Incremento CSS, “silenzio stridente dell’amministrazione comunale”
La denuncia del Comitato No Inceneritore contro la richiesta di Italcementi
lunedì 9 novembre 2015
19.29
Si attendono ancora le agognate risposte ufficiali in merito alla richiesta - formulata da Italcementi - di incrementare il CSS (Combustibile Solido Secondario) di circa 60.000 tonnellate/anno nell'inceneritore situato in zona 'Trasanello'. Dunque, altro materiale da incenerire che potrebbe aggiungersi a combustibili attualmente in uso, quali pet-coke, pneumatici, materiali plastici ed altro.
Sul piede di guerra il Comitato No Inceneritore che esprime tutto il suo dissenso relativamente ad un pericolo, secondo gli attivisti, ormai imminente: "La minaccia che a 3 km da Matera, oltre a petcoke, fluff e pneumatici, vengano bruciati nel cementificio/inceneritore 60.000 tonnellate all'anno, cioè 60 milioni di chili, di immondizia triturata (CSS) è sempre più reale! Un volume di fumi derivati dall'incenerimento dei rifiuti che così aumenterebbe di ben 5 volte. Ben cinque volte più diossina, più metalli pesanti, più particolato, più microinquinanti, più CO2, più ossidi di azoto, più cattivi odori, più aria irrespirabile. L'unica certezza sarà che l'aria che respireranno i cittadini ed i bambini materani non sarà più pulita e certamente non profumerà di violette".
L'amministrazione comunale non si è ancora pronunciata sulla vicenda che tiene con il fiato sospeso l'intera città. "Registriamo l'assoluto silenzio – denunciano dal Comitato - e l'imbarazzante indifferenza di chi dovrebbe amministrare e tutelare la salute dei materani, a cominciare dal Sindaco De Ruggieri, passando per l'intera giunta per finire ai consiglieri comunali, con una sola eccezione". Un silenzio che "stride ancora più di fronte al chiaro diniego espresso qualche settimana fa dal comune di Santeramo che tra l'altro è ben più lontano dalle ciminiere del cementificio. Evidentemente, e fortunatamente per loro, la salute dei santermani per i loro amministratori vale molto di più di quella dei materani".
Però è giunta l'ora, concludono gli attivisti, che gli amministratori della città dei Sassi prendano in mano le redini dell'importante questione, rispondendo all'inevitabile domanda: "Costringere i cittadini materani a respirare i fumi di 60 milioni di chili di immondizia inceneriti nei forni del cementificio procurando ingenti utili economici all'azienda o tutelare la salute dei propri cittadini?".
Sul piede di guerra il Comitato No Inceneritore che esprime tutto il suo dissenso relativamente ad un pericolo, secondo gli attivisti, ormai imminente: "La minaccia che a 3 km da Matera, oltre a petcoke, fluff e pneumatici, vengano bruciati nel cementificio/inceneritore 60.000 tonnellate all'anno, cioè 60 milioni di chili, di immondizia triturata (CSS) è sempre più reale! Un volume di fumi derivati dall'incenerimento dei rifiuti che così aumenterebbe di ben 5 volte. Ben cinque volte più diossina, più metalli pesanti, più particolato, più microinquinanti, più CO2, più ossidi di azoto, più cattivi odori, più aria irrespirabile. L'unica certezza sarà che l'aria che respireranno i cittadini ed i bambini materani non sarà più pulita e certamente non profumerà di violette".
L'amministrazione comunale non si è ancora pronunciata sulla vicenda che tiene con il fiato sospeso l'intera città. "Registriamo l'assoluto silenzio – denunciano dal Comitato - e l'imbarazzante indifferenza di chi dovrebbe amministrare e tutelare la salute dei materani, a cominciare dal Sindaco De Ruggieri, passando per l'intera giunta per finire ai consiglieri comunali, con una sola eccezione". Un silenzio che "stride ancora più di fronte al chiaro diniego espresso qualche settimana fa dal comune di Santeramo che tra l'altro è ben più lontano dalle ciminiere del cementificio. Evidentemente, e fortunatamente per loro, la salute dei santermani per i loro amministratori vale molto di più di quella dei materani".
Però è giunta l'ora, concludono gli attivisti, che gli amministratori della città dei Sassi prendano in mano le redini dell'importante questione, rispondendo all'inevitabile domanda: "Costringere i cittadini materani a respirare i fumi di 60 milioni di chili di immondizia inceneriti nei forni del cementificio procurando ingenti utili economici all'azienda o tutelare la salute dei propri cittadini?".