Matera ricorda la strage nazista del 1943

L'anniversario giunge al suo 71simo anno

lunedì 22 settembre 2014 11.08
A cura di Marco Delli Noci
A Matera, oggi 21 settembre, si è ricordato il 71simo anniversario dell'eccidio nazista compiutosi durante l'insurrezione dei materani nel 1943. Durante la ribellione del 21 settembre 1943 persero la vita 24 persone di cui 16 cittadini materani.

Matera è stata la prima città del Sud Italia ad insorgere contro il nazifascismo. Tale merito fu riconosciuto nel 1966 dal ministro della difesa, Roberto Tremelloni, con la consegna alla città dei Sassi della medaglia d'argento al valore militare.

Gli episodi significativi che si ricordano furono molteplici: l'accoltellamento di un giovane soldato tedesco nella barberia di Campanaro, i due tedeschi uccisi nella gioielleria Caione in via San Biagio, il tedesco ucciso nel posto che i materani chiamavano "la luce elettrica" (ex palazzo dell'Enel) di via Lucana, l'esplosione della Milizia dove persero la vita quindici persone, il lancio di granate dalla balconata del campanile della Materdomini e gli scontri in via Cappelluti e in piazza Vittorio Veneto. Queste vicende sono ancora oggetto di discussione tra gli storici.

La cerimonia ufficiale ha seguito un itinerario in onore e in ricordo dei caduti presso i vari monumenti eretti nei luoghi delle stragi: il Cippo di via Lucana, la lapide in via Cappelluti, vicino la Camera di Commercio, e la lapide in via Lucana.

Hanno presieduto la commemorazione storica le diverse autorità: Angelo Tataranno, presidente ANPI Matera, Franco Stella, presidente della Provincia di Matera, Piero Lacorazza presidente del consiglio regionale della Basilicata, Salvatore Adduce, sindaco di Matera, Filippo Bubbico vice ministro dell'Interno.

Il sindaco di Matera, Salvatore Adduce ha dichiarato: "Questo 21 settembre ha a che fare con il nostro futuro? Noi rispondiamo si. E' imporante la memoria, il ricordo, la cultura della memoria, quella che non alimenta il rancore, ma che aumenta le voglia di correggere, di modificare, di aggiustare il tiro".

Adduce, poi, si è soffermato sulla memoria storica: "Troppo poco conosciuto e troppo sottovalutato fu quel 21 settembre materano. Troppe rimozioni ci furono. Ecco perché abbiamo salutato molto positivamente l'indagine storica di Vittorio Sebastiani. Lui si è affidato a un rapporto di un capitano inglese e ad ulteriori documenti per sviscerare cosa è accaduto. Non è stato un episodio frutto di una concatenazione di circostanze del tutto casuali, tutt'altro. Ci fu una strage, un eccidio che è giusto considerare in tutta la sua portata".

Piero Lacorazza, presidente del consiglio della Regione Basilicata, ha parlato di come la ricorrenza materana si ricollega alle vicende ordinarie: "La celebrazione del 21 settembre si intreccia quest'anno con una serie di anniversari importanti che impongono a noi tutti, alle istituzioni in primo luogo, alla politica, alle associazioni e ai cittadini una riflessione più in generale sui temi della pace, della sicurezza e della condivisione tra i popoli. Questi sono i valori fondanti della nostra democrazia, mentre viviamo un momento di forte incertezza: tanti conflitti che stanno interessando diverse aree del mondo, come Siria e Palestina. Tornano alla mente le tragedie del 900' che abbiamo il dovere di ricordare affinchè non si ripetano mai più".

Filippo Bubbico, vice-ministro dell'Interno, ha ringraziato Matera: "Esprimo un senso di gratitudine perché ancora una volta in questa città si confermano le ragioni della nostra democrazia e vivono i valori della nostra costituzione. La memoria deve alimentare il nostro futuro. Per questo la città dei Sassi è protagonista, capace di offrire un contributo per superare le gravi difficoltà che il nostro Paese sta vivendo".

Anche Franco Stella, presidente della Provincia, ha ricordato : "Oggi ricorre il 71° anniversario della liberazione dal nazismo. Una data che scuote le coscienze di un popolo che assiste, impotente, al dilagare di fenomeni oppressivi nel mondo. Quando si dice che l'uomo dalla storia non impara nulla, un po' per negligenza e un po' per pigrizia, lo si assolve rispetto alla responsabilità che noi tutti abbiamo di lavorare per la pace".

E ha concluso con una domanda provocatoria: "E oggi se non abbiamo bisogno di energia e di coraggio, di passione e verità per cambiare il presente e ridisegnare una geografia senza violenza, spazio di solidarietà e possibilità, di cosa abbiamo bisogno?".
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