Partito il processo per "Rimborsopoli"
A pochi giorni dal voto diversi consiglieri uscenti davanti al Gup. La Regione si costituisce parte civile
mercoledì 13 novembre 2013
09.20
A pochissimi giorni dal voto prende il via il processo per Rimborsopoli. L'inchiesta che ha portato alla conclusione anticipata del secondo mandato De Filippo in Regione, ha visto scorrere uno alla volta oltre trenta dei quaranta indagati davanti al Gup Tiziana Petrocelli per gli interrogatori.
Per loro, depositari di quella che, al momento, risulta la pagina più triste della storia dell'Ente regionale in Basilicata, la richiesta di rinvio a giudizio, avanzata nello dai pubblici ministeri Francesco Basentini e Sergio Marotta nel luglio scorso.
Sono stati diversi gli accertamenti che le diverse Forze dell'Ordine, dai Carabinieri, alla Guardia di Finanza e alla Polizia hanno eseguito, tutti inerenti il biennio che va dal 2010 al 2011, praticamente il tempo in cui si passava dalla prima alla seconda legislatura. Agli indagati sono contestati i reati di peculato e false attestazioni, in quanto l'accusa è di aver sottratto indebitamente dalle casse della Regione dei rimborsi che non spettavano loro.
Intanto, la richiesta della candidata a governatrice per Basilicata 2.0 della lista Sinistra Ecologia e Libertà, Maria Murante, è stata accolta e dalla Regione è arrivata la costituzione come parte civile nel processo dell'Ente, consegnata al Gup dagli avvocati Golia e Brancati. Un pò un controsenso, se si considera che le due parti in gioco sono le stesse, Regione contro Regione, De Filippo contro De Filippo, essendo proprio il Presidente uscente il firmatario della delibera che stabilisce la decisione, e gli stessi consiglieri che l'hanno approvata, gli imputati.
Certamente, con il rinnovo della Giunta regionale, molti degli attuali consiglieri, che entrano a vario titolo nel processo per "Rimborsopoli" non faranno più parte del nuovo Governo della Basilicata, quindi il problema si ridimensionerà. Il paradosso resta, e gli interrogatori anche, aspettando il prossimo step del 16 dicembre, quando il rinnovo sarà completo (con il voto di questo fine settimana) e le indicazioni più chiare anche per il Gup.
Per loro, depositari di quella che, al momento, risulta la pagina più triste della storia dell'Ente regionale in Basilicata, la richiesta di rinvio a giudizio, avanzata nello dai pubblici ministeri Francesco Basentini e Sergio Marotta nel luglio scorso.
Sono stati diversi gli accertamenti che le diverse Forze dell'Ordine, dai Carabinieri, alla Guardia di Finanza e alla Polizia hanno eseguito, tutti inerenti il biennio che va dal 2010 al 2011, praticamente il tempo in cui si passava dalla prima alla seconda legislatura. Agli indagati sono contestati i reati di peculato e false attestazioni, in quanto l'accusa è di aver sottratto indebitamente dalle casse della Regione dei rimborsi che non spettavano loro.
Intanto, la richiesta della candidata a governatrice per Basilicata 2.0 della lista Sinistra Ecologia e Libertà, Maria Murante, è stata accolta e dalla Regione è arrivata la costituzione come parte civile nel processo dell'Ente, consegnata al Gup dagli avvocati Golia e Brancati. Un pò un controsenso, se si considera che le due parti in gioco sono le stesse, Regione contro Regione, De Filippo contro De Filippo, essendo proprio il Presidente uscente il firmatario della delibera che stabilisce la decisione, e gli stessi consiglieri che l'hanno approvata, gli imputati.
Certamente, con il rinnovo della Giunta regionale, molti degli attuali consiglieri, che entrano a vario titolo nel processo per "Rimborsopoli" non faranno più parte del nuovo Governo della Basilicata, quindi il problema si ridimensionerà. Il paradosso resta, e gli interrogatori anche, aspettando il prossimo step del 16 dicembre, quando il rinnovo sarà completo (con il voto di questo fine settimana) e le indicazioni più chiare anche per il Gup.