Il Miulli di Acquaviva sospende le visite ai lucani, la Regione Basilicata corre ai ripari
Già esauriti i tetti di spesa. Serve ora un accordo di confine
sabato 22 giugno 2024
08.30
A partire dall'1 luglio nell'ospedale ecclesiastico Miulli di Acquaviva delle Fonti saranno sospese le prestazioni sanitarie ai residenti in Basilicata, fino al 31 dicembre. Il provvedimento riguarda ricoveri programmati, day Surgery, day hospital, day service e attività ambulatoriale. L'interruzione comprende anche le prenotazioni di prestazioni e gli esami strumentali diagnostici. Sarà possibile effettuare solo visite di controllo per proseguire il percorso terapeutico.
Prevista la possibilità di "prime visite" a pagamento, a carico gli utenti, per un costo di 60 euro, riferibili all'ammontare della prestazione e al ticket.
La decisione della struttura ospedaliera pugliese riguarda soprattutto l'area di confine, Matera e la provincia, da cui si registra mobilità sanitaria dalla Basilicata. Mancano, però, degli ''accordi di confine'' e rapidamente si raggiungono i tetti previsti sulla mobilità. Anche negli scorsi anni il Miulli ha sospeso le prestazioni ma sul finire dell'anno. Per questo la Regione Basilicata ha subito deciso di correre ai ripari e ha annunciato un tavolo tecnico tra la direzione generale per la salute e le politiche della persona e la direzione sanitaria dell'ospedale di Acquaviva delle Fonti. Con l'obiettivo di ''addivenire ad una soluzione che consenta ai lucani di ricevere le giuste cure sanitarie anche fuori regione".
Il tavolo si occuperà di definire ''i termini dell'accordo di confine - ha reso noto la Regione - che dovrà regolare la questione dei rimborsi per le prestazioni sanitarie dei pazienti lucani che ricorrono alla struttura ospedaliera pugliese. L'impegno economico della Regione Basilicata dovrà trovare riscontro nell'uso corretto dei ricoveri per garantire al sistema sanitario lucano di intercettare le richieste dell'utenza e le successive azioni da intraprendere per potenziarne la rete''.
Prevista la possibilità di "prime visite" a pagamento, a carico gli utenti, per un costo di 60 euro, riferibili all'ammontare della prestazione e al ticket.
La decisione della struttura ospedaliera pugliese riguarda soprattutto l'area di confine, Matera e la provincia, da cui si registra mobilità sanitaria dalla Basilicata. Mancano, però, degli ''accordi di confine'' e rapidamente si raggiungono i tetti previsti sulla mobilità. Anche negli scorsi anni il Miulli ha sospeso le prestazioni ma sul finire dell'anno. Per questo la Regione Basilicata ha subito deciso di correre ai ripari e ha annunciato un tavolo tecnico tra la direzione generale per la salute e le politiche della persona e la direzione sanitaria dell'ospedale di Acquaviva delle Fonti. Con l'obiettivo di ''addivenire ad una soluzione che consenta ai lucani di ricevere le giuste cure sanitarie anche fuori regione".
Il tavolo si occuperà di definire ''i termini dell'accordo di confine - ha reso noto la Regione - che dovrà regolare la questione dei rimborsi per le prestazioni sanitarie dei pazienti lucani che ricorrono alla struttura ospedaliera pugliese. L'impegno economico della Regione Basilicata dovrà trovare riscontro nell'uso corretto dei ricoveri per garantire al sistema sanitario lucano di intercettare le richieste dell'utenza e le successive azioni da intraprendere per potenziarne la rete''.