Forum del Grano : al via i lavori
I cerealicoltori si danno appuntamento a Matera
venerdì 12 maggio 2017
Inizia questa mattina il seminario del Forum in Difesa del Grano con l'accreditamento dei partecipanti alla sessione di lavoro che metterà a confronto competenze, esperienze e professionalità di diverso profilo per discutere e confrontare la proposta di fare del Forum in Difesa del Grano una rete permanente, uno spazio di iniziativa ed un soggetto organizzato capace di incidere e modificare una deriva di crisi che colpisce i cerealicoltori e i cittadini consumatori e che annuncia di continuare a colpire nonostante sempre più duramente.
Mentre è già arrivata la rappresentante dell'organizzazione greca Paragogiki Amina (Kateryna Giannaky componente di Via Campesina e una delle coordinatrici del Foro Sociale Mediterraneo), alle diverse imprese agricole che saranno presenti provenendo non solo da Puglia e Basilicata ma anche da Campania, Lazio, Marche, Sicilia, Piemonte, Abruzzo e Molise, si stanno aggiungendo una serie di realtà della filiera di trasformazione e della produzione che hanno aderito all'invito a partecipare (mulini, pastai, forni) ed alcuni esponenti di organizzazioni di settore quali la Confindustria Basilicata e Confapi, l'UCI (Unione Coltivatori Italiani), l'AIAB (Associazione Italiana Agricoltura Biologica), la Confagricoltura, Altragricoltura, l'ANPA (Associazione Nazionale Produttori Agricoli).
Altamente qualificata la presenza del mondo della Ricerca con Alberto Ritieni ( Professore di chimica degli alimenti dell'Università Federico II di Napoli), Ruggiero Francavilla (Epatologo Pediatra, professore del Policlinico di Bari, Consulente Scientifico Associazione Italiana Celiachia), Pasquale De Vita (Dottore e ricercatore esperto in miglioramento genetico del grano duro del CREA, Centro di Ricerche per la Cerealicoltura di Foggia).
Presenti diverse realtà associative ed esperienze di pratiche sul territorio di conservazione, coltivazione e gestione dei semi (Puglia, Basilicata e Campania), esperti di tecnologia industriale della trasformazione come Vincenzo Tricarico (tecnologo del laboratorio del Mulino Mininni di Altamura) e associazioni dei Consumatori (fra queste l'Adiconsum Matera mentre segnaliamo la importante presenza di Gianni Cavinato da Milano, presidente dell'ACU Associazione Consumatori e Utenti, la più antica organizzazione italiana dei consumatori particolarmente attiva sulle questioni del cibo e dell'alimentazione).
Realtà diverse fra di loro ed a volte distanti che si uniscono a quanti sul territorio hanno saputo indicare e denunciare i problemi da tempo; è il caso di Michele Polignieri veterinario impegnato nella ASL di Bari e responsabile della Condotta delle Murge di Slow Food fra i più attenti osservatori dell'intreccio fra la crisi della produzione del grano, quella del territorio e la sicurezza dei consumatori.
Significativa, anche, la presenza di esperti in questioni di comunicazione per contribuire a definire la campagna di informazione nazionale sul grano che è uno degli obiettivi del Forum: Franco Poggianti (da Roma, direttore di Agricolae, già direttore di Agri3 testata informativa della RAI sull'agricoltura), Lucia Vastano (da Milano, scrittrice ed animatrice di SimbadRepublic il periodico delle comunità e dei territori in uscita nei prossimi mesi) e Katya Madio coordinatrice della comunicazione del Movimento Riscatto e di Altragricoltura, animeranno un laboratorio all'interno del seminario.
Cosi, pure, sono attese diverse presenze dal mondo istituzionale (sindaci, responsabili del GAL, di Enti di tutela e valorizzazione) invitati dalla Rete dei Municipi Rurali per discutere e definire la proposta di valorizzare il ruolo e la responsabilità dei sindaci e degli Enti delle aree cerealicole sintetizzate dal progetto di dare vita alla Rete dei Comuni e delle Terre del Grano presentata dal Presidente della Rete Salvatore Pace e dal sindaco di Gravina Alessio Valente, coordinatore del Tavolo dei Sindaci Rurali.
