Incendio Raro, la Confapi risponde a Materdomini
Ai dubbi sulle operazioni di messa in sicurezza dell’area del M5s, arrivano alcune precisazioni della Confapi
mercoledì 15 agosto 2018
9.46
In seguito all'incendio che aveva distrutto l'opificio dell'azienda Raro, produttrice di detergenti professionali, il consigliere pentastellato Antonio Materdomini aveva sollevava dubbi sulla sicurezza, lamentando l'assenza di iniziative a riguardo, soprattutto da parte dell'amministrazione comunale.
"Ci sono giunte voci di allarme e preoccupazione dell'intera cittadinanza riguardo la salubrità dell'aria, la possibile presenza di cemento-amianto nel tetto dell'opificio crollato e sul pericolo strutturale di un capannone non ancora messo in sicurezza- aveva scritto Materdomini nella sua interrogazione al sindaco di Matera-non si ha ancora notizia sulle tempistiche, sulla natura e sull'esito delle rilevazioni ambientali da parte degli enti intervenuti.
Non si ha notizia nemmeno riguardo la possibilità da parte dei cittadini residenti nell'area P.A.I.P. e dell'intera zona nord della città di poter vivere la quotidianità senza particolari precauzioni o restrizioni per non incorrere in problemi di salute.
Al momento non si conoscono ancora le procedure messe in atto per la bonifica e la messa in sicurezza dell'area o, più banalmente, non esistono".
Sulla vicenda, al di là della polemica con l'amministrazione comunale messa in atto dai Cinque Stelle, alcuni chiarimenti si sono resi necessari, soprattutto per tranquillizzare i cittadini.
E alcune precisazioni sono arrivate dall'azienda, tramite la Confapi, alla quale i titolari della impresa materana sono associati.
"Confapi Matera precisa che, al di là dell'aspetto politico che in questa sede non rileva, dagli accertamenti effettuati dagli organi competenti non risultano all'Associazione problemi ambientali che riguardino eventuali emissioni in atmosfera, né rischi per la sicurezza dei cittadini e degli imprenditori che popolano l'area Paip della città"- spiegano dall'associazione degli imprenditori.
La Confapi contesta l'affermazione secondo cui "non esistono procedure messe in atto per la bonifica e la messa in sicurezza dell'area".
Alla Raro è stata recapitata una ordinanza dal Comune che stabilisce le modalità e la tempistica per la demolizione e la messa in sicurezza dell'opificio.
"Esiste dunque un piano di sicurezza e un'attività già partita con affidamenti a ditte specializzate"- puntualizzano da Confapi, che invita le forze politiche a non speculare sulla vicenda, una "tragedia che ha colpito la Raro, gli imprenditori, i lavoratori e loro famiglie, perché in questo momento la lotta politica deve lasciare il passo alla solidarietà e alla collaborazione, nell'interesse dell'azienda e dei cittadini".
L'Associazione si dice sicura che l'impresa stia profondendo il massimo sforzo per riuscire a garantire la continuità delle attività, provando ad assicurare il futuro lavorativo all'azienda e ai suoi dipendenti.
"Ci sono giunte voci di allarme e preoccupazione dell'intera cittadinanza riguardo la salubrità dell'aria, la possibile presenza di cemento-amianto nel tetto dell'opificio crollato e sul pericolo strutturale di un capannone non ancora messo in sicurezza- aveva scritto Materdomini nella sua interrogazione al sindaco di Matera-non si ha ancora notizia sulle tempistiche, sulla natura e sull'esito delle rilevazioni ambientali da parte degli enti intervenuti.
Non si ha notizia nemmeno riguardo la possibilità da parte dei cittadini residenti nell'area P.A.I.P. e dell'intera zona nord della città di poter vivere la quotidianità senza particolari precauzioni o restrizioni per non incorrere in problemi di salute.
Al momento non si conoscono ancora le procedure messe in atto per la bonifica e la messa in sicurezza dell'area o, più banalmente, non esistono".
Sulla vicenda, al di là della polemica con l'amministrazione comunale messa in atto dai Cinque Stelle, alcuni chiarimenti si sono resi necessari, soprattutto per tranquillizzare i cittadini.
E alcune precisazioni sono arrivate dall'azienda, tramite la Confapi, alla quale i titolari della impresa materana sono associati.
"Confapi Matera precisa che, al di là dell'aspetto politico che in questa sede non rileva, dagli accertamenti effettuati dagli organi competenti non risultano all'Associazione problemi ambientali che riguardino eventuali emissioni in atmosfera, né rischi per la sicurezza dei cittadini e degli imprenditori che popolano l'area Paip della città"- spiegano dall'associazione degli imprenditori.
La Confapi contesta l'affermazione secondo cui "non esistono procedure messe in atto per la bonifica e la messa in sicurezza dell'area".
Alla Raro è stata recapitata una ordinanza dal Comune che stabilisce le modalità e la tempistica per la demolizione e la messa in sicurezza dell'opificio.
"Esiste dunque un piano di sicurezza e un'attività già partita con affidamenti a ditte specializzate"- puntualizzano da Confapi, che invita le forze politiche a non speculare sulla vicenda, una "tragedia che ha colpito la Raro, gli imprenditori, i lavoratori e loro famiglie, perché in questo momento la lotta politica deve lasciare il passo alla solidarietà e alla collaborazione, nell'interesse dell'azienda e dei cittadini".
L'Associazione si dice sicura che l'impresa stia profondendo il massimo sforzo per riuscire a garantire la continuità delle attività, provando ad assicurare il futuro lavorativo all'azienda e ai suoi dipendenti.