Matera ha il suo poeta: Franco Palumbo
“U rispir du vicinonz - canzoniere materano”
giovedì 28 gennaio 2016
14.30
Il dialetto, collante che unisce tradizioni, luoghi, emozioni, testimonianze è il protagonista nelle pagine del volume di Franco Palumbo. Ma insieme al dialetto, appunto, ci sono le storie di un vissuto comune a molti materani, un vissuto che unisce il mondo contadino e quello intellettuale: un messaggio all'intera comunità.
«Le poesie sono state scritte nell'arco dell'intera vita (si spazia dagli anni '60 al 2000), ma sono state sempre conservate in un cassetto. Poi a gennaio 2011 ha deciso di consegnare la sua raccolta dattiloscritta a Franco Vitelli per permettergli di curare l'intera opera e ha fatto appena in tempo a vedere la prima parte completata», ha affermato il figlio di Franco, Giuseppe Palumbo. Edito da "Edizioni della Cometa", il libro è curato esattamente da Franco Vitelli e Francesco Bruni che guidano il lettore nell'opera e raccoglie 129 poesie in dialetto materano con la relativa traduzione in italiano. È corredato, inoltre, dalle illustrazioni di Giuseppe Palumbo, Angelo Palumbo, Guido Strazza, Assadour, Luigi Guerricchio, Mino Maccari, Alina Kalczynska.
Nella sala della fondazione Le Monacelle gremita di gente, ieri sera è stato presentato il volume tra occhi lucidi e voci tremolanti, ed erano presenti: Ferdinando Mirizzi, Maria Concetta Santoro, Davide Rondoni, Nicola De Blasi, Franco Vitelli, Francesco Bruni e la giornalista Beatrice Volpe. «Nella sue parole la comunità ha un valore pregnante: luogo di conoscenza, luogo di relazioni, luogo di memoria, ma anche luogo di cambiamento», ha affermato il professore Mirizzi. Ad intervallare la serata e a commuovere tutti è stato l'ascolto delle registrazioni di Franco Palumbo durante la lettura delle sue poesie: «Nei mesi precedenti alla sua scomparsa, ho convinto mio padre a registrare mentre leggeva i suoi componimenti. Oltre a essere una testimonianza davvero toccante per noi parenti e amici, queste note audio sono servite agli studiosi per canonizzare e familiarizzare con il dialetto materano», ha dichiarato Giuseppe Palumbo.
Il legame verace con la sua terra è onnipresente. Poesie dedicate alle tradizioni natalizie materane, canti dedicati alla Madonna della Bruna, versi sui mestieri antichi, sugli animali, e anche liriche indirizzate agli amici, come quella dedicata alle nozze dell'amico Raffaello De Ruggieri. Franco conserva i valori tradizionali nelle sue poesie e dà voce a verità a volte "amare" addolcendole con contorni fiabeschi. «Il respiro, il fiato, nella lingua ebraica indicano l'anima. E il polmone che ha dato "u rispir" a Franco Palumbo è caratterizzato da due elementi: l'arcaico e il cristiano», ha spiegato il poeta romagnolo Rondoni.
Matera ha il suo poeta ed è niente meno che Franco Palumbo, personalità di grande spessore umano e culturale. Non dimentichiamo che è stato tra i fondatori e presidente per diversi anni del "Circolo La Scaletta" di Matera, nonché presidente per sei anni del Comitato per i festeggiamenti di Maria Santissima della Bruna e presidente del "Rotary Club" nel 1997 e 1998. Un libro che racconta la storia e farà la storia.
a cura di Daniela Lella
«Le poesie sono state scritte nell'arco dell'intera vita (si spazia dagli anni '60 al 2000), ma sono state sempre conservate in un cassetto. Poi a gennaio 2011 ha deciso di consegnare la sua raccolta dattiloscritta a Franco Vitelli per permettergli di curare l'intera opera e ha fatto appena in tempo a vedere la prima parte completata», ha affermato il figlio di Franco, Giuseppe Palumbo. Edito da "Edizioni della Cometa", il libro è curato esattamente da Franco Vitelli e Francesco Bruni che guidano il lettore nell'opera e raccoglie 129 poesie in dialetto materano con la relativa traduzione in italiano. È corredato, inoltre, dalle illustrazioni di Giuseppe Palumbo, Angelo Palumbo, Guido Strazza, Assadour, Luigi Guerricchio, Mino Maccari, Alina Kalczynska.
Nella sala della fondazione Le Monacelle gremita di gente, ieri sera è stato presentato il volume tra occhi lucidi e voci tremolanti, ed erano presenti: Ferdinando Mirizzi, Maria Concetta Santoro, Davide Rondoni, Nicola De Blasi, Franco Vitelli, Francesco Bruni e la giornalista Beatrice Volpe. «Nella sue parole la comunità ha un valore pregnante: luogo di conoscenza, luogo di relazioni, luogo di memoria, ma anche luogo di cambiamento», ha affermato il professore Mirizzi. Ad intervallare la serata e a commuovere tutti è stato l'ascolto delle registrazioni di Franco Palumbo durante la lettura delle sue poesie: «Nei mesi precedenti alla sua scomparsa, ho convinto mio padre a registrare mentre leggeva i suoi componimenti. Oltre a essere una testimonianza davvero toccante per noi parenti e amici, queste note audio sono servite agli studiosi per canonizzare e familiarizzare con il dialetto materano», ha dichiarato Giuseppe Palumbo.
Il legame verace con la sua terra è onnipresente. Poesie dedicate alle tradizioni natalizie materane, canti dedicati alla Madonna della Bruna, versi sui mestieri antichi, sugli animali, e anche liriche indirizzate agli amici, come quella dedicata alle nozze dell'amico Raffaello De Ruggieri. Franco conserva i valori tradizionali nelle sue poesie e dà voce a verità a volte "amare" addolcendole con contorni fiabeschi. «Il respiro, il fiato, nella lingua ebraica indicano l'anima. E il polmone che ha dato "u rispir" a Franco Palumbo è caratterizzato da due elementi: l'arcaico e il cristiano», ha spiegato il poeta romagnolo Rondoni.
Matera ha il suo poeta ed è niente meno che Franco Palumbo, personalità di grande spessore umano e culturale. Non dimentichiamo che è stato tra i fondatori e presidente per diversi anni del "Circolo La Scaletta" di Matera, nonché presidente per sei anni del Comitato per i festeggiamenti di Maria Santissima della Bruna e presidente del "Rotary Club" nel 1997 e 1998. Un libro che racconta la storia e farà la storia.
a cura di Daniela Lella