Olio lucano, carte in regola per l'Igp
Una indicazione geografica protetta per l'intera Basilicata
martedì 11 dicembre 2018
12.50
Nei giorni scorsi, a Ferrandina, si è tenuta la sedura di pubblica accertamento convocata dall'associazione per la registrazione dell'Igp ''Olio lucano'', d'intesa con il Ministero delle politiche agricole e la Regione Basilicata. E' il passo preliminare al riconoscimento della indicazione geografica protetta.
E' stata data lettura pubblica della proposta di disciplinare di produzione dell'Igp, indicazione geografica protetta.
Il disciplinare include tutte le varietà di olivo regionali autoctone e non, la zona di produzione riguarda tutta la Basilicata. Nella regione lucana si produce l'1,4% dell'olio italiano ed è già registrata la Dop del Vulture. Sono 27 le varietà autoctone distribuite su 28mila ettari di territorio.
"Olio Lucano" sarà il marchio che tutelerà l'intera produzione olivicola di qualità della Basilicata. Dalla Regione Basilicata è stato espresso ottimismo per una rapida conclusione dell'iter che in prima battuta deve portare alla protezione transitoria in Italia. Successivamente, occorre costituire il consorzio di filiera e presentare istanza di riconoscimento alla Commissione europea per la registrazione dell'Igp per tutto il territorio comunitario.
Dunque, si tratta di un primo passo, comunque importante.
E' stata data lettura pubblica della proposta di disciplinare di produzione dell'Igp, indicazione geografica protetta.
Il disciplinare include tutte le varietà di olivo regionali autoctone e non, la zona di produzione riguarda tutta la Basilicata. Nella regione lucana si produce l'1,4% dell'olio italiano ed è già registrata la Dop del Vulture. Sono 27 le varietà autoctone distribuite su 28mila ettari di territorio.
"Olio Lucano" sarà il marchio che tutelerà l'intera produzione olivicola di qualità della Basilicata. Dalla Regione Basilicata è stato espresso ottimismo per una rapida conclusione dell'iter che in prima battuta deve portare alla protezione transitoria in Italia. Successivamente, occorre costituire il consorzio di filiera e presentare istanza di riconoscimento alla Commissione europea per la registrazione dell'Igp per tutto il territorio comunitario.
Dunque, si tratta di un primo passo, comunque importante.