Grano duro, prezzi non remunerativi
Ancora in difficoltà il comparto cerealicolo
lunedì 15 luglio 2019
12.00
I prezzi del grano duro non sono remunerativi per i cerealicoltori della Basilicata. Lo segnala la Copagri nel fare il punto sulle aspettative dei produttori mentre è in corso la fase finale della stagione agraria.
''C'è ancora troppa distanza tra i prezzi del grano duro riconosciuti agli agricoltori e i costi di produzione che gli stessi devono sostenere e che rimangono più elevati - sostiene il presidente della Copagri lucana Nicola Minichino - per questo è necessario puntare con sempre maggiore decisione sulla strada della qualità, cercando al contempo di andare a sfruttare tutte le possibilità offerte dagli accordi di filiera, per conseguire risultati più soddisfacenti dal punto di vista del reddito, e dalle reti di imprese agricole e industriali, nell'interesse reciproco e nel meccanismo della competitività e della collaborazione. L'aggregazione, infatti, è fondamentale per conseguire migliori risultati in termini di reddito''.
Si registra una contrazione della produzione nazionale di grano per l'annata in corso, in linea con quella mondiale, con un calo delle superfici coltivate pari al 6,5% che porterà ad una superficie impiegata a grano duro di circa 1,2 milioni di ettari. Tale contrazione, unita alle avversità climatiche che hanno portato forti piogge, grandinate ed escursioni termiche notevoli, non fa altro che ''aggravare il forte deficit del nostro Paese, dove la produzione nazionale non riesce a soddisfare la domanda'', sostiene la Copagri che teme il rischio concreto che ''venga tagliato fuori dal mercato un numero sempre maggiore di produttori agricoli''.
Di qui l'attesa per la necessaria istituzione di una Cun (commissione unica nazionale) per riequilibrare i rapporti di forza nella filiera.
''C'è ancora troppa distanza tra i prezzi del grano duro riconosciuti agli agricoltori e i costi di produzione che gli stessi devono sostenere e che rimangono più elevati - sostiene il presidente della Copagri lucana Nicola Minichino - per questo è necessario puntare con sempre maggiore decisione sulla strada della qualità, cercando al contempo di andare a sfruttare tutte le possibilità offerte dagli accordi di filiera, per conseguire risultati più soddisfacenti dal punto di vista del reddito, e dalle reti di imprese agricole e industriali, nell'interesse reciproco e nel meccanismo della competitività e della collaborazione. L'aggregazione, infatti, è fondamentale per conseguire migliori risultati in termini di reddito''.
Si registra una contrazione della produzione nazionale di grano per l'annata in corso, in linea con quella mondiale, con un calo delle superfici coltivate pari al 6,5% che porterà ad una superficie impiegata a grano duro di circa 1,2 milioni di ettari. Tale contrazione, unita alle avversità climatiche che hanno portato forti piogge, grandinate ed escursioni termiche notevoli, non fa altro che ''aggravare il forte deficit del nostro Paese, dove la produzione nazionale non riesce a soddisfare la domanda'', sostiene la Copagri che teme il rischio concreto che ''venga tagliato fuori dal mercato un numero sempre maggiore di produttori agricoli''.
Di qui l'attesa per la necessaria istituzione di una Cun (commissione unica nazionale) per riequilibrare i rapporti di forza nella filiera.