Petrolio, arriva il lasciapassare del Tar Basilicata a trivellare
Cia: “Necessario mettere freno all’attività di ricerca petrolifera”
lunedì 29 giugno 2015
9.05
L'aumento delle estrazioni petrolifere sembra non arrestarsi. Al raddoppio delle trivellazioni in Basilicata, previste dallo Sblocca Italia, si aggiunge una sentenza del Tar di Basilicata che da il via libera di fatto alla ricerca di idrocarburi nell'area del vulture-melfese.
Nello specifico, il Tribunale amministrativo lucano ha annullato la delibera regionale numero 682 del 2013, con la quale l'ente regionale si oppose alla richiesta di nuove perforazioni da parte della compagnia statunitense Aleanna Resources nell'area dell'Alto Bradano comprendente 470,19 chilometri quadrati. Se gli esiti di nuove indagini sul territorio interessato riscontreranno la presenza di idrocarburi, si procederà con l'iter esecutivo in merito alle estrazioni petrolifere.
Appresa la notizia, cominciano a levarsi le voci di dissenso degli agricoltori. In primis la Cia Basilicata dell'area interessata esprime tutta la sua preoccupazione: "Le notizie che ripropongono l'assalto delle compagnie petrolifere nel territorio del Vulture-Melfese-Alto Bradano allarmano gli agricoltori che si sono già mobilitati in passato con la partecipazione a manifestazioni popolari. Questo permesso di ricerca coinvolge territori di alta specializzazione agricola e per questo è necessario mettere un freno all'attività di ricerca petrolifera".
I coltivatori del territorio, inoltre, osservano che "non solo le aziende agricole, vitivinicole, olivicole, zootecniche, i castagneti sono una risorsa fondamentale per l'economia del comprensorio, ma il paesaggio rurale è una componente essenziale dell'identità della nostra regione e dell'intero Paese". E ricordano: "Quasi tutte le amministrazioni comunali del Vulture-Melfese-Alto Bradano hanno sottoscritto la 'Carta di Matera' per dare stabilità ad un positivo rapporto fra amministrazioni locali ed agricoltori valorizzando le funzioni, le peculiarità e le opportunità di servizio che questi offrono e per tutelare le nostre aziende".
Nello specifico, il Tribunale amministrativo lucano ha annullato la delibera regionale numero 682 del 2013, con la quale l'ente regionale si oppose alla richiesta di nuove perforazioni da parte della compagnia statunitense Aleanna Resources nell'area dell'Alto Bradano comprendente 470,19 chilometri quadrati. Se gli esiti di nuove indagini sul territorio interessato riscontreranno la presenza di idrocarburi, si procederà con l'iter esecutivo in merito alle estrazioni petrolifere.
Appresa la notizia, cominciano a levarsi le voci di dissenso degli agricoltori. In primis la Cia Basilicata dell'area interessata esprime tutta la sua preoccupazione: "Le notizie che ripropongono l'assalto delle compagnie petrolifere nel territorio del Vulture-Melfese-Alto Bradano allarmano gli agricoltori che si sono già mobilitati in passato con la partecipazione a manifestazioni popolari. Questo permesso di ricerca coinvolge territori di alta specializzazione agricola e per questo è necessario mettere un freno all'attività di ricerca petrolifera".
I coltivatori del territorio, inoltre, osservano che "non solo le aziende agricole, vitivinicole, olivicole, zootecniche, i castagneti sono una risorsa fondamentale per l'economia del comprensorio, ma il paesaggio rurale è una componente essenziale dell'identità della nostra regione e dell'intero Paese". E ricordano: "Quasi tutte le amministrazioni comunali del Vulture-Melfese-Alto Bradano hanno sottoscritto la 'Carta di Matera' per dare stabilità ad un positivo rapporto fra amministrazioni locali ed agricoltori valorizzando le funzioni, le peculiarità e le opportunità di servizio che questi offrono e per tutelare le nostre aziende".