"Fuori dai ghetti", una marcia a Metaponto e Matera

Verrà consegnato un documento alla Prefettura

lunedì 26 agosto 2019 12.05
A Metaponto (Serramarina) questa mattina e a Matera nel pomeriggio. E' la duplice manifestazione organizzata dal Forum delle Terre di Dignità - di cui fanno parte associazioni, sindacati e movimenti del territorio - e denominata "Fuori dai ghetti" con cui si chiedono dignità e lavoro per i tantissimi lavoratori stagionali, soprattutto stranieri.

L'iniziativa nasce dopo il tragico incendio del "ghetto" della Felandina a Bernalda del 7 agosto in cui ha perso la vita una donna nigeriana, Eris Petty Stone. Alle 16 una delegazione di lavoratori stranieri e di rappresentanti dei movimenti agricoli si presenta in Prefettura a Matera per consegnare un documento.

Molti i lavoratori stranieri che hanno preso parte stamattina alla mobilitazione.

Il Forum lancia un appello ai sindaci, ai consiglieri regionali e parlamentari eletti in provincia di Matera ed al presidente della Provincia. "Siamo un gruppo di associazioni laiche e cattoliche, sindacati e movimenti attivi nel territorio, diversi per storia e obiettivi - si legge nel documento della mobilitazione - ma tutti da sempre impegnati a sostenere e difendere le ragioni degli uomini e delle donne del Metapontino e della nostra regione. Ci siamo ritrovati, conservando le nostre diversità, nell'impegno per provare a lenire in questi giorni le sofferenze dei ragazzi, degli uomini e delle donne che hanno vissuto fin qui accampati alla Felandina, arrivati per lavorare nei nostri campi raccogliendo la frutta e gli ortaggi.

"L'incendio della Felandina, in cui il 7 agosto 2019 è morta fra le fiamme Eris Petty Stone è l'ennesima, annunciata, vergogna italiana - si legge ancora nel documento - come lo sono tutti i ghetti in cui sono costretti i braccianti che si spostano per lavorare nei campi in tutta Europa".

Il Forum quindi aggiunge: "Noi abbiamo deciso di non voltare la testa nell'ipocrisia di chi fa finta di non vedere che da almeno quindici anni, centinaia di braccianti (migliaia se consideriamo gli spostamenti interregionali) arrivano ogni anno da fuori del nostro territorio per integrare l'offerta di manodopera locale insufficiente, senza trovare le condizioni adeguate per poter lavorare: servizi, abitazioni, trasporti. Così come non possiamo fare finta di non sapere che se i pomodori vengono pagati 9 centesimi o le albicocche 5 centesimi si produce inevitabilmente sfruttamento che colpisce gli agricoltori, i braccianti, i consumatori e tutto il territorio".

Con la mobilitazione di oggi si chiede alla Regione di rendere "disponibili per la Provincia i soldi messi a disposizione dell'UE per l'accoglienza (e fermi a Potenza) in modo da dare una prima risposta civile" e alla Prefettura di Matera di indicare la soluzione "per evacuare la barbarie della Felandina (anche ascoltando le persone che vi vivono riunite in comitato) prima di effettuare lo sgombero, nei tempi per cui i braccianti che vi vivono possano ottenere il salario che spetta loro per le attività in corso e che abbiano un'alternativa dignitosa anche temporanea per evitare che si riformino inevitabilmente accampamenti di fortuna e garantendo il diritto alla salute, all'informazione e alla cittadinanza". Quindi servono dei piani organizzati dagli enti locali per gestire le campagne di raccolta, garantendo i diritti dei lavoratori.