Giornata di mobilitazione per gli agricoltori lucani
Oggi a Roma per chiedere maggiori tutele al settore agricolo
mercoledì 14 febbraio 2018
11.28
Nuova giornata di mobilitazione per gli agricoltori lucani e pugliesi che da questa mattina sono dinanzi al Ministero dell'agricoltura per chiedere maggiori tutele e risorse per un settore piegato dalla burocrazia e dalle importazioni.
Circa 400 agricoltori, provenienti da Basilicata, Puglia, Calabria e Marche, radunati sotto le sigle Altragricoltura e LiberiAgricoltori hanno dato vita ad una giornata di mobilitazione per chiedere un uso giusto e corretto delle risorse pubbliche in agricoltura e maggiori tutele contro i trust commerciali ed, in particolare, contro la speculazione sul grano Cappelli.
Nel pomeriggio, invece, i manifestanti offriranno, a quanti interverranno, il cibo preparato a base di Grano Cappelli sottratto alla gestione commerciale della SIS (la società aggiudicataria della gestione della commercializzazione dei semi nelle cui mani esiste il monopolio del grano) lanciando l'Appello del SICER (Sindacato Italiano Cerealicoltori) per il coordinamento unitario delle iniziative in difesa del Grano Cappelli e per la libertà dell'uso dei semi.
E sempre in queste ore le organizzazioni degli agricoltori stanno inviando un appello a tutti i candidati alle prossime elezioni del 4 marzo per chiedere un aiuto al settore agricolo e soprattutto politiche concrete per salvare le aziende del settore.
Nello specifico, l'appello mira ad avviare un confronto con gli esponenti dei partiti e ad assumere impegni per il settore primario anche dopo la campagna elettorale.
Il confronto che le associazioni vorrebbero avviare riguarderà quattro impegni in particolare:
- la riforma dell'uso dei soldi pubblici in agricoltura, degli strumenti e delle regole sui supporti economici e gli incentivi nella direzione di garantire equità, efficacia, trasparenza; centrali saranno la riforma di AGEA, la revisione delle strategie di ISMEA, la messa in campo di un piano di investimenti e di regole nuove per la messa in sicurezza del suolo e l'accesso alla terra;
- l'adozione di una forte iniziativa legislativa per la Riforma della Commercializzazione dei prodotti agroalimentari a partire da norme efficaci antitrust e antidumping
- la revisione delle scelte e delle strategie di Politica Agricola Europea per interrompere e capovolgere il processo di marginalizzazione dell'agricoltura mediterranea e, quindi, del nostro Paese;
- la Riforma delle norme e delle regole sulla rappresentanza in agricoltura per garantire la democrazia e la trasparenza sindacale; è questo punto, un passaggio fondamentale per assicurare agli agricoltori ed ai cittadini italiani una rappresentanza che sia in linea con i dettati costituzionali che sanciscono la libertà sindacale e che, dunque, deve fondarsi sui principi dell'autonomia interrompendo le pratiche, fin troppo estese, di compromissione fra gestione economica e consociazione che limitano e compromettono la funzione democratica del sindacato in agricoltura.
La speranza è che l'ennesima sollecitazione non cada nel dimenticatoio.
Circa 400 agricoltori, provenienti da Basilicata, Puglia, Calabria e Marche, radunati sotto le sigle Altragricoltura e LiberiAgricoltori hanno dato vita ad una giornata di mobilitazione per chiedere un uso giusto e corretto delle risorse pubbliche in agricoltura e maggiori tutele contro i trust commerciali ed, in particolare, contro la speculazione sul grano Cappelli.
Nel pomeriggio, invece, i manifestanti offriranno, a quanti interverranno, il cibo preparato a base di Grano Cappelli sottratto alla gestione commerciale della SIS (la società aggiudicataria della gestione della commercializzazione dei semi nelle cui mani esiste il monopolio del grano) lanciando l'Appello del SICER (Sindacato Italiano Cerealicoltori) per il coordinamento unitario delle iniziative in difesa del Grano Cappelli e per la libertà dell'uso dei semi.
E sempre in queste ore le organizzazioni degli agricoltori stanno inviando un appello a tutti i candidati alle prossime elezioni del 4 marzo per chiedere un aiuto al settore agricolo e soprattutto politiche concrete per salvare le aziende del settore.
Nello specifico, l'appello mira ad avviare un confronto con gli esponenti dei partiti e ad assumere impegni per il settore primario anche dopo la campagna elettorale.
Il confronto che le associazioni vorrebbero avviare riguarderà quattro impegni in particolare:
- la riforma dell'uso dei soldi pubblici in agricoltura, degli strumenti e delle regole sui supporti economici e gli incentivi nella direzione di garantire equità, efficacia, trasparenza; centrali saranno la riforma di AGEA, la revisione delle strategie di ISMEA, la messa in campo di un piano di investimenti e di regole nuove per la messa in sicurezza del suolo e l'accesso alla terra;
- l'adozione di una forte iniziativa legislativa per la Riforma della Commercializzazione dei prodotti agroalimentari a partire da norme efficaci antitrust e antidumping
- la revisione delle scelte e delle strategie di Politica Agricola Europea per interrompere e capovolgere il processo di marginalizzazione dell'agricoltura mediterranea e, quindi, del nostro Paese;
- la Riforma delle norme e delle regole sulla rappresentanza in agricoltura per garantire la democrazia e la trasparenza sindacale; è questo punto, un passaggio fondamentale per assicurare agli agricoltori ed ai cittadini italiani una rappresentanza che sia in linea con i dettati costituzionali che sanciscono la libertà sindacale e che, dunque, deve fondarsi sui principi dell'autonomia interrompendo le pratiche, fin troppo estese, di compromissione fra gestione economica e consociazione che limitano e compromettono la funzione democratica del sindacato in agricoltura.
La speranza è che l'ennesima sollecitazione non cada nel dimenticatoio.