Nuovi sgomberi in vico Piave
Pericolo nuovi crolli. Pronta task force per valutare i rischi in tutto il quartiere
martedì 14 gennaio 2014
8.11
Il primo passo per mettere in sicurezza l'area coinvolta dal crollo delle due metà di palazzi in vico Piave riguarda altri sgomberi. Saranno in totale 10 le famiglie coinvolte nell'ordinanza e che dovranno lasciare, fino a nuovo ordine (quelle più adiacenti in modo definitivo dal civico 14 al civico 26, le altre con speranza di rientrare) le proprie abitazioni.
Non si possono ancora escludere nuovi crolli, soprattutto dei due muri rimasti scoperti dal crollo delle due ali di vico Piave 26. Dunque, la scelta di liberare da ogni possibile problematica l'intera area. Mentre rientrano le ordinanze per i civici dall'8 al 12 (tra l'altro molte delle case comprese in questi civici non abitate), vengono coinvolte ora le abitazioni dal civico 17 al 25. Una condizione che si perpetrerà sino a nuovo ordine, dal momento che la messa in sicurezza dell'area sarà lunga e complicata.
Dopo aver preso parte alla funzione religiosa in suffragio di Antonella Favale, infatti, il sindaco di Matera, Salvatore Adduce, l'assessore regionale, Aldo Berlinguer, il comandante dei Vigili del Fuoco di Matera, Eugenio Barisano, il vicepresidente della Provincia di Matera, Angelo Garbellano, il capo della Protezione civile regionale, Giovanni De Costanzo, il dirigente generale del Dipartimento Infrastrutture, Mario Cerverizzo, i dirigenti del Comune di Matera, Giuseppe Montemurro e Francesco Paolo Tataranni hanno effettuato un sopralluogo sulla zona, prima di instaurare un tavolo tecnico, con geometri e ingegneri comunali per prendere queste decisioni.
"Stiamo cercando di circoscrivere l'area - ha spiegato Adduce - ma non è facile limitarla. Siamo costretti a coinvolgere attualmente 10 nuclei familiari ai quali daremo tutto il sostegno possibile, fermo restando che chiunque dovrà agire immediatamente per propria iniziativa, in modo tale da abbreviare i tempi per un ritorno alla normalità, noi come Comune, in collaborazione con Provincia e Regione, faremo il possibile per essere al fianco di queste famiglie".
Su proposta dell'assessore regionale, Aldo Berlinguer, intanto, sarà realizzata una task force di esperti tecnici e universitari, per realizzare un vademecum di best practice per evitare l'eventuale ripetersi di episodi come quello di sabato mattina. "Ci troviamo davanti ad un paradosso inaccettabile. Non bastano le parole, abbiamo il dovere di spiegare. Il tempo è scaduto - ha esordito il neo assessore regionale Berlinguer - Sulle cause della vicende opererà la magistratura, mentre il nostro compito è quello di guardare avanti. Realizzeremo una task force di tecnici comunali, provinciali, regionali e universitari per un'analisi a tappeto del luogo e, guardando oltre, per capire la vulnerabilità di tutti gli stabili in zona, studiando i materiali di realizzazioni delle case".
Una pratica virtuosa per cambiare mentalità. "Servirà modificare il modo di vedere i controlli, non un'invasione della privacy, ma semplicemente il modo di evitare future tragedie. Basta pratiche inavvedute o contro il rispetto delle regole, il problema è culturale. Dobbiamo evitare gli esiti sciagurati ai quali andiamo incontro pensando che le regole siano solamente lesive della voglia di fare".
Ora bisognerà lavorare immediatamente alla messa in sicurezza dell'area, prima che la stessa sia posta sotto sequestro, e diventi intoccabile. Mentre si pensa anche alla possibilità di abbattere le parti degli edifici in pericolo, l'amministrazione comunale ha già dato e continuerà a dare assistenza con il Settore servizi sociali a coloro che hanno dovuto abbandonare la propria abitazione. Per tali necessità è possibile rivolgersi al numero telefonico: 0835 / 241278.
Non si possono ancora escludere nuovi crolli, soprattutto dei due muri rimasti scoperti dal crollo delle due ali di vico Piave 26. Dunque, la scelta di liberare da ogni possibile problematica l'intera area. Mentre rientrano le ordinanze per i civici dall'8 al 12 (tra l'altro molte delle case comprese in questi civici non abitate), vengono coinvolte ora le abitazioni dal civico 17 al 25. Una condizione che si perpetrerà sino a nuovo ordine, dal momento che la messa in sicurezza dell'area sarà lunga e complicata.
Dopo aver preso parte alla funzione religiosa in suffragio di Antonella Favale, infatti, il sindaco di Matera, Salvatore Adduce, l'assessore regionale, Aldo Berlinguer, il comandante dei Vigili del Fuoco di Matera, Eugenio Barisano, il vicepresidente della Provincia di Matera, Angelo Garbellano, il capo della Protezione civile regionale, Giovanni De Costanzo, il dirigente generale del Dipartimento Infrastrutture, Mario Cerverizzo, i dirigenti del Comune di Matera, Giuseppe Montemurro e Francesco Paolo Tataranni hanno effettuato un sopralluogo sulla zona, prima di instaurare un tavolo tecnico, con geometri e ingegneri comunali per prendere queste decisioni.
"Stiamo cercando di circoscrivere l'area - ha spiegato Adduce - ma non è facile limitarla. Siamo costretti a coinvolgere attualmente 10 nuclei familiari ai quali daremo tutto il sostegno possibile, fermo restando che chiunque dovrà agire immediatamente per propria iniziativa, in modo tale da abbreviare i tempi per un ritorno alla normalità, noi come Comune, in collaborazione con Provincia e Regione, faremo il possibile per essere al fianco di queste famiglie".
Su proposta dell'assessore regionale, Aldo Berlinguer, intanto, sarà realizzata una task force di esperti tecnici e universitari, per realizzare un vademecum di best practice per evitare l'eventuale ripetersi di episodi come quello di sabato mattina. "Ci troviamo davanti ad un paradosso inaccettabile. Non bastano le parole, abbiamo il dovere di spiegare. Il tempo è scaduto - ha esordito il neo assessore regionale Berlinguer - Sulle cause della vicende opererà la magistratura, mentre il nostro compito è quello di guardare avanti. Realizzeremo una task force di tecnici comunali, provinciali, regionali e universitari per un'analisi a tappeto del luogo e, guardando oltre, per capire la vulnerabilità di tutti gli stabili in zona, studiando i materiali di realizzazioni delle case".
Una pratica virtuosa per cambiare mentalità. "Servirà modificare il modo di vedere i controlli, non un'invasione della privacy, ma semplicemente il modo di evitare future tragedie. Basta pratiche inavvedute o contro il rispetto delle regole, il problema è culturale. Dobbiamo evitare gli esiti sciagurati ai quali andiamo incontro pensando che le regole siano solamente lesive della voglia di fare".
Ora bisognerà lavorare immediatamente alla messa in sicurezza dell'area, prima che la stessa sia posta sotto sequestro, e diventi intoccabile. Mentre si pensa anche alla possibilità di abbattere le parti degli edifici in pericolo, l'amministrazione comunale ha già dato e continuerà a dare assistenza con il Settore servizi sociali a coloro che hanno dovuto abbandonare la propria abitazione. Per tali necessità è possibile rivolgersi al numero telefonico: 0835 / 241278.