Presentata la nuova scuola di restauro a Matera
Venti allievi saranno scelti per due percorsi formativi professionalizzanti
mercoledì 29 luglio 2015
8.58
In autunno a Matera aprirà i battenti la Scuola di alta formazione e studio (Saf) dell'Istituto superiore per la conservazione ed il restauro (Iscr). Un progetto, nato nel 2006 su iniziativa del Ministero dei beni e delle attività culturali, che giunge a termine con l'istituzione della prima sezione distaccata della principale scuola di restauro italiana del Mibact a Roma, grazie al supporto della Regione Basilicata, della Provincia e del Comune di Matera.
Nella città dei Sassi l'offerta formativa avrà luogo nell'ex convento di Santa Lucia Nova, in una superficie di 1500 mq recentemente ristrutturata dal Comune e costituta da laboratori scientifici e atelier di restauro tecnologici. Due i percorsi formativi professionalizzanti: "Materiali lapidei e derivati, superfici decorate dell'architettura" e "Manufatti dipinti su rapporto ligneo e tessile". I corsi durano cinque anni e sono articolati in 300 crediti formativi. Le lezioni si svolgono da ottobre a giugno ed i cantieri didattici nei mesi estivi.
La scuola di alta formazione è stata presentata a Palazzo Lanfranchi dal direttore dell'Istituto superiore per la conservazione e il restauro, Gisella Capponi, il direttore della Scuola di alta formazione, Donatella Cavezzali, il vicedirettore Giovanna De Palma e la restauratrice Carla D'Angelo. Presenti anche il sindaco di Matera, Raffaello De Ruggieri e il soprintendente per i beni storico, artistici e etnoantropologici della Basilicata, Marta Ragozzino.
L'accesso alla scuola è disciplinato annualmente tramite un concorso pubblico per esami, bandito dal Mibact. Per Matera è stato pubblicato il bando e solo venti studenti potranno accedere all'istituto, le domande scadono il 4 settembre. Le prove d'accesso sono tre. La prima consiste nel realizzare, a partire dalla riproduzione fotografica in bianco e nero formato A4 di un manufatto, la trasposizione grafica dell'insieme o di un particolare dato. La seconda, invece, riguarda l'integrazione, mediante tratteggio verticale ad acquerello, di lacune presenti in riproduzioni policrome a stampa. La terza ed ultima prova è orale e comprende la dimostrazione, da parte dei candidati, di avere una conoscenza base sulle opere d'arte, sugli artisti e sui materiali utilizzati.
Il progetto a Matera, seppur nato nel 2006, ha radici ben più lontane come ha raccontato il sindaco di Matera, Raffaello De Ruggieri: "Una lunga marcia che parte da lontano, quando nel 1984 con l'allora soprintendente Michele D'Elia si pensò fosse utile, soprattutto in un territorio scosso da terremoti, attivare iniziative legate alla conservazione del patrimonio culturale". In particolare il sindaco si è soffermato sull'attivismo di D'Elia: "In Basilicata creò dei campi per conservare le statue e le opere d'arte, sottratte alle chiese dirute dal terremoto. In particolare a Matera allestì, grazie ai Fondi per gli Investimenti e l'Occupazione (FIO), un capannone con all'interno due spazi: un laboratorio e un deposito". Il soprintendente pensò anche di allargare e stabilizzare il progetto di restauro a Matera con il riconoscimento del Ministero dei beni culturali, ma "non riuscì a sbloccare l'operazione – come afferma De Ruggieri - perchè lo stesso ente ministeriale si oppose al decentramento delle aree di restauro". Nel 2006, grazie anche alle pressioni di D'Elia, "il Mibact – conclude il sindaco – scelse di decentrare la sede della scuola di restauro nella città dei Sassi".
Nella città dei Sassi l'offerta formativa avrà luogo nell'ex convento di Santa Lucia Nova, in una superficie di 1500 mq recentemente ristrutturata dal Comune e costituta da laboratori scientifici e atelier di restauro tecnologici. Due i percorsi formativi professionalizzanti: "Materiali lapidei e derivati, superfici decorate dell'architettura" e "Manufatti dipinti su rapporto ligneo e tessile". I corsi durano cinque anni e sono articolati in 300 crediti formativi. Le lezioni si svolgono da ottobre a giugno ed i cantieri didattici nei mesi estivi.
La scuola di alta formazione è stata presentata a Palazzo Lanfranchi dal direttore dell'Istituto superiore per la conservazione e il restauro, Gisella Capponi, il direttore della Scuola di alta formazione, Donatella Cavezzali, il vicedirettore Giovanna De Palma e la restauratrice Carla D'Angelo. Presenti anche il sindaco di Matera, Raffaello De Ruggieri e il soprintendente per i beni storico, artistici e etnoantropologici della Basilicata, Marta Ragozzino.
L'accesso alla scuola è disciplinato annualmente tramite un concorso pubblico per esami, bandito dal Mibact. Per Matera è stato pubblicato il bando e solo venti studenti potranno accedere all'istituto, le domande scadono il 4 settembre. Le prove d'accesso sono tre. La prima consiste nel realizzare, a partire dalla riproduzione fotografica in bianco e nero formato A4 di un manufatto, la trasposizione grafica dell'insieme o di un particolare dato. La seconda, invece, riguarda l'integrazione, mediante tratteggio verticale ad acquerello, di lacune presenti in riproduzioni policrome a stampa. La terza ed ultima prova è orale e comprende la dimostrazione, da parte dei candidati, di avere una conoscenza base sulle opere d'arte, sugli artisti e sui materiali utilizzati.
Il progetto a Matera, seppur nato nel 2006, ha radici ben più lontane come ha raccontato il sindaco di Matera, Raffaello De Ruggieri: "Una lunga marcia che parte da lontano, quando nel 1984 con l'allora soprintendente Michele D'Elia si pensò fosse utile, soprattutto in un territorio scosso da terremoti, attivare iniziative legate alla conservazione del patrimonio culturale". In particolare il sindaco si è soffermato sull'attivismo di D'Elia: "In Basilicata creò dei campi per conservare le statue e le opere d'arte, sottratte alle chiese dirute dal terremoto. In particolare a Matera allestì, grazie ai Fondi per gli Investimenti e l'Occupazione (FIO), un capannone con all'interno due spazi: un laboratorio e un deposito". Il soprintendente pensò anche di allargare e stabilizzare il progetto di restauro a Matera con il riconoscimento del Ministero dei beni culturali, ma "non riuscì a sbloccare l'operazione – come afferma De Ruggieri - perchè lo stesso ente ministeriale si oppose al decentramento delle aree di restauro". Nel 2006, grazie anche alle pressioni di D'Elia, "il Mibact – conclude il sindaco – scelse di decentrare la sede della scuola di restauro nella città dei Sassi".