Il bonus benzina infiamma la protesta dei cittadini sui social
Accettare o non accettare? Il dibattito è aperto
sabato 24 gennaio 2015
Bonus benzina, croce e delizia dei lucani. La notizia dell'arrivo delle ricariche sulla card idrocarburi infiamma il web e spacca il popolo di Facebook in due categorie: favorevoli e contrari.
La polemica corre sul filo dei social alimentata da opinion leaders che cavalcano l'onda e diffondono video ironici, ma neanche tanto, sull'argomento. La domanda esistenziale è: accettare o non accettare il bonus? Questo è il problema!
Il sentimento diffuso tra i materani è che una somma così irrisoria non può compensare l'ingente danno ambientale e sanitario apportato al territorio dalle estrazioni petrolifere. Sono tantissimi i cittadini che non ci stanno a farsi prendere in giro sottolineando che il costo della benzina in Basilicata è molto più elevato che in regioni limitrofe come la Puglia e la Calabria. Così Facebook diventa il mezzo per comunicare orgogliosamente al mondo la propria rinuncia all'"inutile contentino", affermando "la mia vita vale di più!". Un contentino che, nonostante tutto, per molte famiglie rappresenta "una boccata d'ossigeno" in un momento di crisi economica, come fanno notare diverse mamme sentendosi in dovere di giustificare la propria scelta di accettare il bonus sostenendo che "tanto le estrazioni continueranno a farle in ogni caso, con o senza bonus, tanto vale prendere quel poco che ci danno!".
Una logica che non piace ai cittadini più attivi e partecipi alla dinamiche politiche poiché "non possono comprare il silenzio e la rassegnazione dei lucani con un misero piatto di lenticchie pre-elezioni", "ognuno di noi dovrebbe fare un esame di coscienza e anteporre il bene collettivo ai propri interessi anziché abboccare ad illusorie promesse politiche".
A sollevare polemiche sono soprattutto le discriminazioni sociali dovute alla suddivisione del beneficio in base al reddito e l'assegnazione dello stesso ai soli lucani muniti di patente: "Non respiriamo tutti la stessa aria inquinata, patentati e non? O, per caso, l'operaio e il dirigente non pagano le medesime conseguenze derivanti dalle trivellazioni?". Non si ravvede il motivo, insomma, per cui il "risarcimento danni" non sia per tutti i lucani o magari non venga impiegato in altro modo, "per la sanità, magari" o "per le infrastrutture". E intanto, "mentre noi discutiamo e ci infervoriamo su Facebook per una misera ricompensa appellandoci ai grandi ideali di coerenza e rivendicazione, ai piani alti continuano indisturbati a svendere la Basilicata e guadagnare cifre ben più consistenti sulla nostra salute", questa l'amara conclusione.
Dunque, cosa fare? Usufruire o no del bonus? Il dibattito resta aperto. Ai posteri l'ardua sentenza.
La polemica corre sul filo dei social alimentata da opinion leaders che cavalcano l'onda e diffondono video ironici, ma neanche tanto, sull'argomento. La domanda esistenziale è: accettare o non accettare il bonus? Questo è il problema!
Il sentimento diffuso tra i materani è che una somma così irrisoria non può compensare l'ingente danno ambientale e sanitario apportato al territorio dalle estrazioni petrolifere. Sono tantissimi i cittadini che non ci stanno a farsi prendere in giro sottolineando che il costo della benzina in Basilicata è molto più elevato che in regioni limitrofe come la Puglia e la Calabria. Così Facebook diventa il mezzo per comunicare orgogliosamente al mondo la propria rinuncia all'"inutile contentino", affermando "la mia vita vale di più!". Un contentino che, nonostante tutto, per molte famiglie rappresenta "una boccata d'ossigeno" in un momento di crisi economica, come fanno notare diverse mamme sentendosi in dovere di giustificare la propria scelta di accettare il bonus sostenendo che "tanto le estrazioni continueranno a farle in ogni caso, con o senza bonus, tanto vale prendere quel poco che ci danno!".
Una logica che non piace ai cittadini più attivi e partecipi alla dinamiche politiche poiché "non possono comprare il silenzio e la rassegnazione dei lucani con un misero piatto di lenticchie pre-elezioni", "ognuno di noi dovrebbe fare un esame di coscienza e anteporre il bene collettivo ai propri interessi anziché abboccare ad illusorie promesse politiche".
A sollevare polemiche sono soprattutto le discriminazioni sociali dovute alla suddivisione del beneficio in base al reddito e l'assegnazione dello stesso ai soli lucani muniti di patente: "Non respiriamo tutti la stessa aria inquinata, patentati e non? O, per caso, l'operaio e il dirigente non pagano le medesime conseguenze derivanti dalle trivellazioni?". Non si ravvede il motivo, insomma, per cui il "risarcimento danni" non sia per tutti i lucani o magari non venga impiegato in altro modo, "per la sanità, magari" o "per le infrastrutture". E intanto, "mentre noi discutiamo e ci infervoriamo su Facebook per una misera ricompensa appellandoci ai grandi ideali di coerenza e rivendicazione, ai piani alti continuano indisturbati a svendere la Basilicata e guadagnare cifre ben più consistenti sulla nostra salute", questa l'amara conclusione.
Dunque, cosa fare? Usufruire o no del bonus? Il dibattito resta aperto. Ai posteri l'ardua sentenza.