Permessi negati e progetti infranti, la battaglia di Fabrizio Zampagni
Dopo undici giorni di sciopero della fame l'imprenditore minaccia di ricorrere alla Magistratura
lunedì 8 giugno 2015
12.51
Imprenditore del settore turistico-ricettivo in preda alla burocrazia. E' questo il caso di Fabrizio Zampagni, l'imprenditore materano che dal 29 maggio ha iniziato uno sciopero della fame per protestare contro l'amministrazione comunale rea di aver negato per ben 13 anni i permessi per la realizzazione di una struttura ricettiva nei Sassi. Uno sciopero della fame "per fame di trasparenza, di diritto, di libertà d'impresa" spiega l'imprenditore deciso a continuare "sino al giorno dopo le elezioni".
La vicenda riguarda, nello specifico, la richiesta di sub-concessione di immobili demaniali nel rione Casalnuovo dei Sassi per realizzare un progetto di ricettività alberghiera, da parte dell'imprenditore Zampagni. La cronistoria del caso, risalente al 2003, è contrassegnata da "rinvii pluridecennali, omissioni nell'adozione degli strumenti di programmazione urbanistica per il Recupero dei Sassi, pregresse e reiterate delibere di concessione adottate e poi rivelatesi nulle, travisamenti nella comunicazione dirigenziali di riscontro alle istanze avanzate dall'imprenditore in merito alle anomalie del procedimento amministrativo".
"Presentai il mio programma di servizio ricettivo agli uffici comunali, ma subito dopo è rimasto nel cassetto per lunghi anni" spiega l'imprenditore nel corso della conferenza stampa durante la quale ha raccontato il suo travaglio. Anni fatti di attesa mentre altri richiedenti, nel corso del tempo, continuavano ad ottenere sub-concessioni dall'amministrazione comunale senza ostacoli: "Mentre io ero con le mani legate e, nel contempo, perdevo il finanziamento di 240.000 euro (risorse europee POR), altri grazie ai favoritismi clientelari, ottenevano immediatamente i permessi". Il caso ha coinvolto tre amministrazioni comunali: "Porcari e Buccico non si sono accorti dello scempio provocato dall'omissione di attuare la programmazione urbanistica obbligatoria dei Sassi. Mentre con Adduce la pratica si è arenata, passando da un dirigente all'altro".
Ma adesso, per Zampagni, è il momento di passare all'attacco: "Presenterò alla magistratura una decina di casi illegali documentati di sub-concessioni nei Sassi, quando il vecchio programma biennale era scaduto e il nuovo non esisteva". Dunque, nella pratica, esporrà denuncia alla magistratura, per abuso d'ufficio, nei confronti delle amministrazioni comunali dell'ultimo decennio.
E conclude: "In questa città manca la trasparenza e il diritto. Il mio problema è nato tredici anni fa ma dopo tre consigliature la situazione non è mai cambiata. Mi hanno sottratto i progetti che volevo mettere in atto per realizzare un nuovo modello di ospitalità antropologica, un concetto che sto sviluppando anche in un libro che pubblicherò nei prossimi mesi".
Storie di rabbia, di disperazione. Forse di diritti violati a cui, con molta probabilità, solo la Magistratura darà risposte.
La vicenda riguarda, nello specifico, la richiesta di sub-concessione di immobili demaniali nel rione Casalnuovo dei Sassi per realizzare un progetto di ricettività alberghiera, da parte dell'imprenditore Zampagni. La cronistoria del caso, risalente al 2003, è contrassegnata da "rinvii pluridecennali, omissioni nell'adozione degli strumenti di programmazione urbanistica per il Recupero dei Sassi, pregresse e reiterate delibere di concessione adottate e poi rivelatesi nulle, travisamenti nella comunicazione dirigenziali di riscontro alle istanze avanzate dall'imprenditore in merito alle anomalie del procedimento amministrativo".
"Presentai il mio programma di servizio ricettivo agli uffici comunali, ma subito dopo è rimasto nel cassetto per lunghi anni" spiega l'imprenditore nel corso della conferenza stampa durante la quale ha raccontato il suo travaglio. Anni fatti di attesa mentre altri richiedenti, nel corso del tempo, continuavano ad ottenere sub-concessioni dall'amministrazione comunale senza ostacoli: "Mentre io ero con le mani legate e, nel contempo, perdevo il finanziamento di 240.000 euro (risorse europee POR), altri grazie ai favoritismi clientelari, ottenevano immediatamente i permessi". Il caso ha coinvolto tre amministrazioni comunali: "Porcari e Buccico non si sono accorti dello scempio provocato dall'omissione di attuare la programmazione urbanistica obbligatoria dei Sassi. Mentre con Adduce la pratica si è arenata, passando da un dirigente all'altro".
Ma adesso, per Zampagni, è il momento di passare all'attacco: "Presenterò alla magistratura una decina di casi illegali documentati di sub-concessioni nei Sassi, quando il vecchio programma biennale era scaduto e il nuovo non esisteva". Dunque, nella pratica, esporrà denuncia alla magistratura, per abuso d'ufficio, nei confronti delle amministrazioni comunali dell'ultimo decennio.
E conclude: "In questa città manca la trasparenza e il diritto. Il mio problema è nato tredici anni fa ma dopo tre consigliature la situazione non è mai cambiata. Mi hanno sottratto i progetti che volevo mettere in atto per realizzare un nuovo modello di ospitalità antropologica, un concetto che sto sviluppando anche in un libro che pubblicherò nei prossimi mesi".
Storie di rabbia, di disperazione. Forse di diritti violati a cui, con molta probabilità, solo la Magistratura darà risposte.