Progetti Shell nel Mar Jonio, Latronico interroga il governo

“Il ministro dell’ambiente può attivarsi per bloccare le trivelle nel Mar Jonio?”

domenica 25 ottobre 2015
Un'interrogazione al ministro dell'ambiente, della tutela del territorio e del mare è stata presentata dall'onorevole Cosimo Latronico (FI) in merito alle autorizzazioni dei progetti Shell in mar Ionio.

Il deputato evidenzia come "desta grande preoccupazione nelle amministrazioni locali, nelle associazioni ambientaliste e nella popolazione lucana, la notizia delle autorizzazioni concesse dal ministero dell'ambiente alla multinazionale del settore energetico-petrolifero Shell, per procedere a due trivellazioni per la ricerca di idrocarburi al largo delle coste della Basilicata e Puglia".

Latronico ricorda inoltre come "i progetti della Shell si aggiungono a quello della Enel Longanesi autorizzato con decreto emesso nel mese di luglio scorso e in pochi mesi si è giunti, a ben tre istanze che hanno ottenuto il riconoscimento di compatibilità ambientale in un mare chiuso come quello del Golfo di Taranto che possono provocare ripercussioni economiche e ambientali sulle popolazioni delle tre regioni direttamente interessate. Inoltre – continua il parlamentare- la ricerca di idrocarburi prima e l'estrazione poi sono altamente dannose per gli ecosistemi e soprattutto per le economie locali e per il pil delle imprese (settore del turismo,della pesca e dell'agricoltura ) che rischiano di essere seriamente danneggiate dalle estrazioni e lavorazioni petrolifere".

Alla luce del fatto che "il settore del turismo e della pesca non possono permettersi il lusso di vedere vanificati gli investimenti pubblici e privati, proprio adesso che l'intera filiera inizia a registrare i primi segnali positivi rispetto alla drammatica crisi che ci ha aggredito negli ultimi anni" Latronico interroga il ministro se "non intenda, nei limiti delle proprie attribuzioni, attivarsi affinché venga interrotta ogni tipo di attività di ricerca di idrocarburi nel mar Jonio al fine di evitare ogni serio e grave pericolo per l'ambiente marino e per la vocazione economica, agricola e turistica dei territori interessati".