Imu e Tasi, tasse esorbitanti su capannoni e laboratori
La denuncia di Confartigianato
martedì 16 giugno 2015
11.27
In Basilicata capannoni e laboratori di piccole imprese artigiane sono tassati in modo esorbitante, come beni di lusso. La somma delle imposizioni fiscali, Imu e Tasi, grava sugli immobili produttivi fino a sfiorare il 10 per mille, (esattamente 9,97 per mille; 10,16 per mille a Matera e 9,87 per mille a Potenza).
Questa è la denuncia, nel giorno di scadenza dei pagamenti, di Confartigianato che sottolinea il raffronto in base alle aliquote fissate per il 2014: il valore medio nazionale dell'Imu, è pari al 9,38 per mille, mentre quello della Tasi tocca lo 0,59 che corrisponde ad un prelievo totale del 9,97.
Il passaggio dall'Ici all'Imu e quindi alla Tasi tra il 2011 ed il 2014 – evidenzia Confartigianato - ha fatto lievitare del 153,5% il prelievo sugli immobili. Per le famiglie tutto ciò si è tradotto in un aumento medio di 616 euro, importo che è pressoché equivalente alla spesa media annua delle famiglie italiane per alberghi, pensioni, e viaggi organizzati (641 euro/anno). L'arrivo della Tasi, segnala ancora Confartigianato, ha determinato un impatto maggiore proprio sugli immobili diversi dalla prima casa: l'analisi sui possessori di immobili "persone fisiche" indica infatti che il prelievo medio Imu-Tasi del 2014 rispetto all'Imu del 2012 aumenta del 18,4% su seconde case e immobili strumentali delle imprese e scende invece del 10% per le abitazioni principali. Un'altra anomalia riguarda poi quella che si può definire la "tassa sulla tassa" causata dalla indeducibilità totale o parziale di queste imposte che pesa in maniera considerevole sui bilanci delle imprese. E, quel che è più grave, tra il 2012 e il 2014, la tassazione sugli strumenti di lavoro delle imprese è aumentata del 18,4%, mentre nello stesso biennio le tasse sulle abitazioni principali sono diminuite del 10%. In media, in due anni ciascun imprenditore ha subito un aumento di 138 euro della pressione fiscale sugli immobili produttivi.
"Le tasse sugli immobili che cittadini e imprenditori vedono lievitare di anno in anno rappresentano una costosa ipoteca sulle prospettive di ripresa economica – denuncia il presidente di Confartigianato, Antonio Miele - Alle complicazioni derivanti dalla giungla di aliquote diverse si aggiunge il loro costante aumento, che grava in modo assurdo sugli immobili produttivi delle imprese, tassati alla stregua di seconde case. Come se produrre e dare lavoro fosse un lusso. Ci auguriamo che il Governo corregga finalmente queste storture con l'introduzione della nuova Local tax, che dal prossimo anno dovrebbe sostituire Imu e Tasi. E' assurdo tassare gli immobili produttivi delle imprese come se fossero seconde case o beni di lusso. Come si può essere competitivi con una zavorra tanto pesante sulle spalle? Che fine ha fatto l'annunciata riforma della tassazione immobiliare all'insegna della semplificazione e della riduzione delle aliquote?".
Questa è la denuncia, nel giorno di scadenza dei pagamenti, di Confartigianato che sottolinea il raffronto in base alle aliquote fissate per il 2014: il valore medio nazionale dell'Imu, è pari al 9,38 per mille, mentre quello della Tasi tocca lo 0,59 che corrisponde ad un prelievo totale del 9,97.
Il passaggio dall'Ici all'Imu e quindi alla Tasi tra il 2011 ed il 2014 – evidenzia Confartigianato - ha fatto lievitare del 153,5% il prelievo sugli immobili. Per le famiglie tutto ciò si è tradotto in un aumento medio di 616 euro, importo che è pressoché equivalente alla spesa media annua delle famiglie italiane per alberghi, pensioni, e viaggi organizzati (641 euro/anno). L'arrivo della Tasi, segnala ancora Confartigianato, ha determinato un impatto maggiore proprio sugli immobili diversi dalla prima casa: l'analisi sui possessori di immobili "persone fisiche" indica infatti che il prelievo medio Imu-Tasi del 2014 rispetto all'Imu del 2012 aumenta del 18,4% su seconde case e immobili strumentali delle imprese e scende invece del 10% per le abitazioni principali. Un'altra anomalia riguarda poi quella che si può definire la "tassa sulla tassa" causata dalla indeducibilità totale o parziale di queste imposte che pesa in maniera considerevole sui bilanci delle imprese. E, quel che è più grave, tra il 2012 e il 2014, la tassazione sugli strumenti di lavoro delle imprese è aumentata del 18,4%, mentre nello stesso biennio le tasse sulle abitazioni principali sono diminuite del 10%. In media, in due anni ciascun imprenditore ha subito un aumento di 138 euro della pressione fiscale sugli immobili produttivi.
"Le tasse sugli immobili che cittadini e imprenditori vedono lievitare di anno in anno rappresentano una costosa ipoteca sulle prospettive di ripresa economica – denuncia il presidente di Confartigianato, Antonio Miele - Alle complicazioni derivanti dalla giungla di aliquote diverse si aggiunge il loro costante aumento, che grava in modo assurdo sugli immobili produttivi delle imprese, tassati alla stregua di seconde case. Come se produrre e dare lavoro fosse un lusso. Ci auguriamo che il Governo corregga finalmente queste storture con l'introduzione della nuova Local tax, che dal prossimo anno dovrebbe sostituire Imu e Tasi. E' assurdo tassare gli immobili produttivi delle imprese come se fossero seconde case o beni di lusso. Come si può essere competitivi con una zavorra tanto pesante sulle spalle? Che fine ha fatto l'annunciata riforma della tassazione immobiliare all'insegna della semplificazione e della riduzione delle aliquote?".