Grano duro: prezzo cala dopo le importazioni
Coldiretti lancia l'allarme
venerdì 8 settembre 2023
10.15
L'ultima quotazione settimanale alla borsa merci di Foggia ha fatto registrare una sensibile diminuzione di valore del grano duro nazionale, nella misura di 60 euro alla tonnellata. Si tratta di un brusco calo di prezzo dovuto al recente arrivo al porto di Bari di 6 navi, attraccate per scaricare grano estero, a cui seguiranno altre 4 per un totale di 10 navi cariche di frumento duro proveniente da Turchia, Egitto, Malta, Romania e altri Paesi del mondo.
Al termine di un'annata agraria che a causa del conflitto armato tra Russia e Ucraina ha visto lievitare i costi di produzione degli agricoltori, costretti a sostenere rispetto al periodo pre-bellico aumenti di almeno 300 euro per la coltivazione di ogni singolo ettaro coltivato a frumento, le dinamiche di importazione commerciale del grano estero mettono in crisi il settore e impongono delle riflessioni. A lanciare l'allarme è la Coldiretti di Basilicata.
"In primo luogo - afferma il presidente della federazione provinciale di Matera, Pietro Bitonti - l'ingresso di merce estera, spesso proveniente da aree geografiche in cui non vengono previste regole di sicurezza alimentare e ambientale analoghe o quantomeno paragonabili a quelle in vigore in Italia, comporta un deficit qualitativo dell'offerta al consumo dei prodotti farinacei. Questa circostanza impone una seria riflessione sul potenziamento del sistema produttivo di filiera italiana del grano, considerando sia l'aspetto dell'autosufficienza produttiva nazionale sia quello della salvaguardia alimentare dei consumatori. In secondo luogo - continua Bitonti - una remunerazione degli agricoltori a valori 'sottocosto' è in palese contrasto con le vigenti norme di legge, in quanto la disciplina della lotta alle pratiche commerciali sleali, vieta la vendita di prodotti a prezzi inferiori rispetto ai costi di produzione. E nel contesto dell'ultima annata agraria, particolarmente onerosa per il comparto agricolo, le quotazioni al ribasso registrate la scorsa settimana potrebbero esporre al rischio di infrazione della suddetta norma. Da ultimo appare evidente la necessità di riattivare e dare rinnovato slancio alla Commissione sperimentale nazionale del grano duro, uno strumento che ha dimostrato di potere essere un valido riferimento per le borse merci locali grazie all'equo contemperamento degli interessi economici, spesso contrapposti, tra parte agricola e comparto della trasformazione industriale".
Per il direttore della provinciale della Coldiretti Matera, Vincenzo Ruggieri, "non è più tempo di speculazioni economiche, è piuttosto il momento di correggere nell'immediatezza le storture commerciali in corso e progressivamente valorizzare al meglio un sistema nazionale di produzioni di filiera".
Al termine di un'annata agraria che a causa del conflitto armato tra Russia e Ucraina ha visto lievitare i costi di produzione degli agricoltori, costretti a sostenere rispetto al periodo pre-bellico aumenti di almeno 300 euro per la coltivazione di ogni singolo ettaro coltivato a frumento, le dinamiche di importazione commerciale del grano estero mettono in crisi il settore e impongono delle riflessioni. A lanciare l'allarme è la Coldiretti di Basilicata.
"In primo luogo - afferma il presidente della federazione provinciale di Matera, Pietro Bitonti - l'ingresso di merce estera, spesso proveniente da aree geografiche in cui non vengono previste regole di sicurezza alimentare e ambientale analoghe o quantomeno paragonabili a quelle in vigore in Italia, comporta un deficit qualitativo dell'offerta al consumo dei prodotti farinacei. Questa circostanza impone una seria riflessione sul potenziamento del sistema produttivo di filiera italiana del grano, considerando sia l'aspetto dell'autosufficienza produttiva nazionale sia quello della salvaguardia alimentare dei consumatori. In secondo luogo - continua Bitonti - una remunerazione degli agricoltori a valori 'sottocosto' è in palese contrasto con le vigenti norme di legge, in quanto la disciplina della lotta alle pratiche commerciali sleali, vieta la vendita di prodotti a prezzi inferiori rispetto ai costi di produzione. E nel contesto dell'ultima annata agraria, particolarmente onerosa per il comparto agricolo, le quotazioni al ribasso registrate la scorsa settimana potrebbero esporre al rischio di infrazione della suddetta norma. Da ultimo appare evidente la necessità di riattivare e dare rinnovato slancio alla Commissione sperimentale nazionale del grano duro, uno strumento che ha dimostrato di potere essere un valido riferimento per le borse merci locali grazie all'equo contemperamento degli interessi economici, spesso contrapposti, tra parte agricola e comparto della trasformazione industriale".
Per il direttore della provinciale della Coldiretti Matera, Vincenzo Ruggieri, "non è più tempo di speculazioni economiche, è piuttosto il momento di correggere nell'immediatezza le storture commerciali in corso e progressivamente valorizzare al meglio un sistema nazionale di produzioni di filiera".