Inchiesta "Rimborsopoli": Santochirico assolto per la terza volta

Una vicenda che si è chiusa dopo più di dieci anni

venerdì 27 settembre 2024 21.09
Con la formula più ampia, perché il fatto non sussiste, l'ex presidente del Consiglio regionale della Basilicata Vincenzo Santochirico (Pd) è stato assolto dalle accuse di peculato e falsità ideologica in atti pubblici. Tre i procedimenti giudiziari in cui è stato indagato e in tutti e tre è stato assolto. Santochirico è stato coinvolto nella cosiddetta "Rimborsopoli lucana" che nel 2013 portò ad elezioni anticipate in Basilicata, con l'inchiesta che fece rumore per presunte false attestazioni presentate da consiglieri o gruppi per i rimborsi relativi all'espletamento del mandato, proprio nel periodo in cui era più accesa la 'bagarre' sui costi della politica e sulla 'spending review'.

Santochirico Insieme ad altri consiglieri regionali, nel 2013 è stato sottoposto a due procedimenti penali in relazione a rimborsi per spese di rappresentanze ed era stato assolto già in sede di udienza preliminare, senza arrivare a dibattimento. Per un altro capo di imputazione, relativo a spese di rappresentanza per circa 1.000 euro, è stato rinviato a giudizio e, dopo 8 anni, nei quali è maturata la prescrizione a cui ha rinunciato, oggi è stato assolto dal Tribunale di Potenza. A comunicarlo è stato lo stesso Santochirico che è stato assistito dalla legale Angela Pignatari.

"Con tutte e tre le sentenze - ha detto - è stato accertato che non vi sono mai state, da parte mia, né appropriazione di denaro della pubblica amministrazione (peculato ex art. 314 cp) né attestazioni non corrispondenti al vero (falsità ideologica in atti pubblici ex art. 483 cp)''. Dalla rimborsopoli ''sono passati 11 lunghi anni, durante i quali, per un impegno politico e morale assunto all'epoca, da me rispettato, non ho partecipato ad alcuna competizione elettorale né assunto cariche istituzionali. Ho persino rifiutato incarichi onorifici di carattere professionale, come la partecipazione alla commissione degli esami di avvocato e a quella uno dei più prestigiosi concorsi nazionali''. Per arrivare a sentenza, ha rinunciato alla prescrizione.

"La triplice assoluzione non ripaga il prezzo troppo alto pagato - ha dichiarato - ma almeno ristabilisce la verità dei fatti e rende onore e dignità. E mi restituisce la piena libertà, ingiustamente negata per tanto, troppo tempo, di poter partecipare pienamente alla vita del tempo attuale".