Il 90,2% di ginecologi lucani rifiutano l'aborto
Dato "inaccettabile" per il consigliere regionale Romaniello
sabato 22 ottobre 2016
Si classifica al terzo posto in graduatoria nazionale la regione Basilicata nell'ambito della percentuale di medici che si dichiarano obiettori di coscienza, rifiutandosi categoricamente ad eseguire aborti, dal momento che l'articolo 9 della legge 194/78 consente ai medici e al personale sanitario di opporsi alla volontaria interruzione della gravidanza, con apposita dichiarazione rilasciata al medico provinciale e al direttore sanitario dell'ospedale, entro un mese dal conseguimento dell'abilitazione alla professione o dall'assunzione di un ente.
Secondo la statistica elaborata dal Ministero della Salute, è del 90,2% – dopo il Molise (93,3%) e alla sola provincia trentina di Bolzano (92,9%) – il dato di ginecologi lucani che "non adempiono al loro dovere" secondo quanto sostiene il consigliere regionale Giannino Romaniello lasciando ai restanti un immane lavoro da svolgere, oltre alle innumerevoli discriminazioni che ne conseguono, che definisce la situazione addirittura a livelli "inaccettabili".
Secondo la statistica elaborata dal Ministero della Salute, è del 90,2% – dopo il Molise (93,3%) e alla sola provincia trentina di Bolzano (92,9%) – il dato di ginecologi lucani che "non adempiono al loro dovere" secondo quanto sostiene il consigliere regionale Giannino Romaniello lasciando ai restanti un immane lavoro da svolgere, oltre alle innumerevoli discriminazioni che ne conseguono, che definisce la situazione addirittura a livelli "inaccettabili".