Gambardella Cisl: la cultura deve produrre sviluppo economico
Gli ingenti investimenti in cultura non hanno prodotto una effettiva ricaduta economica
lunedì 23 luglio 2018
9.03
Un plauso al governo Conti per i 30 milioni per Matera 2019, ma c'è bisogno di dare continuità agli interventi per consentire alla Città dei Sassi di diventare una fucina permanente di creatività in grado di generare reddito e lavoro.
Questo è il pensiero del segretario generale della Cisl Basilicata, Enrico Gambardella, sullo stato di salute dell'economia del territorio lucano.
Citando uno studio della fondazione Symbola con Unioncamere, Gambardella sottolinea come dal report emerga l'incapacità della regione di "capitalizzare i propri giacimenti culturali e a tradurli in attività economiche in grado di creare reddito e occupazione".
In pratica, nonostante Matera Capitale della cultura Europea, il sistema produttivo culturale e creativo della Basilicata non decolla.
A parlare sono i numeri: "il sistema produttivo culturale e creativo della Basilicata produce solo il 3,5 per cento del valore aggiunto regionale, pari in termini assoluti a 381,4 milioni di euro, un livello ben al di sotto della media nazionale (6%) e inferiore anche alle performance di altre regioni del Mezzogiorno, con la sola eccezione della Calabria. Il quadro non muta se consideriamo l'incidenza degli occupati nel settore culturale (4,1%) che vede la nostra regione posizionarsi al penultimo posto della classifica nazionale"- evidenzia il segretario dell'organizzazione sindacale.
La domanda, allora, sorge spontanea: come mai a fronte di notevoli investimenti, non si è avuta una pari ricaduta sul piano reddituale ed occupazionale?
Enrico Gambardella cerca di dare alcune risposte.
Innanzitutto, "non ha certamente giovato la tendenza a polverizzare le risorse su una miriade di micro-progetti. E poi -critica il segretario Cisl- si è speso molto sugli eventi che generano consenso a breve e poco sulla formazione delle professionalità e sulla creazione di un'industria culturale in grado di autosostenersi e attrarre risorse private su concreti progetti di valorizzazione del patrimonio culturale regionale".
Le politiche di sviluppo degli ultimi anni erano carenti dal punto di vista progettuale- sintetizza Gambardella- e si sono scontrate con la bassa propensione a fare impresa da parte dei soggetti economici, anche del settore culturale.
Allora cosa si potrebbe fare?
Per Gambardella la soluzione è di concentrare le risorse della programmazione del periodo 2014-2020 su pochi e circoscritti obiettivi; non disperdendo, così, fondi con finanziamenti a pioggia e con decine di bandi inutili, che non riescono ad avere una visione di insieme e di sviluppo nel lungo periodo.
Questo è il pensiero del segretario generale della Cisl Basilicata, Enrico Gambardella, sullo stato di salute dell'economia del territorio lucano.
Citando uno studio della fondazione Symbola con Unioncamere, Gambardella sottolinea come dal report emerga l'incapacità della regione di "capitalizzare i propri giacimenti culturali e a tradurli in attività economiche in grado di creare reddito e occupazione".
In pratica, nonostante Matera Capitale della cultura Europea, il sistema produttivo culturale e creativo della Basilicata non decolla.
A parlare sono i numeri: "il sistema produttivo culturale e creativo della Basilicata produce solo il 3,5 per cento del valore aggiunto regionale, pari in termini assoluti a 381,4 milioni di euro, un livello ben al di sotto della media nazionale (6%) e inferiore anche alle performance di altre regioni del Mezzogiorno, con la sola eccezione della Calabria. Il quadro non muta se consideriamo l'incidenza degli occupati nel settore culturale (4,1%) che vede la nostra regione posizionarsi al penultimo posto della classifica nazionale"- evidenzia il segretario dell'organizzazione sindacale.
La domanda, allora, sorge spontanea: come mai a fronte di notevoli investimenti, non si è avuta una pari ricaduta sul piano reddituale ed occupazionale?
Enrico Gambardella cerca di dare alcune risposte.
Innanzitutto, "non ha certamente giovato la tendenza a polverizzare le risorse su una miriade di micro-progetti. E poi -critica il segretario Cisl- si è speso molto sugli eventi che generano consenso a breve e poco sulla formazione delle professionalità e sulla creazione di un'industria culturale in grado di autosostenersi e attrarre risorse private su concreti progetti di valorizzazione del patrimonio culturale regionale".
Le politiche di sviluppo degli ultimi anni erano carenti dal punto di vista progettuale- sintetizza Gambardella- e si sono scontrate con la bassa propensione a fare impresa da parte dei soggetti economici, anche del settore culturale.
Allora cosa si potrebbe fare?
Per Gambardella la soluzione è di concentrare le risorse della programmazione del periodo 2014-2020 su pochi e circoscritti obiettivi; non disperdendo, così, fondi con finanziamenti a pioggia e con decine di bandi inutili, che non riescono ad avere una visione di insieme e di sviluppo nel lungo periodo.