Matera 3.0: "Bennardi perde i pezzi sull’Ater"
Non c’è maggioranza al voto
sabato 4 dicembre 2021
17.54
"Il dato politico che emerge dal consiglio comunale del 30 novembre è che la maggioranza del governo Bennardi non c'è al voto sull'Ater, un voto importante poiché, oltre a determinare una ferita per la città, sancisce, definitivamente, l'entrata, del partito di Bennardi, nella storia più biasimata della città: quella dell'uso delle deroghe e delle varianti urbanistiche, figlie di assenza di programmazione e pianificazione urbanistica, e, quindi, di uno sviluppo organico e armonico tra residenzialità e servizi".
Questo l'inizio della nota del movimento Matera 3.0 che analizzano la situazione politica della maggioranza guidata dal sindaco Domenico Bennardi. Il comunicato poi prosegue:
"La variante urbanistica dell'ex asilo del Rione G. Fortunato, mascherata da deroga, ha, inoltre, l'aggravante della recente approvazione del regolamento urbanistico, appena sconfessato con il provvedimento in oggetto, con una disinvoltura e contraddizione rispetto a quanto viene dichiarato dall'assessore, nonché attuale vice sindaco, nei discorsi e nei convegni.
La maggioranza, dopo solo un anno, ha perso per strada Scarciolla e Tosti di Matera 3.0, dichiaratesi all'opposizione per l'impossibilità di condividere un percorso politico che vede il programma elettorale e il perimetro di maggioranza cambiato, nonché per l'impossibilità di condividere il "patto di lealtà", sia perché presentato unilateralmente, in piena continuità con il modus operandi di Bennardi, e del suo cerchio magico, di imporre le decisioni dall'alto, sia poiché contiene vere e proprie perle giuridiche di illiberalità e antidemocraticità, ma su questo ci torneremo.
Inoltre, la maggioranza ha perso per strada il voto di Liborio Nicoletti, contrario, e gli astenuti Iosca e Milia Parisi che così fanno mancare la maggioranza della coalizione, che ottiene 17 voti solo grazie all'ex leghista Lisurici, sconfessando così il mantra di una crisi superata e la ritrovata armonia del Bennardi bis nel giorno del battesimo della nuova giunta e del nuovo vice sindaco, che subiscono, così, una battuta d'arresto in partenza.
Ciononostante, apprendiamo con stupore che il partito di Bennardi, per nascondere questo fallimento politico, strumentalizza il voto su un emendamento di bilancio per soli 5000 € alla mensa di Don Giovanni Mele e 5000 € alla mensa di Don Angelo Tataranni, accusando l'opposizione di essere assente al voto. Occorre evidenziare, in primo luogo, che l'assenza al voto è determinata dalla impossibilità di lavorare proficuamente con la maggioranza, come mostrato dalla vicenda G. Fortunato, ove, nonostante l'opposizione tutta avesse motivato abbondantemente la contrarietà al provvedimento e abbia chiesto alla maggioranza di rivederlo mancando la condivisione da parte della cittadinanza, la maggioranza si è mostrata sorda a tali richieste e persino ai suoi stessi consiglieri, costretti all'astensione o al voto contrario.
In secondo luogo, invitiamo la maggioranza ad una più attenta riflessione e a non farsi prendere da facili demagogie: vorremmo far notare, per fare solo un esempio, che sulle macro voci dei debiti fuori bilancio, del valore di diversi milioni di €, approvati sempre a mani basse, portati in commissione il giorno prima, rendendo i consiglieri impossibilitati a esercitare la propria funzione di controllo, attraverso il necessario approfondimento funzionale a comprenderne cause e responsabilità, la maggioranza non ha ricercato né responsabilità in chi o che cosa abbia causato queste debitorie, nè si sono posti in essere strumenti e/o azioni per evitare, nel futuro, il formarsi di nuovi debiti, rispetto ai quali l'attività politica e di governo può fare molto.
