Mulino Alvino, rinviato il Consiglio Comunale
La discussione viene evitata e cotugno torna all'attacco: "Meraviglioso sopruso per la città"
mercoledì 19 febbraio 2014
08.00
La vicenda del Mulino Alvino non ha ancora una risposta, e il consigliere di maggioranza, Angelo Cotugno torna all'attacco. Questa volta, un mese dopo la prima, l'attenzione del componente del Consiglio comunale vuole vederci chiaro, e invia 10 domande da porre ai protagonisti della vicenda.
Dopo i precedenti richiami all'attenzione, sia in seno al Consiglio, che a mezzo stampa, era stata istituita una Commissione speciale per accertare fatti e circostanze giuridicamente rilevanti, di amministratori o di dipendenti, relativamente agli atti emessi in applicazione della legge 106/11, più nota come Piano casa. Sulla relazione della Commissione speciale si doveva dibattere nel Consiglio comunale programmato per il 14 febbraio, ma questo è stato rinviato a data da destinarsi.
A questo punto Cotugno suppone non si voglia affrontare il problema e specifica: "Avverto il dovere di intervenire ancora una volta su una questione importante e delicata affinché si possa agire, nell'interesse di tutti, con serenità e trasparenza", non insistendo sulle attività legate all'aspetto legislativo, visto l'interesse sulla vicenda del Tar, ma dal punto di vista pratico e attuativo.
Dunque, ha predisposto dieci domande da porre all'attenzione del sindaco, dell'assessore all'urbanistica e ai dirigenti interessati alla vicenda.
Le conclusioni di Cotugno sono chiare: "Intanto, in attesa che il Tar di Basilicata si pronunci sul ricorso dei cittadini, il Sindaco condivide le osservazioni ma ritiene che si stia (forse) procedendo bene, l'assessore all'urbanistica è arrabbiata con il suo dirigente ma non dice cosa e come bisogna fare, gli "architetti" con la loro "meravigliosa responsabilità" hanno svolto il loro compito e sono offesi dalle critiche, il dirigente si fa prendere da altre faccende, l'impresa fa ovviamente il suo mestiere e la città subisce. Tutto in attesa del 2019, con un ulteriore meraviglioso sopruso".
Dopo i precedenti richiami all'attenzione, sia in seno al Consiglio, che a mezzo stampa, era stata istituita una Commissione speciale per accertare fatti e circostanze giuridicamente rilevanti, di amministratori o di dipendenti, relativamente agli atti emessi in applicazione della legge 106/11, più nota come Piano casa. Sulla relazione della Commissione speciale si doveva dibattere nel Consiglio comunale programmato per il 14 febbraio, ma questo è stato rinviato a data da destinarsi.
A questo punto Cotugno suppone non si voglia affrontare il problema e specifica: "Avverto il dovere di intervenire ancora una volta su una questione importante e delicata affinché si possa agire, nell'interesse di tutti, con serenità e trasparenza", non insistendo sulle attività legate all'aspetto legislativo, visto l'interesse sulla vicenda del Tar, ma dal punto di vista pratico e attuativo.
Dunque, ha predisposto dieci domande da porre all'attenzione del sindaco, dell'assessore all'urbanistica e ai dirigenti interessati alla vicenda.
- E' possibile rilasciare un permesso a costruire nel quale il dirigente autorizza la costruzione di nuovi alloggi, un bel palazzone che solo oggi si evidenzia con tutto il suo discutibile impatto , e questa nuova costruzione è condizionata alla predisposizione di una convezione che dovrà essere votata dal consiglio comunale? (Normalmente le convenzioni si stipulano prima del rilascio di un permesso a costruire e comunque ed è quantomeno inusuale contrapporre un atto monocratico - quello firmato dal dirigente - ad una deliberazione del Consiglio Comunale l'approvazione della convenzione).
- Perché il dirigente non ha informato il Sindaco, la giunta ed il consiglio della mancata presentazione del progetto definitivo di riqualificazione funzionale dello storico "Molino Alvino"?
- Perché una questione così importante viene sottaciuta all'opinione pubblica?
- Perché gli ordini professionali, associazioni culturali e soggetti attivi continuano a mantenere un atteggiamento distaccato?
- Perché i qualificati professionisti che hanno promosso e progettato i due interventi non avvertono il dovere di dare qualche spiegazione così come hanno fatto quando si trattava di promuovere il progetto?
- Perché l'interesse pubblico, così evidente nell'intervento in oggetto, non trova un adeguato riscontro in alcun soggetto implicato nella vicenda : dirigente, professionisti, ditta?
- Perché alle sollecitazioni pubbliche, sulle quali anche il Sindaco é intervenuto, convenendo sull'obbligo della riqualificazione funzionale dello storico "Molino Alvino", non sono seguiti atti formali?
- Dove sta la "meravigliosa responsabilità dell'architetto" del suo ruolo "sociale" capace di dialogare con la volontà e le aspirazioni dell'impresa e le attese della città nel rispetto delle leggi?
- Cosa ha scelto "l'architetto" quando ha superato la paura fisica di quel "corpo sbranato" riferito allo storico "Molino Alvino" fatiscente, con solai a terra e vandalizzato?
- Quale è la storia di quel luogo che immagina "l'architetto", quale storia e memoria vuole che sia rispettata. In che modo "l'architetto" vuole comunicare riguardo lo storico "Molino Alvino", ciò che è stato nel suo contesto economico e sociale e in che modo vuole restituire alla città un manufatto storico restaurato, che dia lavoro, che gratifichi la proprietà e la Città, che si racconti e che sia scrigno delle belle storie?
Le conclusioni di Cotugno sono chiare: "Intanto, in attesa che il Tar di Basilicata si pronunci sul ricorso dei cittadini, il Sindaco condivide le osservazioni ma ritiene che si stia (forse) procedendo bene, l'assessore all'urbanistica è arrabbiata con il suo dirigente ma non dice cosa e come bisogna fare, gli "architetti" con la loro "meravigliosa responsabilità" hanno svolto il loro compito e sono offesi dalle critiche, il dirigente si fa prendere da altre faccende, l'impresa fa ovviamente il suo mestiere e la città subisce. Tutto in attesa del 2019, con un ulteriore meraviglioso sopruso".