Nelle due plenarie, i 4 workshops di approfondimento (economia, scambi e filiere/produzione e territorio/sicurezza alimentare e diritti dei cittadini/regole e istituzioni) e nel laboratorio di approfondimento sulla comunicazione prenderà vita il documento centrale posto al lavoro del seminario: la scrittura di "Una Carta di Principi Etici in Difesa del Grano" (la Carta di Altamura e Matera), su cui stringere l'alleanza ed avviare la rete di iniziative, progetti, scambi, proposte e di mobilitazione.
La Carta di Altamura e Matera in difesa del grano, scriverà i principi fondamentali su cui fare l'alleanza fra soggetti diversi; dieci principi etici su come si seleziona il grano (i semi, la loro qualità, la loro condizione di bene comune socialmente condiviso), come si ricerca (ruolo, qualità e indipendenza della ricerca e della scienza applicata), come si lavora la terra (con quale responsabilità e quali garanzie), come si trasforma (ruolo, obiettivi e responsabilità dell'industria, dell'artigianato e della trasformazione agroalimentare), come si commercializza (trasparenza, prezzo giusto per garantire la redditività dei produttori e degli investimenti ma anche il diritto al cibo sano e sicuro a tutti i cittadini), come si amministrano e si gestiscono i processi (assicurando sicurezza e processi economici e sociali legati al territorio capaci di produrre e riprodurre valore), come si assolve alla funzione di garanzia e tutela dei diritti dei cittadini da parte della politica e delle istituzioni.
Proprio alla politica, del resto, arriverà forte un messaggio del forum: vanno garantiti i diritti di chi lavora e consuma tutelando le nostre risorse, la nostra storia e le nostre comunità.
Su questo la classe dirigente italiana ha gravissimi ritardi e responsabilità: fra le altre, quelle di aver avallato nel 2006 l'adozione di una misura europea che ha portato il tasso nel grano di una pericolosa micotossina (il Deossinivalenolo, in sigla DON) da 750 ppb a 1750 ppb; in un solo colpo si è messa a rischio la sicurezza dei consumatori, aperto il mercato all'importazione legale di grani fortemente inquinati, resa marginale la lavorazione di grano italiano sempre più prodotto sottocosto).
Molte altre sono le norme e le regole che in realtà hanno reso e rendono "legali" pratiche e prodotti che nulla hanno a che fare con la cultura millenaria della nostra cerealicoltura e della produzione del cibo e su cui il Forum si concentrerà per avanzare un pacchetto di propostesu cui impegnare la mobilitazione dei prossimi mesi (ripristino della soglia del DON, una etichettatura e tracciabilità trasparenti, estensione alle materie prime importate degli stessi rigidi criteri di sicurezza imposti in Italia, modalità ed estensione dei controlli, azioni per la valorizzazione delle nostre produzioni).
Quella nei confronti della politica e delle istituzioni è una azione sempre più urgente anche per le notizie che arrivano dal fronte istituzionale.
Il Forum ha in preparazione una mozione che adotterà nell'iniziativa finale di Altamura del sabato pomeriggio in cui si denuncia il rischio che l'applicazione del trattato CETA con il Canada dia il colpo mortale ai nostri cerealicoltori e ai nostri cittadini.
Il Canada, peraltro, è il più grande esportatore in Italia di grano pur avendo una produzione che si segnala per i grandi problemi nel tasso di DON e di residui chimici come il Glifosate.
Dopo aver fatto a quelle produzioni ed agli interessi speculativi che le gestiscono il grande regalo di norme come quelle di innalzare la soglia del DON negli anni scorsi, ora si annuncia il rischio di un nuovo regalo.
Il 2 maggio scorso nella sessione generale di informazione sul CETA (il controverso trattato di libero scambio fra Canada e UE), il commissario Europeo Hogan ha sostenuto che fra i vantaggi maggiori di questo accordo (contro cui è in corso una vasta mobilitazione europea cui il Forum si richiama) vi è il fatto che i dazi di esportazione del grano canadese verso l'Europa passeranno da 190 dollari alla tonnellata a 0 (zero) e celebra i fasti dell'abbattimento doganale come fattore di progresso.
"Già da ora ci rivolgiamo al Ministro dell'Agricoltura Italiano" dichiara Gianni Fabbris coordinatore del Forum e leader di Altragricoltura e del Movimento Riscatto "perché intervenga con forza e blocchi sul nascere questa scellerata operazione. Come si fa a parlare in Italia di difesa del Made in Italy e al tempo stesso consentire che le nostre regole politiche (perchè quelle europee e quelle dei trattati commerciali lo sono) portino l'ennesimo attacco legalizzato al diritto dei nostri agricoltori a produrre e dei cittadini alla sicurezza alimentare?".
