Matera 90 e l'aumento del cemento in città
Mutamenti a Mezzogiorno e Città plurale vogliono scongiurare il sopravvento del "mattone" anche in un'area di interesse storico e naturale
mercoledì 26 marzo 2014
8.28
Cemento e mattoni per l'espansione a sud della città, il progetto "Matera 90" sta per sbarcare in Consiglio comunale, e ci sono tutti i presupposti che inducono a pensare che sarà una nuova tappa verso l'incremento degli alloggi nel già colmo tessuto urbano.
Infatti, erano già 10 anni che si parlava di case per circa 80.000 abitanti, quando la popolazione residente, ad oggi, non supera le 60.000 unità. A tal proposito sono intervenute le associazioni "Mutamenti a Mezzogiorno" e "Città plurale", in una conferenza che denuncia l'approvazione, a breve, di una nuova variante al piano urbanistico, per troppo tempo derogato e giunto ad un punto in cui l'espansione del "mattone" in città è diventato incontrollato.
Con il progetto "Matera 90", nato da un consorzio di cooperative, si punta a modificare l'area sud, la zona di Contrada San Francesco, la zona che comprende l'attuale sede dell'Asm in via Montescaglioso. Oltre 50 ettari interessati, per una nuova informata di alloggi, oltre che un aumento della spesa pubblica per i servizi da irrogare. Sicuramente uno scontro immane con il programma dell'amministrazione, teso inizialmente al non consumo di suolo per nuove aree edificabili.
Ma c'è di più. La zona interessata, che tende verso la Murgia e verso un territorio intriso di complessi rupestri, dovrebbe essere un'area da salvaguardare, piuttosto che ricoprire di cemento. Questa la denuncia più forte delle associazioni di cittadini "Mutamenti a Mezzogiorno" e "Città plurale", interessate ai beni della città.
Per tutti questi motivi, le due associazioni, che hanno indetto una conferenza stampa per parlare a tutta la città di queste problematiche, hanno elencato una serie di provvedimenti affinché il progetto "Matera 90" non provochi danni al tessuto urbano, come: la salvaguardia di cave, tombe e complessi rupestri presenti nella zona, ma non entrati nelle cartografie presentate; dare uniformità con il prossimo Regolamento urbanistico a "Matera 90"; evitare passaggi di proprietà tra pubblico e privato; definire, in fase di programmazione, le zone e le abitazioni da dedicare all'edilizia convenzionata e a canone concordato; lasciare le aree dell'Asm interessate solamente da interventi per la collettività, cioè pubbliche, ma anche aumentare dal 5% al 10% lo spazio da dedicare a progetti di edilizia sociale.
Un passaggio importante per l'amministrazione, sul quale le associazioni non abbasseranno l'attenzione, ma sulle quali tutti i cittadini dovrebbero porre grandissima attenzione per evitare una nuova ondata di cementificazione, soprattutto per una zona che ha resistito all'urto del "mattone" per molti anni, hanno voluto sottolineare le associazioni.
Infatti, erano già 10 anni che si parlava di case per circa 80.000 abitanti, quando la popolazione residente, ad oggi, non supera le 60.000 unità. A tal proposito sono intervenute le associazioni "Mutamenti a Mezzogiorno" e "Città plurale", in una conferenza che denuncia l'approvazione, a breve, di una nuova variante al piano urbanistico, per troppo tempo derogato e giunto ad un punto in cui l'espansione del "mattone" in città è diventato incontrollato.
Con il progetto "Matera 90", nato da un consorzio di cooperative, si punta a modificare l'area sud, la zona di Contrada San Francesco, la zona che comprende l'attuale sede dell'Asm in via Montescaglioso. Oltre 50 ettari interessati, per una nuova informata di alloggi, oltre che un aumento della spesa pubblica per i servizi da irrogare. Sicuramente uno scontro immane con il programma dell'amministrazione, teso inizialmente al non consumo di suolo per nuove aree edificabili.
Ma c'è di più. La zona interessata, che tende verso la Murgia e verso un territorio intriso di complessi rupestri, dovrebbe essere un'area da salvaguardare, piuttosto che ricoprire di cemento. Questa la denuncia più forte delle associazioni di cittadini "Mutamenti a Mezzogiorno" e "Città plurale", interessate ai beni della città.
Per tutti questi motivi, le due associazioni, che hanno indetto una conferenza stampa per parlare a tutta la città di queste problematiche, hanno elencato una serie di provvedimenti affinché il progetto "Matera 90" non provochi danni al tessuto urbano, come: la salvaguardia di cave, tombe e complessi rupestri presenti nella zona, ma non entrati nelle cartografie presentate; dare uniformità con il prossimo Regolamento urbanistico a "Matera 90"; evitare passaggi di proprietà tra pubblico e privato; definire, in fase di programmazione, le zone e le abitazioni da dedicare all'edilizia convenzionata e a canone concordato; lasciare le aree dell'Asm interessate solamente da interventi per la collettività, cioè pubbliche, ma anche aumentare dal 5% al 10% lo spazio da dedicare a progetti di edilizia sociale.
Un passaggio importante per l'amministrazione, sul quale le associazioni non abbasseranno l'attenzione, ma sulle quali tutti i cittadini dovrebbero porre grandissima attenzione per evitare una nuova ondata di cementificazione, soprattutto per una zona che ha resistito all'urto del "mattone" per molti anni, hanno voluto sottolineare le associazioni.