Macroregioni, Pittella rilancia la posizione lucana
"Nessuna soppressione, la piccola Basilicata sarà il motore di questa innovazione"
martedì 25 marzo 2014
8.29
Paura per la soppressione della Basilicata, Marcello Pittella, Governatore lucano rilancia e pone la sua Regione come motore di un grande rinnovamento, quello di collaborazione tra le amministrazioni dell'intero sud Italia.
"Penso ad un'apertura d'ali che implichi una visione sinergica con le altre regioni del Sud, includo anche il discorso sugli investimenti in cultura. Tema che necessita di una sprovincializzazione e di un rilancio in chiave europea ed internazionale - sottolinea Pittella - E sono stato felice di poterne parlare a Matera, durante i lavori di apertura della mostra "La grande bellezza della cineteca lucana". Perché è da Matera che potrebbe partire, ma in fondo è già partita, la spinta per rilanciare il nostro Sud. Per ridargli dignità, visione, autonomia, capacità di investire, di programmare. In una parola, futuro".
Importante il coinvolgimento di tutto il Mezzogiorno. "E' un processo, a mio avviso, inarrestabile che deve portarci a considerare un nuovo meridione e un nuovo meridionalismo, fuori, definitivamente, dal piagnisteo dal quale troppo spesso siamo stati depressi, isolati, rallentati, abbandonati alla deriva del pessimismo, dell'immobilismo. Non ci saranno fusioni a freddo - assicura il Governatore della Basilicata - né alcuna soppressione della nostra Regione, ma solo una programmazione meridionale sinergica e di ampio respiro. Non accadrà nulla che non sia stato generato, discusso e metabolizzato anche attraverso un dibattito dal basso, in Consiglio regionale, nei partiti, nella società civile".
Ma, c'è sempre un ma. "Ma qualcosa deve cambiare - continua Pittella - Sarebbe poco lungimirante non capire che c'è un processo in atto che va governato, una necessità impellente di fare cose nuove. E' forse l'ultima occasione di agganciare, anche attraverso una corretta e visionaria programmazione delle risorse europee, una modernità che altrimenti ci vedrà esclusi. Infrastrutture in primis, ma anche ambiente e territorio. Pensare che possano esistere barriere in grado di difendere orticelli è un pensiero tanto antico, quanto irrealizzabile. Non oggi, non qui, nella nostra piccola Basilicata" continua a rassicurare il presidente della Regione.
Dunque, serve il rinnovamento ed essere in testa a questo cambiamento potrebbe essere fondamentale. "Per la nostra Regione, essere alla guida di un percorso di rinnovamento vero, costruendo relazioni con le altre regioni, non può che essere un'opportunità e noi stiamo lavorando in questo senso, per guadagnarci sul campo quella funzione di cerniera a cui possiamo aspirare, uscendo dai nostri confini, facendo conoscere le nostre bellezze, i nostri territori, le nostre peculiarità. Il primo passo è capire come valorizzare vocazioni territoriali creando sinergie. C'è un vuoto istituzionale nel Sud che va colmato nel rapporto con il governo centrale e con le altre regioni. Il processo di condivisione programmatica e progettuale, è già in atto e si sta rivelando essenziale. Un processo che è uno strumento per semplificare la pianificazione e la programmazione territoriale, riducendo sprechi e sovrapposizioni di competenze tra Stato e Regioni".
"Penso ad un'apertura d'ali che implichi una visione sinergica con le altre regioni del Sud, includo anche il discorso sugli investimenti in cultura. Tema che necessita di una sprovincializzazione e di un rilancio in chiave europea ed internazionale - sottolinea Pittella - E sono stato felice di poterne parlare a Matera, durante i lavori di apertura della mostra "La grande bellezza della cineteca lucana". Perché è da Matera che potrebbe partire, ma in fondo è già partita, la spinta per rilanciare il nostro Sud. Per ridargli dignità, visione, autonomia, capacità di investire, di programmare. In una parola, futuro".
Importante il coinvolgimento di tutto il Mezzogiorno. "E' un processo, a mio avviso, inarrestabile che deve portarci a considerare un nuovo meridione e un nuovo meridionalismo, fuori, definitivamente, dal piagnisteo dal quale troppo spesso siamo stati depressi, isolati, rallentati, abbandonati alla deriva del pessimismo, dell'immobilismo. Non ci saranno fusioni a freddo - assicura il Governatore della Basilicata - né alcuna soppressione della nostra Regione, ma solo una programmazione meridionale sinergica e di ampio respiro. Non accadrà nulla che non sia stato generato, discusso e metabolizzato anche attraverso un dibattito dal basso, in Consiglio regionale, nei partiti, nella società civile".
Ma, c'è sempre un ma. "Ma qualcosa deve cambiare - continua Pittella - Sarebbe poco lungimirante non capire che c'è un processo in atto che va governato, una necessità impellente di fare cose nuove. E' forse l'ultima occasione di agganciare, anche attraverso una corretta e visionaria programmazione delle risorse europee, una modernità che altrimenti ci vedrà esclusi. Infrastrutture in primis, ma anche ambiente e territorio. Pensare che possano esistere barriere in grado di difendere orticelli è un pensiero tanto antico, quanto irrealizzabile. Non oggi, non qui, nella nostra piccola Basilicata" continua a rassicurare il presidente della Regione.
Dunque, serve il rinnovamento ed essere in testa a questo cambiamento potrebbe essere fondamentale. "Per la nostra Regione, essere alla guida di un percorso di rinnovamento vero, costruendo relazioni con le altre regioni, non può che essere un'opportunità e noi stiamo lavorando in questo senso, per guadagnarci sul campo quella funzione di cerniera a cui possiamo aspirare, uscendo dai nostri confini, facendo conoscere le nostre bellezze, i nostri territori, le nostre peculiarità. Il primo passo è capire come valorizzare vocazioni territoriali creando sinergie. C'è un vuoto istituzionale nel Sud che va colmato nel rapporto con il governo centrale e con le altre regioni. Il processo di condivisione programmatica e progettuale, è già in atto e si sta rivelando essenziale. Un processo che è uno strumento per semplificare la pianificazione e la programmazione territoriale, riducendo sprechi e sovrapposizioni di competenze tra Stato e Regioni".