Incontro Caritas, i candidati sindaco a confronto sul sociale

Lavoro, ambiente e sviluppo al centro del confronto e sull'edilizia volano stracci

venerdì 15 maggio 2015 9.21
A cura di Marco Delli Noci
Manca davvero poco, anzi pochissimo, alle tanto attese elezioni comunali di Matera. Un'attesa palpitante, indicativa di come la città dei Sassi senta il momento decisivo per il proprio destino comunitario. E pertanto i cittadini vogliono ascoltare le intenzioni e i programmi dei candidati alla carica di sindaco, in occasioni di comizi e confronti pubblici.

Ultimo spazio, in ordine di tempo, dedicato al confronto tra i gli stessi candidati alla carica di primo cittadino è stato l'incontro organizzato dalla Caritas al cinema Comunale. Argomento principe dell'appuntamento imperdibile, il sociale. Tema ampio suddiviso in 4 macro-aree: lavoro, emergenza abitativa, inclusione sociale e il supporto alla famiglia tradizionale.

Prima del via al confronto è intervenuto il direttore della Caritas, Anna Maria Cammisa, che ha voluto fortemente il dibattito: "La Caritas, insieme alla Diocesi di Matera-Irsina, è in atteggiamento di ascolto e ha voluto intensamente questo momento di confronto, per dare ai cittadini elementi di valutazione in più riguardo la propria scelta politica in vista delle comunali". E ricorda, citando Paolo VI: "Politica è arte nobile e difficile, forma più alta di carità".

Le danze si aprono con la prima scottante discussione sul tema del lavoro. Come può la nomina a Capitale europea della cultura declinarsi in termini occupazionali per la città? Il primo ad essere sollecitato è il sindaco uscente e candidato per il prossimo mandato comunale, Salvatore Adduce: "Da questo grande risultato possono provenire conseguenze pratiche di lavoro, soprattutto per i giovani nell'ambito dell'innovazione e della creatività. Il turismo, con l'aumento di 584 posti letto in questi 5 anni, crea lavoro in diversi ambiti".

Mentre Raffaello De Ruggeri, si affida al potere contrattuale assunto dalla città dopo la nomina: "Per creare lavoro servono investimenti, credo molto in capitali esterni. Ma dobbiamo utilizzare il potere contrattuale acquisito grazie alla nomina europea, in Regione, in Italia in Europa. Ad esempio, le aree produttive potrebbero ottenere una fiscalità di vantaggio, sempre grazie alla contrattazione".

Antonio Cappiello, in disaccordo con l'avvocato e in linea con un'idea di protezionismo: "Le risorse devono essere investite da imprenditori materani, non utilizzando risorse esterne". Invece l'idea imprenditoriale del candidato Angelo Tortorelli, punta sulla condivisione: "Bisogna condividere scelte imprenditoriali per creare occupazione, come con la vicina Puglia. E la fase di crescita occupazionale, va gestita anche da parte dell'amministrazione che deve vigilare su eventuali infiltrazioni malavitose".
Per Antonio Materdomini, "un gran contributo all'occupazione può essere dato dalla raccolta rifiuti 0, aumentando il numero degli occupati in questo settore". Franco Vespe, invece punta sulla risorsa sociale, "la nuova classe dirigente di giovani competenti, senza nessun legame clientelare", e sull'industria del terziario avanzato, "potenziando la Geodesia e l'Agrobios, due fiori all'occhiello del settore ricerca".

La seconda macro-area riguarda l'emergenza abitativa, causata secondo Vespe, Tortorelli, Materdomini e De Ruggeri "dalla presenza di un cartello d'imprenditori edilizi che costruiscono, tenendo alti i fitti delle case", con gli annessi problemi della "cementificazione selvaggia, soprattutto nella periferia cittadina" e del "clientelismo dell'Ater". Adduce si difende strenuamente: "Non sono per il consumo di suolo, ma il settore edilizio è in caduta libera e bisogna rinvigorirlo. E cerchiamo – aggiunge stizzito - di scrollarci i luoghi comuni". Mentre Cappiello cavalca l'onda del pensiero 'salviniano': "Al primo posto gli italiani rispetto agli stranieri, anche sul criterio di assegnazione case da parte dell'Ater".

In merito all'inclusione sociale e all'affiancamento dei soggetti più deboli, Tortorelli spiega la sua posizione: "Le parrocchie, la Caritas, il volontariato sociale, devono supplire al ruolo istituzionale dell'amministrazione, quando il pubblico non riesce a garantire assistenza. L'amministrazione non può sopperire a tutto, il ruolo del volontariato è necessario". Ma dopo l'intervento di Cappiello sui "cinesi che hanno invaso le aree produttive materane", la discussione scivola sul tema immigrazione. Su questo punto tutti i candidati sindaci, da Materdomini ad Adduce, passando per Vespe, De Ruggeri e Tortorelli si schierano "in difesa di persone che scappano da paesi dove ci sono guerre civili", dunque, "bisogna essere solidali e accoglienti verso di loro, ripensando anche ai nostri antenati".

Ultima macro-area, il supporto alla famiglia tradizionale. Per Adduce, "Matera ha già dato buoni esempi su questo fronte, ad esempio l'assistenza ai disabili grazie a ingenti risorse rivenienti dal bilancio comunale". Ed aggiunge impietoso: "Se dovesse mancare il bilancio comunale, incriniamo il rapporto con le famiglie". Invece Vespe ha le idee chiare sul supporto alla famiglia con "un piano regolatore sociale: vogliamo conoscere quali sono i reali bisogni delle famiglie materane ed agire di conseguenza". Mentre gli altri candidati sindaco si allineano ribadendo il ruolo di supporto delle parrocchie e di un proficuo rapporto che l'amministrazione comunale deve avere con la Caritas.

Al termine dell'incontro il direttore della Caritas ha lanciato una nuova proposta a proposito di "un tavolo della povertà", insieme a tutti i candidati sindaci "mettendo da parte le rivalità palesi e nascoste, per unire le forze". Competizione elettorale o solidarietà? Ai candidati sindaco l'arduo compito di scegliere.
Incontro Caritas, i candidati sindaco a confronto sul sociale
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