Il progetto unMonastery giunge alle battute finali
Consegnati alla città tutti gli innovativi progetti
mercoledì 23 luglio 2014
16.12
Giunge a conclusione il progetto pilota del Comitato Matera 2019, unMonastery. Si è trattato di un progetto sperimentale di innovazione sociale, in cui 14 persone provenienti da tutta Europa, grazie alla rete di dimensione europea Edgeryders, hanno soggiornato per sei mesi, da febbraio a luglio, nei locali del Complesso del Casale, alle spalle della sede del Comitato Matera 2019, nel Sasso Barisano, sviluppando idee e progetti che potranno contribuire alla crescita e al miglioramento della comunità locale.
Nella mattina di ieri si è tenuta una conferenza stampa per poter tracciare un bilancio dell'esperienza. Presenti all'incontro la coordinatrice di unMonastery Rita Orlando, l'addetta alle relazioni internazionali e programmazione del Comitato Matera 2019 Rossella Tarantino, Alberto Cottica della rete Edgeryders e i "non monaci" Maria Juliana Byck, Ben Vickers e Marc Schneider.
È toccato a Rita Orlando presentare alcuni progetti che sono stati avviati in questi sei mesi di sperimentazione: "Mapping the commons", mappatura dei beni comuni, a cura di Maria Byck, Lucia Caistor e Katalin Hausel, che hanno creato nell'ambito del progetto anche un percorso alternativo turistico nel quartiere Piccianello, unGuide e le passeggiate etnografiche; "unMonastery in box", un concentrato di regole per l'uso degli spazi e documentazione che rimanga patrimonio della città; "Untransit" a cura di Marco Stenico e Elf Pavlik, in cui si sono mappati i percorsi delle linee bus urbane.
Alberto Cottica, incalzato dalla stampa, ha affermato: "I progetti andranno avanti se saranno i cittadini a portarli avanti. UnMonastery chiude in questo mese, ma un non monaco Marc Schneider rimarrà per tutto il mese di agosto, altri torneranno e comunque ci sono anche non monaci materani, attraverso cui far continuare e realizzare i progetti".
Rossella Tarantino, infine, ha dichiarato: "UnMonastery finisce qui perché è un prototipo e come tutti i prototipi deve fermarsi per riflettere su ciò che si è fatto, ma essendo Edgeryders una rete di persone che vivono in tutta Europa, alcuni progetti potranno essere portati avanti da ogni singola persona. L'iniziativa è stata importante perché abbiamo potuto recuperare degli spazi in preda all'abbandono con pochi soldi, facendo lavorare falegnami e fabbri del posto. Tra l'altro unMonastery è presente in un trafiletto di 10 righe nel primo dossier per Matera 2019".
Ieri pomeriggio si è tenuto, invece, un incontro pubblico sempre nel Complesso del Casale per presentare e consegnare alla cittadinanza ed all'amministrazione comunale i progetti avviati dai non monaci. Erano presenti la coordinatrice del progetto Rita Orlando e tutti i ragazzi ospiti della residenza. Si è trattata di una festa, non di un congedo, per ricostruire tutto il percorso dei sei mesi trascorsi nel Complesso del Casale, fatto di errori, ma anche di importanti risultati raggiunti. All'unanimità gli unmonasteries si sono detti stregati dalla città dei Sassi, che ritengono "madre" di tutti gli unmonasteries del mondo. È in cantiere, tra l'altro, la realizzazione di una futura "scuola materana di unmonastery", che inculchi una sorta di formazione per chi vuole vivere in un non monastero. In ogni angolo del Complesso vi era un responsabile che ha letteralmente guidato il cittadino nel suo mondo e nel suo specifico progetto. A conclusione dell'incontro tanta musica, abbracci e sorrisi per una festa che, di certo, non si conclude qui.
Nella mattina di ieri si è tenuta una conferenza stampa per poter tracciare un bilancio dell'esperienza. Presenti all'incontro la coordinatrice di unMonastery Rita Orlando, l'addetta alle relazioni internazionali e programmazione del Comitato Matera 2019 Rossella Tarantino, Alberto Cottica della rete Edgeryders e i "non monaci" Maria Juliana Byck, Ben Vickers e Marc Schneider.
È toccato a Rita Orlando presentare alcuni progetti che sono stati avviati in questi sei mesi di sperimentazione: "Mapping the commons", mappatura dei beni comuni, a cura di Maria Byck, Lucia Caistor e Katalin Hausel, che hanno creato nell'ambito del progetto anche un percorso alternativo turistico nel quartiere Piccianello, unGuide e le passeggiate etnografiche; "unMonastery in box", un concentrato di regole per l'uso degli spazi e documentazione che rimanga patrimonio della città; "Untransit" a cura di Marco Stenico e Elf Pavlik, in cui si sono mappati i percorsi delle linee bus urbane.
Alberto Cottica, incalzato dalla stampa, ha affermato: "I progetti andranno avanti se saranno i cittadini a portarli avanti. UnMonastery chiude in questo mese, ma un non monaco Marc Schneider rimarrà per tutto il mese di agosto, altri torneranno e comunque ci sono anche non monaci materani, attraverso cui far continuare e realizzare i progetti".
Rossella Tarantino, infine, ha dichiarato: "UnMonastery finisce qui perché è un prototipo e come tutti i prototipi deve fermarsi per riflettere su ciò che si è fatto, ma essendo Edgeryders una rete di persone che vivono in tutta Europa, alcuni progetti potranno essere portati avanti da ogni singola persona. L'iniziativa è stata importante perché abbiamo potuto recuperare degli spazi in preda all'abbandono con pochi soldi, facendo lavorare falegnami e fabbri del posto. Tra l'altro unMonastery è presente in un trafiletto di 10 righe nel primo dossier per Matera 2019".
Ieri pomeriggio si è tenuto, invece, un incontro pubblico sempre nel Complesso del Casale per presentare e consegnare alla cittadinanza ed all'amministrazione comunale i progetti avviati dai non monaci. Erano presenti la coordinatrice del progetto Rita Orlando e tutti i ragazzi ospiti della residenza. Si è trattata di una festa, non di un congedo, per ricostruire tutto il percorso dei sei mesi trascorsi nel Complesso del Casale, fatto di errori, ma anche di importanti risultati raggiunti. All'unanimità gli unmonasteries si sono detti stregati dalla città dei Sassi, che ritengono "madre" di tutti gli unmonasteries del mondo. È in cantiere, tra l'altro, la realizzazione di una futura "scuola materana di unmonastery", che inculchi una sorta di formazione per chi vuole vivere in un non monastero. In ogni angolo del Complesso vi era un responsabile che ha letteralmente guidato il cittadino nel suo mondo e nel suo specifico progetto. A conclusione dell'incontro tanta musica, abbracci e sorrisi per una festa che, di certo, non si conclude qui.