Il sindaco interviene sull'appello dell'Arcivescovo Caiazzo

"Per quel che mi riguarda, continuo a lavorare perché gli ostacoli si trasformino in ponti"

venerdì 31 marzo 2017 10.41
"Il progetto comune per la città, richiamato nella lettera aperta dell'Arcivescovo, mons. Caiazzo, ha il valore non solo del richiamo ma della necessità di condivisione alla quale tutti noi, ci auguriamo si giunga al più presto come metodo condiviso".

Così il sindaco di Matera, Raffaello de Ruggieri, risponde alla nota e nella quale viene richiamato anche il tema del bene comune, in un momento così particolare della vita politica della città.
"Amministrare la polis, come Lei scrive, è un dovere, una responsabilità cui noi assolviamo interpretando le mille voci della città, della comunità che rivolge anche alle istituzioni il suo appello accorato.
Siamo tutti consapevoli della difficoltà politica che vive questa città, non disgiunta da una fase storica del Paese che richiama soprattutto le istituzioni al rispetto dell'individuo, alla garanzia di vivibilità, di creazione delle migliori condizioni di vita per la comunità. Non sempre è possibile e spesso l'uomo, prima che sindaco, affronta il dolore dei concittadini, tocca con mano la loro impossibilità di trovare una occupazione, di garantire una vita migliore ai propri figli.
Nessuno può esimersi da questo impegno – prosegue il sindaco - ognuno di noi è chiamato a fare la propria parte e, come confermano le Sue parole, non bisogna correre il rischio che i nostri concittadini perdano la speranza.
Per quel che mi riguarda, continuo a lavorare perché gli ostacoli si trasformino in ponti e perché si possa ritrovare una comunione di intenti utile a limare i contrasti e riproporre il tema obbligato di un recuperato senso del bene comune.
La quotidianità – conclude il sindaco de Ruggieri - ci chiama ad un compito forte, inequivocabile: tornare a dare dignità alla nostra città e lavorare affinché questa diventi la nostra parola d'ordine, in un contesto complessivo di collaborazione, impegno comune e responsabilità. Ecco perché le Sue parole devono essere itinerario spirituale e civico lungo il quale sviluppare la nostra attività".