L’Assessore Acito replica a Confapi Matera su Piano Strategico

“Sorprende la superficialità con la quale la stessa abbia affrontato il nascente confronto”

mercoledì 18 gennaio 2017 14.42
Non sorprende la velocità con cui Confapi Matera è intervenuta nel dibattito innescato dal primo incontro sulle linee guida del Piano Strategico della città di Matera. Sorprende, invece, la superficialità con la quale la stessa abbia affrontato il nascente confronto". Lo dichiara, in una lettera aperta, l'assessore al Comune di Matera Enzo Acito.

"Serve chiarire i presupposti iniziali di questa discussione che ha interessato, in sedute diverse, le associazioni ambientaliste, i sindacati, gli ordini professionali, le associazioni culturali e le associazioni datoriali. In questo primo incontro - prosegue Acito - sono stati esposte le sintesi dei tre documenti base per l'inizio del confronto: il Piano Karrer, il dossier di candidatura per Matera 2019 ed il rapporto Svimez 2016. Documenti in totale di circa 500 pagine che Confapi è riuscita a metabolizzare nelle 48 ore intercorse, sabato e domenica compresi, tra l'incontro ed il suo comunicato stampa, probabilmente anche con la costituzione di un apposito gruppo di lavoro che è riuscito ad incontrarsi e ad analizzare, sempre nelle 48 ore, i contenuti della documentazione che era già a disposizione, alla data dell' incontro, sul sito del comune alla voce Piano Strategico. Evidentemente è sfuggito, a Confapi, che questo è stato un incontro preliminare ad uno o più incontri pubblici dove la Città sarà invitata a fornire le sue valutazioni e riflessioni su uno strumento fondamentale come il Piano Strategico. È sfuggito, a Confapi, che il Piano Strategico è stato elaborato dal prof. Karrer nel 2009, mai sottoposto alla discussione della Città, e che, pur avendo dimostrato che la gran parte di quelle analisi sono tuttora attuali, la discussione è stata integrata con il dossier di candidatura per Matera 2019, altro documento strategico insieme al rapporto Svimez 2016 che dedica, alla Città di Matera, un apposito capitolo. Sfugge, sempre a Confapi, che la corretta richiesta di confronto e di dibattito pubblico, mai attuata dalla data di presentazione del piano Karrer (2009), è stata insistentemente richiesta dai consigli comunali dell' Amministrazione Adduce e durante numerosi dibattiti pubblici nei quali si lamentava, e si lamenta ancora, la scarsa disponibilità dell' amministrazione al confronto ed alla costruzione condivisa della visione futura della città. Sugge, a Confapi, che il piano Karrer, per la gran parte ancora attuale, individua, nel Piano di azione, 7 linee strategiche che sono sufficientemente dettagliate per fornire, a chi vuole leggerle, indicazioni sulle proposte che potrebbero pervenire dalla società civile. Sfugge, a Confapi, che il dossier di candidatura contiene le indicazioni degli obiettivi che Matera si deve porre per il 2019 per utilizzare la cultura come propellente di un futuro aperto, utilizzando la tecnologia digitale per costruire infrastrutture culturali, accrescere la visibilità della città, a livello internazionale, ed il suo potenziale turistico.

Evidentemente Confapi non ha colto la parte del rapporto Svimez dove si assegna, nel percorso verso Matera 2019, un ruolo fondamentale all'industria culturale collegata ai settori produttivi ed ai servizi orientati all' innovazione. Evidentemente per Confapi tutto questo non coinvolge minimamente la imprenditoria locale in contraddizione con la dichiarazione, questa condivisa, che le piccole e medie imprese sono la spina dorsale della economia del territorio. Ricordo, a Confapi, come ripetutamente segnalato, che le linee guida proposte, a valle dell'analisi dei documenti disponibili, non costituiscono orientamenti immodificabili, ma primi indirizzi che possono essere modificati, integrati, emendati, sostituiti proprio con il contributo della Città che viene invitata a partecipare ed a fornire le proprie idee. La partecipazione alla pianificazione strategica, sinora latitante sul tema dal 2009, finalmente è stata innescata e la prima reazione di chiusura di un'associazione imprenditoriale spero sia un caso isolato rispetto alla voglia di partecipazione e confronto di cui la Città ne sente la impellente necessità. I tempi residui sino al 2019 ci impongono di stringere le fila per proporre il meglio che questa Città è in grado di offrire, passando dalla fase del "cosa fare", come indicato nel piano Karrer, nel dossier Matera 2019 e nel rapporto Svimez, alla fase del "come fare" che significa come attuare le azioni necessarie in vista dell' appuntamento del 2019. Serve uno scatto di operatività ed esecutività, applicare la legge del COME FARE e non più solamente la legge del COSA FARE, senza trascurare che la pianificazione a medio termine deve iniziare ad essere costruita sin da ora per delineare lo sviluppo della Città oltre il 2019. Con questi presupposti erano state individuate le 5 linee guida ed aspettiamo altre proposte concrete, confidando in una partecipazione costruttiva e consapevole, finalizzata esclusivamente all'interesse collettivo".