Il Movimento Riscatto sta preparando la mozione per chiedere, conseguentemente, al Governo di intervenire e per investire il Forum delle iniziative urgenti e necessarie.
Mentre è già arrivata la rappresentante dell'organizzazione greca Paragogiki Amina (Kateryna Giannaky componente di Via Campesina e una delle coordinatrici del Foro Sociale Mediterraneo), alle diverse imprese agricole che saranno presenti provenendo non solo da Puglia e Basilicata ma anche da Campania, Lazio, Marche, Sicilia, Piemonte, Abruzzo e Molise, si stanno aggiungendo una serie di realtà della filiera di trasformazione e della produzione che hanno aderito all'invito a partecipare (mulini, pastai, forni) ed alcuni esponenti di organizzazioni di settore quali la Confindustria Basilicata e Confapi, l'UCI (Unione Coltivatori Italiani), l'AIAB (Associazione Italiana Agricoltura Biologica), la Confagricoltura, Altragricoltura, l'ANPA (Associazione Nazionale Produttori Agricoli).
Altamente qualificata la presenza del mondo della Ricerca con Alberto Ritieni ( Professore di chimica degli alimenti dell'Università Federico II di Napoli), Ruggiero Francavilla (Epatologo Pediatra, professore del Policlinico di Bari, Consulente Scientifico Associazione Italiana Celiachia), Pasquale De Vita (Dottore e ricercatore esperto in miglioramento genetico del grano duro del CREA, Centro di Ricerche per la Cerealicoltura di Foggia).
Presenti diverse realtà associative ed esperienze di pratiche sul territorio di conservazione, coltivazione e gestione dei semi (Puglia, Basilicata e Campania), esperti di tecnologia industriale della trasformazione come Vincenzo Tricarico (tecnologo del laboratorio del Mulino Mininni di Altamura) e associazioni dei Consumatori (fra queste l'Adiconsum Matera mentre segnaliamo la importante presenza di Gianni Cavinato da Milano, presidente dell'ACU Associazione Consumatori e Utenti, la più antica organizzazione italiana dei consumatori particolarmente attiva sulle questioni del cibo e dell'alimentazione).
Realtà diverse fra di loro ed a volte distanti che si uniscono a quanti sul territorio hanno saputo indicare e denunciare i problemi da tempo; è il caso di Michele Polignieri veterinario impegnato nella ASL di Bari e responsabile della Condotta delle Murge di Slow Food fra i più attenti osservatori dell'intreccio fra la crisi della produzione del grano, quella del territorio e la sicurezza dei consumatori.
Significativa, anche, la presenza di esperti in questioni di comunicazione per contribuire a definire la campagna di informazione nazionale sul grano che è uno degli obiettivi del Forum: Franco Poggianti (da Roma, direttore di Agricolae, già direttore di Agri3 testata informativa della RAI sull'agricoltura), Lucia Vastano (da Milano, scrittrice ed animatrice di SimbadRepublic il periodico delle comunità e dei territori in uscita nei prossimi mesi) e Katya Madio coordinatrice della comunicazione del Movimento Riscatto e di Altragricoltura, animeranno un laboratorio all'interno del seminario.
Cosi, pure, sono attese diverse presenze dal mondo istituzionale (sindaci, responsabili del GAL, di Enti di tutela e valorizzazione) invitati dalla Rete dei Municipi Rurali per discutere e definire la proposta di valorizzare il ruolo e la responsabilità dei sindaci e degli Enti delle aree cerealicole sintetizzate dal progetto di dare vita alla Rete dei Comuni e delle Terre del Grano presentata dal Presidente della Rete Salvatore Pace e dal sindaco di Gravina Alessio Valente, coordinatore del Tavolo dei Sindaci Rurali.
Nelle due plenarie, i 4 workshops di approfondimento (economia, scambi e filiere/produzione e territorio/sicurezza alimentare e diritti dei cittadini/regole e istituzioni) e nel laboratorio di approfondimento sulla comunicazione prenderà vita il documento centrale posto al lavoro del seminario: la scrittura di "Una Carta di Principi Etici in Difesa del Grano" (la Carta di Altamura e Matera), su cui stringere l'alleanza ed avviare la rete di iniziative, progetti, scambi, proposte e di mobilitazione.
