Francesco Ramundo (Giovani Imprenditori) sul turismo a Matera
Confusione e disagio regnano sovrane a Matera
giovedì 21 giugno 2018
"L'autoconvocazione di oltre 100 operatori turistici ieri nel Palazzo comunale è stato l'esempio eclatante del malessere di un intero settore in piena stagione estiva e alla vigilia del 2019". Questo è il commento del presidente dei Giovani Imprenditori di Confapi Matera, Francesco Ramundo, all'indomani della pacifica manifestazione di protesta degli operatori turistici.
"Come Associazioni di categoria abbiamo chiesto e ottenuto un incontro col sindaco De Ruggieri – dichiara Ramundo -, perché dal giorno delle dimissioni dell'assessore Poli Bortone il Comune di Matera, in barba al principio della continuità amministrativa, ha disatteso gli accordi presi con i rappresentanti degli imprenditori".
"Ci preoccupano, dunque, l'immobilismo dell'Amministrazione e la mancanza di un assessore al ramo che ormai si protrae da oltre 3 mesi. Ci chiediamo se non sia il caso che il sindaco faccia un passo indietro, perché il ritorno alle urne ci sembra ormai l'unica soluzione. È necessario infatti lanciare l'azione politica per superare lo stallo del settore turismo. Dopo l'ottimo lavoro iniziato dall'assessore Selvaggi e proseguito dalla Poli Bortone tutto si è fermato, fino a quando il colpo di mano sui proventi dell'imposta di soggiorno ha creato ancora più confusione".
"Mi riferisco – prosegue il presidente dei Giovani Imprenditori di Confapi Matera – alla delibera di giunta, assunta in assenza dell'assessore al Bilancio e forzando deliberatamente la legge e l'interpretazione di una precedente delibera consiliare, che preleva 339mila euro dagli introiti dell'imposta di soggiorno per destinarli alla manutenzione del verde pubblico. Adesso il sindaco ci convoca, ma avrebbe dovuto farlo prima e non dopo l'approvazione della delibera, secondo gli accordi presi e in linea con quanto fatto dai precedenti assessori".
"Gli operatori turistici sono preoccupati per una politica turistica che langue e che viene lasciata all'improvvisazione del momento e alla buona volontà degli addetti ai lavori. La marcia di oltre 30 associazioni cittadine dello scorso marzo e la pacifica contestazione di ieri sono la punta dell'iceberg di un malessere diffuso dell'intera cittadinanza, a cui finora non sono state date adeguate e convincenti risposte. Se un popolo tradizionalmente mite e mansueto come quello materano prima mormora, poi si agita, quindi sbotta e protesta, qualcuno deve chiedersi il perché".
"Le nostre apprensioni non si fermano al turismo – incalza Ramundo – ma riguardano anche la scarsezza di cantieri di lavori pubblici, nonostante i numerosi proclami auto-incensanti. Persa la possibilità di essere pronti per il 2019 con le infrastrutture della mobilità, con il teatro, con il campus universitario e con piazza della Visitazione, resta comunque il rammarico di un settore delle costruzioni che si indebolisce man mano che il tempo passa senza che si progetti, si appalti, si aprano i cantieri, con un contrasto stridente con la vicina Altamura dove le gru in attività non si contano".
"Non pretendiamo di essere paragonati a Marsiglia, Liverpool o Wroclaw, che hanno sapientemente approfittato della nomina a capitale europea della cultura per "svoltare", ma almeno vorremmo che fosse garantito al sistema imprenditoriale locale un ventaglio di opportunità di lavoro che i più bravi e preparati potranno cogliere, a prescindere da Matera 2019".
"Anzi, per certi versi l'investitura del 2019 non può neanche essere presa come pietra di paragone dell'inerzia in cui versa la città, forse mai come in questo periodo ferma, abulica, immobile nella sua indolenza e irresoluta nelle sue scelte".
