Imu agricola, Copagri sugli scudi
“L’Imu agricola deve essere abolita per il 2014 e le annualità successive”
sabato 11 aprile 2015
"Non si può prendere posizione sull'Imu in agricoltura con un semplice 'tweet' su un social network. Questo, piuttosto, dovrebbe avvenire attraverso il nuovo Documento di Economia e Finanza (DEF) che in questi giorni si sta perfezionando nei palazzi romani". Lo afferma Nicola Minichino, presidente della Confederazione dei produttori agricoli (Copagri) di Basilicata, che interviene su quelli che definisce "i nuovi 'messaggini' che si leggono nelle pagine dei vari social. La posizione della Copagri a riguardo è chiara e precisa: l'Imu agricola va abolita già per quanto riguarda il 2014, così come per le annualità successive".
Il presidente lucano di Copagri sottolinea che "gli obiettivi del DEF sono in buona parte condivisibili, in quanto includono l'agricoltura, cosa che in passato oltre che raramente, è accaduto in modo molto parziale. Ciò che riteniamo interessante è, tra l'altro, che la realizzazione di tutta una serie di intenti sia stata in modo esplicito calendarizzata entro l'anno".
Minichino, però, fa notare che "manca un obiettivo fondamentale: quello dell'abolizione dell'Imu, che rappresenta un'imposta insostenibile, che di conseguenza ha demotivato tantissimi imprenditori nel proseguire nelle loro attività. Molti di essi sono intenzionati a vendere le proprie aziende. Ma con tale fardello fiscale non vi è certo qualcuno che sia disponibile a subentrare". Pertanto, e a maggior ragione "chiediamo che l'abolizione dell'Imu sia inserita con il vaglio dei ministri competenti prima che il DEF vada all'approvazione definitiva del Governo, perché le risorse vanno cercate altrove".
Un altro argomento sul quale il presidente Minichino pone attenzione è il Piano straordinario per il Made in Italy, "rispetto al quale – afferma – chiediamo che la rappresentanza delle imprese agricole sia coinvolta a pieno titolo ed in modo chiaro".
Il presidente lucano di Copagri sottolinea che "gli obiettivi del DEF sono in buona parte condivisibili, in quanto includono l'agricoltura, cosa che in passato oltre che raramente, è accaduto in modo molto parziale. Ciò che riteniamo interessante è, tra l'altro, che la realizzazione di tutta una serie di intenti sia stata in modo esplicito calendarizzata entro l'anno".
Minichino, però, fa notare che "manca un obiettivo fondamentale: quello dell'abolizione dell'Imu, che rappresenta un'imposta insostenibile, che di conseguenza ha demotivato tantissimi imprenditori nel proseguire nelle loro attività. Molti di essi sono intenzionati a vendere le proprie aziende. Ma con tale fardello fiscale non vi è certo qualcuno che sia disponibile a subentrare". Pertanto, e a maggior ragione "chiediamo che l'abolizione dell'Imu sia inserita con il vaglio dei ministri competenti prima che il DEF vada all'approvazione definitiva del Governo, perché le risorse vanno cercate altrove".
Un altro argomento sul quale il presidente Minichino pone attenzione è il Piano straordinario per il Made in Italy, "rispetto al quale – afferma – chiediamo che la rappresentanza delle imprese agricole sia coinvolta a pieno titolo ed in modo chiaro".