole cose quotidiane. Per evitare che quando si cerca lo Stato sia troppo tardi" ha concluso Adduce concordando poi una prossima visita del sindaco di Ferrara a Matera.
Questo l'obiettivo dell'innovativo Progetto CLARA (Cloud Platform and smart underground imaging for natural Risk Assessment) di cui si è discusso ieri mattina nella sala consiliare del comune di Firenze, alla presenza di sindaci, tecnici e operatori delle città e delle aziende coinvolte, insieme al Rettore e a docenti dell'Università di Ferrara.
Il progetto, finanziato per gran parte dal MIUR, individua tre casi di studio su cui sperimentare e promuovere l'utilizzo di un sistema innovato integrato per la gestione dei rischi naturali in ambiente urbano e periurbano: uno nella Città di Ferrara, interessata a redigere un adeguato piano per prevenzione del rischio sismico e di salvaguardia di beni architettonici e monumentali, uno nella Città di Matera, interessata allo studio del sottosuolo urbano nel centro storico dei Sassi ed il terzo nell'area della Provincia di Enna per la mitigazione del rischio idrogeologico.
L'obiettivo principale del progetto è la mitigazione degli effetti dei dissesti idrogeologici e sismici, che interessano i centri abitati, mediante l'acquisizione di una maggiore conoscenza del territorio. Cambiamenti climatici e progressiva antropizzazione del suolo, infatti, hanno reso le nostre città sempre più vulnerabili alle calamità naturali.
"Un progetto importantissimo per Matera, città dall'architettura verticale, poiché ancora non conosciamo cosa c'è sotto i nostri piedi – ha dichiarato Adduce – le prime comunità insediatisi a Matera, grazie ad una profonda conoscenza della conformità del suolo e delle criticità di un territorio a ridosso di un torrente, hanno saputo domarlo e sfruttarlo positivamente, basti pensare allo straordinario esempio di irreggimentazione delle acque. Nel tempo, però, si sono stratificate architetture che piano piano hanno sconvolto l'equilibrio naturale e che oggi potrebbero rappresentare un pericolo per la pubblica incolumità soprattutto in caso di eventi naturali eccezionali".
Dobbiamo prendere coscienza della realtà di ieri ma soprattutto di quella attuale per essere pronti ad agire in situazioni che non ci sono familiari, in Basilicata potremmo apprendere molto, ad esempio, dal terremoto che c'è stato nel 1980 sia nella nostra regione che nella zona dell'Irpinia.
CLARA svilupperà smart technology diffuse che consentano la gestione e la condivisione di informazioni complesse, quali le basi di dati relative alla reale esistenza e consistenza dei livelli di pericolosità dei fenomeni idrogeologici e sismici e di vulnerabilità delle risorse esposte nelle aree urbanizzate, adottando i paradigmi open-government ed open-data, anche per il coinvolgimento attivo della popolazione alla percezione, comunicazione e mitigazione dei rischi naturali, per lo sviluppo di comunità resilienti agli effetti dei cambiamenti climatici e per una consapevole partecipazione pubblica alle politiche ambientali.
"Abbiamo bisogno di buone pratiche che riguardano la pianificazione urbanistica. Dobbiamo prendere consapevolezza che un patrimonio vecchio non ce la fa a sopportare tutto quello che abbiamo preteso. E per fare questo occorre un senso di responsabilità più diffuso. C'è bisogno che ogni cittadino, che ciascuno di noi ogni giorno dimostri di avere senso dello Stato, anche nelle piccole cose quotidiane. Per evitare che quando si cerca lo Stato sia troppo tardi" ha concluso Adduce concordando poi una prossima visita del sindaco di Ferrara a Matera.