"Oltre 30 associazioni hanno denunciato pubblicamente, prima con una marcia pacifica e poi con un evento pubblico, l'immobilismo dell'Amministrazione Comunale. E quale è stata la risposta? "Venite voi al nostro posto". Ci mancava solo che si portassero via il pallone, come fanno talvolta i bambini sui campetti di calcio. Solo che questa volta il campo di calcio è l'intera città e la partita si rischia di giocarla a porte chiuse".
"Come Associazioni di categoria abbiamo chiesto e ottenuto un incontro col sindaco De Ruggieri – dichiara Ramundo -, perché dal giorno delle dimissioni dell'assessore Poli Bortone il Comune di Matera, in barba al principio della continuità amministrativa, ha disatteso gli accordi presi con i rappresentanti degli imprenditori".
"Ci preoccupano, dunque, l'immobilismo dell'Amministrazione e la mancanza di un assessore al ramo che ormai si protrae da oltre 3 mesi. Ci chiediamo se non sia il caso che il sindaco faccia un passo indietro, perché il ritorno alle urne ci sembra ormai l'unica soluzione. È necessario infatti lanciare l'azione politica per superare lo stallo del settore turismo. Dopo l'ottimo lavoro iniziato dall'assessore Selvaggi e proseguito dalla Poli Bortone tutto si è fermato, fino a quando il colpo di mano sui proventi dell'imposta di soggiorno ha creato ancora più confusione".
"Mi riferisco – prosegue il presidente dei Giovani Imprenditori di Confapi Matera – alla delibera di giunta, assunta in assenza dell'assessore al Bilancio e forzando deliberatamente la legge e l'interpretazione di una precedente delibera consiliare, che preleva 339mila euro dagli introiti dell'imposta di soggiorno per destinarli alla manutenzione del verde pubblico. Adesso il sindaco ci convoca, ma avrebbe dovuto farlo prima e non dopo l'approvazione della delibera, secondo gli accordi presi e in linea con quanto fatto dai precedenti assessori".
"Gli operatori turistici sono preoccupati per una politica turistica che langue e che viene lasciata all'improvvisazione del momento e alla buona volontà degli addetti ai lavori. La marcia di oltre 30 associazioni cittadine dello scorso marzo e la pacifica contestazione di ieri sono la punta dell'iceberg di un malessere diffuso dell'intera cittadinanza, a cui finora non sono state date adeguate e convincenti risposte. Se un popolo tradizionalmente mite e mansueto come quello materano prima mormora, poi si agita, quindi sbotta e protesta, qualcuno deve chiedersi il perché".
"Le nostre apprensioni non si fermano al turismo – incalza Ramundo – ma riguardano anche la scarsezza di cantieri di lavori pubblici, nonostante i numerosi proclami auto-incensanti. Persa la possibilità di essere pronti per il 2019 con le infrastrutture della mobilità, con il teatro, con il campus universitario e con piazza della Visitazione, resta comunque il rammarico di un settore delle costruzioni che si indebolisce man mano che il tempo passa senza che si progetti, si appalti, si aprano i cantieri, con un contrasto stridente con la vicina Altamura dove le gru in attività non si contano".
"Non pretendiamo di essere paragonati a Marsiglia, Liverpool o Wroclaw, che hanno sapientemente approfittato della nomina a capitale europea della cultura per "svoltare", ma almeno vorremmo che fosse garantito al sistema imprenditoriale locale un ventaglio di opportunità di lavoro che i più bravi e preparati potranno cogliere, a prescindere da Matera 2019".
"Anzi, per certi versi l'investitura del 2019 non può neanche essere presa come pietra di paragone dell'inerzia in cui versa la città, forse mai come in questo periodo ferma, abulica, immobile nella sua indolenza e irresoluta nelle sue scelte".
"Oltre 30 associazioni hanno denunciato pubblicamente, prima con una marcia pacifica e poi con un evento pubblico, l'immobilismo dell'Amministrazione Comunale. E quale è stata la risposta? "Venite voi al nostro posto". Ci mancava solo che si portassero via il pallone, come fanno talvolta i bambini sui campetti di calcio. Solo che questa volta il campo di calcio è l'intera città e la partita si rischia di giocarla a porte chiuse".