Natuzzi, decisioni rinviate al prossimo venerdì
L’azienda diserta l’incontro in Regione
martedì 18 ottobre 2016
14.34
La richiesta di armistizio è partita al termine dell'incontro tra Regione e sindacati per discutere il da farsi dopo l'avvio dei licenziamenti dettati dalla Natuzzi.
All'incontro erano presenti l'assessore regionale Sebastiano Leo, il presidente della Task Force Lavoro Leo Caroli, i componenti della Task Force Pirro e Di Schiena, il sindaco di Santeramo in Colle Michele D'Ambrosio e i rappresentanti sindacali e le RSU Filca Cisl, Feneal Uil e Fillea Cgil di Puglia e Basilicata.
L'azienda, invece, ha preferito declinare l'invito.
Durante l'incontro i sindacati hanno confermato la richiesta della Cassa Integrazione in deroga, ritenendo tale strumento "utile per supportare un piano industriale per la Natuzzi, considerati pure i risultati provocati dal piano di incentivazione all'esodo volontario".
Per riallacciare i rapporti con il Gruppo Natuzzi i sindacati si sono impegnati a non intraprendere altre azioni di protesta ed eventuali scioperi sino alla prossima riunione convocata sempre in Regione per il prossimo 21 ottobre.
L'azienda dal canto suo ha preferito non prendere parte alla riunione mettendo nero su bianco la propria posizione dichiarando di "non poter accogliere le condizioni poste dalla Regione Puglia, ovvero il ritiro delle lettere di licenziamento, essendo le stesse fuori dagli Accordi Sindacali e Istituzionali sin qui siglati dall'Azienda, all'interno dei quali ha sempre operato e continuerà a farlo, con lealtà, serietà e senso di responsabilità".
Natuzzi ricorda che il 14 ottobre dello scorso anno presso il Ministero dello Sviluppo Economico, è stato siglato un Accordo Sindacale, sottoscritto dai sindacati nazionali e territoriali, dal Ministero del Lavoro, dal Ministero dello Sviluppo Economico e dalle stesse Regioni Puglia e Basilicata, che prevedeva "un ultimo periodo di 12 mesi di cassa integrazione per cessazione delle attività di Ginosa, non rinnovabile".
"La firma di quell'Accordo – si legge in una nota ufficiale inviata dal Gruppo Natuzzi – sanciva anche la volontà delle parti di porre fine a un decennio di cassintegrazione che, pur avendo sostenuto il reddito dei collaboratori, non ha visto il realizzarsi delle condizioni per un loro rientro nelle attività produttive Natuzzi e non ha agevolato la loro ricollocazione presso altre aziende. Anzi, il perdurare della Cassa Integrazione si è ritorto contro le stesse aziende che vi fanno ricorso. È di pochi giorni fa la notizia dell'ennesimo blitz della Guardia di Finanza che ha scoperto ben 191 lavoratori in nero sul territorio pugliese, molti dei quali in cassintegrazione e operanti nel settore del mobile imbottito".
Per questo confermato l'impegno della società a costituire una New.Co. che svolga nel sito di Ginosa le attività di taglio del poliuretano per le imbottiture attualmente svolte all'esterno entro i prossimi 12-18 mesi per consentire la riassunzione di circa 104 collaboratori dei 290 attualmente in esubero.
All'incontro erano presenti l'assessore regionale Sebastiano Leo, il presidente della Task Force Lavoro Leo Caroli, i componenti della Task Force Pirro e Di Schiena, il sindaco di Santeramo in Colle Michele D'Ambrosio e i rappresentanti sindacali e le RSU Filca Cisl, Feneal Uil e Fillea Cgil di Puglia e Basilicata.
L'azienda, invece, ha preferito declinare l'invito.
Durante l'incontro i sindacati hanno confermato la richiesta della Cassa Integrazione in deroga, ritenendo tale strumento "utile per supportare un piano industriale per la Natuzzi, considerati pure i risultati provocati dal piano di incentivazione all'esodo volontario".
Per riallacciare i rapporti con il Gruppo Natuzzi i sindacati si sono impegnati a non intraprendere altre azioni di protesta ed eventuali scioperi sino alla prossima riunione convocata sempre in Regione per il prossimo 21 ottobre.
L'azienda dal canto suo ha preferito non prendere parte alla riunione mettendo nero su bianco la propria posizione dichiarando di "non poter accogliere le condizioni poste dalla Regione Puglia, ovvero il ritiro delle lettere di licenziamento, essendo le stesse fuori dagli Accordi Sindacali e Istituzionali sin qui siglati dall'Azienda, all'interno dei quali ha sempre operato e continuerà a farlo, con lealtà, serietà e senso di responsabilità".
Natuzzi ricorda che il 14 ottobre dello scorso anno presso il Ministero dello Sviluppo Economico, è stato siglato un Accordo Sindacale, sottoscritto dai sindacati nazionali e territoriali, dal Ministero del Lavoro, dal Ministero dello Sviluppo Economico e dalle stesse Regioni Puglia e Basilicata, che prevedeva "un ultimo periodo di 12 mesi di cassa integrazione per cessazione delle attività di Ginosa, non rinnovabile".
"La firma di quell'Accordo – si legge in una nota ufficiale inviata dal Gruppo Natuzzi – sanciva anche la volontà delle parti di porre fine a un decennio di cassintegrazione che, pur avendo sostenuto il reddito dei collaboratori, non ha visto il realizzarsi delle condizioni per un loro rientro nelle attività produttive Natuzzi e non ha agevolato la loro ricollocazione presso altre aziende. Anzi, il perdurare della Cassa Integrazione si è ritorto contro le stesse aziende che vi fanno ricorso. È di pochi giorni fa la notizia dell'ennesimo blitz della Guardia di Finanza che ha scoperto ben 191 lavoratori in nero sul territorio pugliese, molti dei quali in cassintegrazione e operanti nel settore del mobile imbottito".
Per questo confermato l'impegno della società a costituire una New.Co. che svolga nel sito di Ginosa le attività di taglio del poliuretano per le imbottiture attualmente svolte all'esterno entro i prossimi 12-18 mesi per consentire la riassunzione di circa 104 collaboratori dei 290 attualmente in esubero.