Previsioni Cia, “Il 78% dei lucani festeggerà Pasqua a casa”
La Cia promuove il ‘mercatino delle cose buone’ contro la crisi
sabato 4 aprile 2015
La cucina contadina con i prodotti alimentari locali regnerà anche quest'anno nelle tavolate di Pasqua e del Lunedì dell'Angelo. Riguardo al pranzo di domenica, i lucani manterranno un budget di spesa simile al 2014, in due casi su tre, e il 78% festeggerà anche quest'anno tra le mura domestiche. Questo è quanto rileva la Confederazione italiana degli agricoltori (Cia) della Basilicata .
Entrando nel merito, quest'anno il menù pasquale sarà caratterizzato da acquisti molto prudenti: uova di cioccolato e colombe segnano un calo del 3% e anche l'agnello risulta in diminuzione (-4%). Invece a vincere saranno soprattutto i dolci "fai da te" e la pasta fatta in casa. Si prevede, infatti, una crescita del 10% della spesa per uova, zucchero, farina, burro e lievito. Nei menù casalinghi faranno da padrone, come sempre, i piatti del territorio e della tradizione, dalla pastiera alla frittata, dalla torta pasqualina all'agnello. Quest'ultimo resta, nonostante un netto calo, un "classico" delle tavole per più di una famiglia su tre.
Dunque, una Pasqua ancora all'insegna dell'austerity confermata anche nella scelta delle vacanze, con meno viaggi e più gite fuori porta.
Per i consumatori una soluzione a questo quadro, non tanto confortante, potrebbe essere il 'mercatino delle cose buone' che "a Matera – evidenzia la Cia – ci ha confermato la richiesta dei cittadini di accorciare la filiera agro-alimentare per consolidare un rapporto di fiducia tra i consumatori ed il mondo agricolo". La confederazione spiega: "Facendo la Spesa in Campagna il consumatore soddisferà la sua domanda di genuinità e risparmio, e avrà inoltre l'occasione di conoscere l'imprenditore e la sua famiglia, l'attività agricola, le tecniche di coltivazione e di allevamento di animali, nonché di ammirare il paesaggio agrario, le bellezze naturali e artistiche del territorio".
In via di definizione è l'AgriCatering, la nuova attività ideata da Donne in Campo-Cia che prevede l'offerta di servizi di catering a filiera corta, dove tutto nasce direttamente dal lavoro nei campi senza intermediazioni. L'AgriCatering è già partito in via sperimentale in Toscana e in Basilicata, ma ora lo scopo è di creare una vera e propria "rete" nazionale, tramite le associazioni territoriali di Donne in Campo, presenti su tutto il territorio italiano. E per fare questo, le imprenditrici agricole della Cia si sono già dotate di un regolamento ben preciso, un marchio "ad hoc" e un rigido disciplinare.
"Per poter innovare – sottolinea Paolo Carbone della Cia – occorre partire dai prodotti della tradizione e dalla consapevolezza che le ormai note qualità, tipicità e valori che li contraddistinguono vanno salvaguardate, conservate e organizzate con adeguate forme di tutela, per combattere le sempre più frequenti contraffazioni del "made in italy" agroalimentare, e farne, dunque, strumento di innovazione e di sviluppo economico per imprese e comunità locali. L'agricoltura è certamente il settore sul quale puntare per garantire occasioni di sviluppo e coesione anche nelle regioni meridionali. In quest'ottica è importante potenziare il legame fra territorio, consuetudini alimentari e tradizioni enogastronomiche: tutto ciò offre identità e sviluppo alle comunità locali. Sono necessarie, quindi, iniziative che promuovono la vendita diretta dei prodotti dell'azienda agricola, le "strade enogastronomiche" collegate ai prodotti tipici ed ai vini di qualità, la valorizzazione turistica attraverso le tipicità agroalimentari, i Musei del cibo e della tradizione contadina, una ristorazione che richiami le ricette e i prodotti locali, anche nelle mense pubbliche, l'ospitalità turistica alberghiera per la valorizzazione delle tradizioni alimentari locali".
Entrando nel merito, quest'anno il menù pasquale sarà caratterizzato da acquisti molto prudenti: uova di cioccolato e colombe segnano un calo del 3% e anche l'agnello risulta in diminuzione (-4%). Invece a vincere saranno soprattutto i dolci "fai da te" e la pasta fatta in casa. Si prevede, infatti, una crescita del 10% della spesa per uova, zucchero, farina, burro e lievito. Nei menù casalinghi faranno da padrone, come sempre, i piatti del territorio e della tradizione, dalla pastiera alla frittata, dalla torta pasqualina all'agnello. Quest'ultimo resta, nonostante un netto calo, un "classico" delle tavole per più di una famiglia su tre.
Dunque, una Pasqua ancora all'insegna dell'austerity confermata anche nella scelta delle vacanze, con meno viaggi e più gite fuori porta.
Per i consumatori una soluzione a questo quadro, non tanto confortante, potrebbe essere il 'mercatino delle cose buone' che "a Matera – evidenzia la Cia – ci ha confermato la richiesta dei cittadini di accorciare la filiera agro-alimentare per consolidare un rapporto di fiducia tra i consumatori ed il mondo agricolo". La confederazione spiega: "Facendo la Spesa in Campagna il consumatore soddisferà la sua domanda di genuinità e risparmio, e avrà inoltre l'occasione di conoscere l'imprenditore e la sua famiglia, l'attività agricola, le tecniche di coltivazione e di allevamento di animali, nonché di ammirare il paesaggio agrario, le bellezze naturali e artistiche del territorio".
In via di definizione è l'AgriCatering, la nuova attività ideata da Donne in Campo-Cia che prevede l'offerta di servizi di catering a filiera corta, dove tutto nasce direttamente dal lavoro nei campi senza intermediazioni. L'AgriCatering è già partito in via sperimentale in Toscana e in Basilicata, ma ora lo scopo è di creare una vera e propria "rete" nazionale, tramite le associazioni territoriali di Donne in Campo, presenti su tutto il territorio italiano. E per fare questo, le imprenditrici agricole della Cia si sono già dotate di un regolamento ben preciso, un marchio "ad hoc" e un rigido disciplinare.
"Per poter innovare – sottolinea Paolo Carbone della Cia – occorre partire dai prodotti della tradizione e dalla consapevolezza che le ormai note qualità, tipicità e valori che li contraddistinguono vanno salvaguardate, conservate e organizzate con adeguate forme di tutela, per combattere le sempre più frequenti contraffazioni del "made in italy" agroalimentare, e farne, dunque, strumento di innovazione e di sviluppo economico per imprese e comunità locali. L'agricoltura è certamente il settore sul quale puntare per garantire occasioni di sviluppo e coesione anche nelle regioni meridionali. In quest'ottica è importante potenziare il legame fra territorio, consuetudini alimentari e tradizioni enogastronomiche: tutto ciò offre identità e sviluppo alle comunità locali. Sono necessarie, quindi, iniziative che promuovono la vendita diretta dei prodotti dell'azienda agricola, le "strade enogastronomiche" collegate ai prodotti tipici ed ai vini di qualità, la valorizzazione turistica attraverso le tipicità agroalimentari, i Musei del cibo e della tradizione contadina, una ristorazione che richiami le ricette e i prodotti locali, anche nelle mense pubbliche, l'ospitalità turistica alberghiera per la valorizzazione delle tradizioni alimentari locali".