Si preferisce, invece, fare propaganda sulla pelle dei più deboli, evidentemente per nascondere le proprie difficoltà politiche e di governo, si preferisce ignorare gli sprechi della cattiva gestione e poi ergersi a paladini della giustizia, raschiando poche briciole dal fondo del barile. L'invito, quindi, è a lavorare su macro questioni che potrebbero davvero determinare un impatto profondo rispetto a disuguaglianze e povertà diffuse in città, e su tali questioni la maggioranza ci troverà pronte e disponibili, ma in modo coerente e nel rispetto di tutti i ruoli e di tutti i temi".
Questo l'inizio della nota del movimento Matera 3.0 che analizzano la situazione politica della maggioranza guidata dal sindaco Domenico Bennardi. Il comunicato poi prosegue:
"La variante urbanistica dell'ex asilo del Rione G. Fortunato, mascherata da deroga, ha, inoltre, l'aggravante della recente approvazione del regolamento urbanistico, appena sconfessato con il provvedimento in oggetto, con una disinvoltura e contraddizione rispetto a quanto viene dichiarato dall'assessore, nonché attuale vice sindaco, nei discorsi e nei convegni.
La maggioranza, dopo solo un anno, ha perso per strada Scarciolla e Tosti di Matera 3.0, dichiaratesi all'opposizione per l'impossibilità di condividere un percorso politico che vede il programma elettorale e il perimetro di maggioranza cambiato, nonché per l'impossibilità di condividere il "patto di lealtà", sia perché presentato unilateralmente, in piena continuità con il modus operandi di Bennardi, e del suo cerchio magico, di imporre le decisioni dall'alto, sia poiché contiene vere e proprie perle giuridiche di illiberalità e antidemocraticità, ma su questo ci torneremo.
Inoltre, la maggioranza ha perso per strada il voto di Liborio Nicoletti, contrario, e gli astenuti Iosca e Milia Parisi che così fanno mancare la maggioranza della coalizione, che ottiene 17 voti solo grazie all'ex leghista Lisurici, sconfessando così il mantra di una crisi superata e la ritrovata armonia del Bennardi bis nel giorno del battesimo della nuova giunta e del nuovo vice sindaco, che subiscono, così, una battuta d'arresto in partenza.
Ciononostante, apprendiamo con stupore che il partito di Bennardi, per nascondere questo fallimento politico, strumentalizza il voto su un emendamento di bilancio per soli 5000 € alla mensa di Don Giovanni Mele e 5000 € alla mensa di Don Angelo Tataranni, accusando l'opposizione di essere assente al voto. Occorre evidenziare, in primo luogo, che l'assenza al voto è determinata dalla impossibilità di lavorare proficuamente con la maggioranza, come mostrato dalla vicenda G. Fortunato, ove, nonostante l'opposizione tutta avesse motivato abbondantemente la contrarietà al provvedimento e abbia chiesto alla maggioranza di rivederlo mancando la condivisione da parte della cittadinanza, la maggioranza si è mostrata sorda a tali richieste e persino ai suoi stessi consiglieri, costretti all'astensione o al voto contrario.
In secondo luogo, invitiamo la maggioranza ad una più attenta riflessione e a non farsi prendere da facili demagogie: vorremmo far notare, per fare solo un esempio, che sulle macro voci dei debiti fuori bilancio, del valore di diversi milioni di €, approvati sempre a mani basse, portati in commissione il giorno prima, rendendo i consiglieri impossibilitati a esercitare la propria funzione di controllo, attraverso il necessario approfondimento funzionale a comprenderne cause e responsabilità, la maggioranza non ha ricercato né responsabilità in chi o che cosa abbia causato queste debitorie, nè si sono posti in essere strumenti e/o azioni per evitare, nel futuro, il formarsi di nuovi debiti, rispetto ai quali l'attività politica e di governo può fare molto.
Si preferisce, invece, fare propaganda sulla pelle dei più deboli, evidentemente per nascondere le proprie difficoltà politiche e di governo, si preferisce ignorare gli sprechi della cattiva gestione e poi ergersi a paladini della giustizia, raschiando poche briciole dal fondo del barile. L'invito, quindi, è a lavorare su macro questioni che potrebbero davvero determinare un impatto profondo rispetto a disuguaglianze e povertà diffuse in città, e su tali questioni la maggioranza ci troverà pronte e disponibili, ma in modo coerente e nel rispetto di tutti i ruoli e di tutti i temi".