“La città che legge”, la cultura passa dalla lettura
La neonata associazione si presenta al pubblico materano
lunedì 22 giugno 2015
8.56
"Leggere, in fondo, non vuol dire altro che creare un piccolo giardino all'interno della nostra memoria. Ogni bel libro porta qualche elemento, un'aiuola, un viale, una panchina sulla quale riposarsi quando si è stanchi. Anno dopo anno, lettura dopo lettura, il giardino si trasforma in parco". E' la citazione, contenuta nel libro "Cara Mathilda", di una delle più famose scrittrici italiane, Susanna Tamaro, che comprende l'intento della neonata associazione culturale "La città che legge": promuovere il vero significato della lettura attraverso iniziative come letture collettive, caffè letterari, concorsi di lettura.
La sfida, intrapresa da Antonella Ciervo, Lucia Maffei, Patrizia Orofino e Antonella Padula, è stata lanciata a Matera nell'ambito di un'iniziativa culturale, dove sei lettori hanno colto l'invito de "La città che legge" a leggere pagine di libri, da loro stessi particolarmente sentiti. Dunque, letture contenenti storie accattivanti e riflessioni profonde: da "La risposta è nelle stelle" di Nicholas Sparks a "ll principe" di Niccolò Machiavelli, da Madame Bovary di Gustave Flaubert all'Odissea di Omero, per poi passare a "Il Gattopardo" di Giuseppe Tomasi di Lampedusa e "Che cosa strana è il mondo" di Jean D'Ormesson.
Per la Ciervo è una sfida ardua, ma non impossibile: "Nonostante la Regione Basilicata sia collocata nelle ultime posizioni d'Italia riguardo la lettura con dati imbarazzanti, a Matera abbiamo capito che c'è un potenziale inespresso". E poi ha proseguito: "Ogni città dovrebbe offrire tutti gli strumenti adatti per capire la realtà che ci circonda. In questo senso la lettura è comprensione, capacità di valutazione e analisi di critica".
"Si può contribuire – ha spiegato il presidente dell'associazione, Antonella Ciervo – passo per passo a modificare le abitudini della gente. Ad esempio, andare in biblioteca per leggere testi antichi e preziosissimi del 1800: ecco un cittadino nel tempo libero può farlo". Ma bisogna abbattere i muri della pigrizia mentale, come? "La pigrizia va provocata. Nei prossimi mesi promuoveremo altre iniziative che non riguarderanno solo la lettura. Realizzeremo degli incontri in cui si parlerà della storia dei lucani e degli italiani, di come raccontare una favola trasformandola in storia contemporanea. Infatti alcuni dei nostri riferimenti sono le diverse fasce d'età; ci chiediamo e vogliamo comprendere meglio come e cosa leggono gli anziani e i bambini di oggi". Oltre ai contatti con le scuole, l'associazione vuole instaurare rapporti con "la casa circondariale di Matera" perchè "nel bene e nel male, in carcere c'è molto tempo da spendere e si può uscire rieducati". Sotto questo punto di vista, conclude la Ciervo, "la rieducazione potrebbe passare dalla lettura".
A dare un tocco di creatività all'incontro, tenutosi alla Mediateca provinciale di Matera, gli studenti dell'istituto professionale "I. Morra" che hanno realizzato borse, braccialetti, collane, e piantine utilizzando la carta di giornali, riviste e libri. Gli alunni sono stati seguiti con un occhio di riguardo dalle insegnanti, Rosaria Scaraia, Palma Domenichiello, Angela Gravina, Stella Maragno e Carmela Gagliardi. "La vera essenza di questi lavori – hanno affermato con convinzione le docenti - è nella creatività e nella manualità dei nostri ragazzi. La creatività è un elemento fondamentale che aiuterà i nostri allievi a risolvere problematiche in futuro nei molteplici contesti lavorativi".
La sfida, intrapresa da Antonella Ciervo, Lucia Maffei, Patrizia Orofino e Antonella Padula, è stata lanciata a Matera nell'ambito di un'iniziativa culturale, dove sei lettori hanno colto l'invito de "La città che legge" a leggere pagine di libri, da loro stessi particolarmente sentiti. Dunque, letture contenenti storie accattivanti e riflessioni profonde: da "La risposta è nelle stelle" di Nicholas Sparks a "ll principe" di Niccolò Machiavelli, da Madame Bovary di Gustave Flaubert all'Odissea di Omero, per poi passare a "Il Gattopardo" di Giuseppe Tomasi di Lampedusa e "Che cosa strana è il mondo" di Jean D'Ormesson.
Per la Ciervo è una sfida ardua, ma non impossibile: "Nonostante la Regione Basilicata sia collocata nelle ultime posizioni d'Italia riguardo la lettura con dati imbarazzanti, a Matera abbiamo capito che c'è un potenziale inespresso". E poi ha proseguito: "Ogni città dovrebbe offrire tutti gli strumenti adatti per capire la realtà che ci circonda. In questo senso la lettura è comprensione, capacità di valutazione e analisi di critica".
"Si può contribuire – ha spiegato il presidente dell'associazione, Antonella Ciervo – passo per passo a modificare le abitudini della gente. Ad esempio, andare in biblioteca per leggere testi antichi e preziosissimi del 1800: ecco un cittadino nel tempo libero può farlo". Ma bisogna abbattere i muri della pigrizia mentale, come? "La pigrizia va provocata. Nei prossimi mesi promuoveremo altre iniziative che non riguarderanno solo la lettura. Realizzeremo degli incontri in cui si parlerà della storia dei lucani e degli italiani, di come raccontare una favola trasformandola in storia contemporanea. Infatti alcuni dei nostri riferimenti sono le diverse fasce d'età; ci chiediamo e vogliamo comprendere meglio come e cosa leggono gli anziani e i bambini di oggi". Oltre ai contatti con le scuole, l'associazione vuole instaurare rapporti con "la casa circondariale di Matera" perchè "nel bene e nel male, in carcere c'è molto tempo da spendere e si può uscire rieducati". Sotto questo punto di vista, conclude la Ciervo, "la rieducazione potrebbe passare dalla lettura".
A dare un tocco di creatività all'incontro, tenutosi alla Mediateca provinciale di Matera, gli studenti dell'istituto professionale "I. Morra" che hanno realizzato borse, braccialetti, collane, e piantine utilizzando la carta di giornali, riviste e libri. Gli alunni sono stati seguiti con un occhio di riguardo dalle insegnanti, Rosaria Scaraia, Palma Domenichiello, Angela Gravina, Stella Maragno e Carmela Gagliardi. "La vera essenza di questi lavori – hanno affermato con convinzione le docenti - è nella creatività e nella manualità dei nostri ragazzi. La creatività è un elemento fondamentale che aiuterà i nostri allievi a risolvere problematiche in futuro nei molteplici contesti lavorativi".