Inchiesta petrolio, Speranza: “Avrei voluto discutere l’emendamento”

Il duro attacco del deputato democratico a Renzi

martedì 5 aprile 2016 8.54
A cura di Marco Delli Noci
Sempre più fitta la polemica che ruota attorno all'inchiesta giudiziaria sul giacimento lucano Tempa Rossa realizzato dalla Total. Un'indagine che ha provocato un forte scossone al governo italiano, tanto da indurre alle dimissioni l'ormai ex ministro dello sviluppo economico, Federica Guidi, non indagata ma coinvolta pienamente nella vicenda.

Questione scatenante anche malumori all'interno del Partito Democratico. Grande rilevanza assume l'attacco sferrato al segretario dem, Matteo Renzi, dal deputato lucano di area democratica, Roberto Speranza. Nel caso specifico l'esponente della minoranza PD alla Camera, ancora una volta, lamenta la mancanza di confronto tra i democratici. "Renzi rivendica l'emendamento? – si chiede provocatoriamente Speranza - Io intanto avrei voluto discuterne. Penso che in un grande partito funzioni così, perché quello è un emendamento che stravolge le regole sul terreno delle autorizzazioni petrolifere. Un emendamento del genere un grande partito lo discute alla luce del sole e si confronta".

Dall'inchiesta scottante è risultato che Guidi avrebbe assicurato al compagno, Gianluca Gemelli, di includere - nell'ambito della legge di stabilità 2015 – un emendamento che lo avrebbe favorito nei suoi interessi imprenditoriali tramite un subappalto dall'importo di circa 2 miliardi di euro, per eseguire lavori nel giacimento lucano di idrocarburi di Tempa Rossa.

Sul merito delle indagini Speranza vuole vederci chiaro: "Le cose che abbiamo appreso sinceramente sono inquietanti. Io penso che siamo un partito che guida il paese, la magistratura faccia il suo lavoro, ma la politica deve rafforzare i propri anticorpi". "Ministero e multinazionali del petrolio – conclude Speranza – devono essere controparti. C'e' un problema che riguarda interessi privati che devono essere distinti dagli interessi pubblici".

Tra l'altro sulla vicenda giudiziaria si è espressa anche l'Ugl Basilicata, con toni molto duri. "L'Ugl ritiene necessario fare chiarezza – affermano i sindacalisti Giordano e Tancredi - su ciò che sta emergendo in queste ore in modo che tutte le responsabilità si delineino in maniera chiara e che chi ha sbagliato paghi. Le vicende degli ultimi giorni necessitano che i diversi livelli istituzionali facciano totale chiarezza su quanto è nel loro potere per tutelare la salute dei cittadini e l'interesse della Basilicata con atti conseguenti su cosa si è consumato sulla vicenda estrazione petrolio. Non è tollerabile che si continui a fare polemica, su problematiche mai risolte. La gente è stanca di una politica che di fronte agli allarmi dei cittadini e di quanto da sempre è stato denunciato, ha sottovaluto la gravità della situazione. Se qualcuno ha sbagliato deve pagare".