Mercato del sabato, ambulanti pugliesi contro la decisione Tar

“Il 25 aprile non sarà il giorno della liberazione. Noi ambulanti non siamo carcerieri”

venerdì 24 aprile 2015 15.55
A cura di Marco Delli Noci
Dopo la decisione, da parte del Tar di Basilicata, di revocare il decreto che sospendeva l'efficacia della delibera sul trasferimento del mercato, le acque tra gli ambulanti pugliesi non si placano. Anzi, i commercianti andriesi, autori del ricorso iniziale contro il trasferimento, inaspriscono la polemica.

"Il giorno 25 aprile 2015 a Matera – affermano furibondi gli operatori commerciali pugliesi - non sarà il giorno della 'Liberazione', al contrario di quanto affermato ironicamente gli amministratori comunali in un video spot. Quindi rimandiamo al mittente accuse secondo le quali gli ambulanti del mercato di Matera vengono ancora oggi classificati come dei carcerieri che tengono in ostaggio la popolazione residente. Non è affatto così ed esprimersi in questi termini è offensivo e fuori luogo quindi in futuro si astengano certi personaggi dal fare queste affermazioni strumentali e ridicole".

Con una diversa decisione da parte del Tar, la reale vittoria sarebbe stata "la salvaguardia di alcuni fondamentali principi tutti elencati dettagliatamente nel ricorso degli ambulanti e in base al quale già il giudice, adottando adeguatamente il principio di precauzione e di prevenzione, decise la sospensione del trasferimento quindi la conseguente prosecuzione dell'attività mercatale nella vecchia area". Un ricorso annunciato, quello degli ambulanti andriesi, che avrebbe dovuto "mettere in guardia il comune di Matera che avrebbe dovuto avere la sensibilità e il senso di giustizia evitando frettolose azioni ingiustificate come l'esecuzione di piccoli sommari lavori pubblici che, essendo programmati, non c'era motivo iniziassero proprio in quel momento".

La decisione da parte del Tar di Basilicata, di certo non va giù: "Nell'audizione del 23 aprile 2015, a Potenza, l'organo giudiziario ha ritenuto che 'la continuazione del mercato nel rione San Giacomo produce maggiori inconvenienti rispetto al suo svolgimento nella zona Paip 2', senza predisporre una verifica certa e tecnica sullo stato dei luoghi e limitandosi all'osservazione del materiale fotografico prodotto basando, inoltre, l'assenza di pericolo di inquinamento elettromagnetico su di un rapporto Arpab del 9 ottobre 2012, quindi vecchio di tre anni e comunque trattasi di rilievi effettuati in assenza della collocazione del mercato e delle enormi quantità di materiale ferroso che sarà ivi collocato in un ambito in grado di attrarre migliaia e migliaia di persone".

Viene inoltre citata, nel provvedimento di revoca, una documentazione fotografica del 22 aprile 2015 "dalla quale si evince l'inizio dei lavori di rifacimento delle strade e dei marciapiedi del Rione San Giacomo, per cui deve ritenersi sussistente con effettivo pericolo per l'incolumità sia dei commercianti sia degli utenti del mercato. Ma le strade sono completamente libere ed è presente solo qualche mattoncino rimosso dai marciapiedi proprio in coincidenza con certi alcuni posteggi. Come dire, tutto predisposto proprio per evitare che il mercato potesse continuare a svolgersi in quel luogo e quindi procedere indisturbati con i proclami".

Per i commercianti di Unimpresa Bat la vicenda ha il sapore di una grossa beffa. Nonostante ciò, gli operatori commerciali andriesi non si arrendono: "Vogliamo continuare a credere che questa vicenda non sia ancora completamente e definitivamente conclusa così come vogliamo continuare a credere che la cultura sia un concetto non solo filosofico e astratto ma la reale apertura al democratico e leale confronto e all'attenzione verso gli interessi generali e non particolari ma a guardare certi filmati e a sentire certe affermazioni pare proprio che certi titoli invece di conquistarseli sul campo col merito qualcuno preferisce che gli vengano calati dal cielo".