La Carta di Altamura e Matera in difesa del grano, scriverà i principi fondamentali su cui fare l'alleanza fra soggetti diversi; dieci principi etici su come si seleziona il grano (i semi, la loro qualità, la loro condizione di bene comune socialmente condiviso), come si ricerca (ruolo, qualità e indipendenza della ricerca e della scienza applicata), come si lavora la terra (con quale responsabilità e quali garanzie), come si trasforma (ruolo, obiettivi e responsabilità dell'industria, dell'artigianato e della trasformazione agroalimentare), come si commercializza (trasparenza, prezzo giusto per garantire la redditività dei produttori e degli investimenti ma anche il diritto al cibo sano e sicuro a tutti i cittadini), come si amministrano e si gestiscono i processi (assicurando sicurezza e processi economici e sociali legati al territorio capaci di produrre e riprodurre valore), come si assolve alla funzione di garanzia e tutela dei diritti dei cittadini da parte della politica e delle istituzioni.
Proprio alla politica, del resto, arriverà forte un messaggio del forum: vanno garantiti i diritti di chi lavora e consuma tutelando le nostre risorse, la nostra storia e le nostre comunità.
Su questo la classe dirigente italiana ha gravissimi ritardi e responsabilità: fra le altre, quelle di aver avallato nel 2006 l'adozione di una misura europea che ha portato il tasso nel grano di una pericolosa micotossina (il Deossinivalenolo, in sigla DON) da 750 ppb a 1750 ppb; in un solo colpo si è messa a rischio la sicurezza dei consumatori, aperto il mercato all'importazione legale di grani fortemente inquinati, resa marginale la lavorazione di grano italiano sempre più prodotto sottocosto).
Molte altre sono le norme e le regole che in realtà hanno reso e rendono "legali" pratiche e prodotti che nulla hanno a che fare con la cultura millenaria della nostra cerealicoltura e della produzione del cibo e su cui il Forum si concentrerà per avanzare un pacchetto di propostesu cui impegnare la mobilitazione dei prossimi mesi (ripristino della soglia del DON, una etichettatura e tracciabilità trasparenti, estensione alle materie prime importate degli stessi rigidi criteri di sicurezza imposti in Italia, modalità ed estensione dei controlli, azioni per la valorizzazione delle nostre produzioni).
Quella nei confronti della politica e delle istituzioni è una azione sempre più urgente anche per le notizie che arrivano dal fronte istituzionale.
Il Forum ha in preparazione una mozione che adotterà nell'iniziativa finale di Altamura del sabato pomeriggio in cui si denuncia il rischio che l'applicazione del trattato CETA con il Canada dia il colpo mortale ai nostri cerealicoltori e ai nostri cittadini.
Il Canada, peraltro, è il più grande esportatore in Italia di grano pur avendo una produzione che si segnala per i grandi problemi nel tasso di DON e di residui chimici come il Glifosate.
Dopo aver fatto a quelle produzioni ed agli interessi speculativi che le gestiscono il grande regalo di norme come quelle di innalzare la soglia del DON negli anni scorsi, ora si annuncia il rischio di un nuovo regalo.
Il 2 maggio scorso nella sessione generale di informazione sul CETA (il controverso trattato di libero scambio fra Canada e UE), il commissario Europeo Hogan ha sostenuto che fra i vantaggi maggiori di questo accordo (contro cui è in corso una vasta mobilitazione europea cui il Forum si richiama) vi è il fatto che i dazi di esportazione del grano canadese verso l'Europa passeranno da 190 dollari alla tonnellata a 0 (zero) e celebra i fasti dell'abbattimento doganale come fattore di progresso.
"Già da ora ci rivolgiamo al Ministro dell'Agricoltura Italiano" dichiara Gianni Fabbris coordinatore del Forum e leader di Altragricoltura e del Movimento Riscatto "perché intervenga con forza e blocchi sul nascere questa scellerata operazione. Come si fa a parlare in Italia di difesa del Made in Italy e al tempo stesso consentire che le nostre regole politiche (perchè quelle europee e quelle dei trattati commerciali lo sono) portino l'ennesimo attacco legalizzato al diritto dei nostri agricoltori a produrre e dei cittadini alla sicurezza alimentare?".
Il Movimento Riscatto sta preparando la mozione per chiedere, conseguentemente, al Governo di intervenire e per investire il Forum delle iniziative urgenti e necessarie.