Ferragosto di fuoco al centro oli di Viggiano
Riprende l’attività, ma continuano le fiammate. La denuncia del Movimento 5 Stelle.
martedì 16 agosto 2016
I cittadini di Viggiano hanno trascorso un Ferragosto poco sereno in seguito all'ennesima fiammata prodotta dall'impianto industriale nel quale viene trattato in prima istanza il petrolio estratto in territorio lucano. Inquinamento ambientale e salute dei cittadini sono le problematiche che continuano a destare preoccupazione e turbolenze, anche dopo il recente dissequestro e la ripresa delle attività.
A denunciare l'inquietante episodio è il Movimento 5 Stelle, attraverso le segnalazioni dei due consiglieri regionali, Gianni Leggieri e Gianni Perrino: "Forse all'Eni credevano che tutto sarebbe passato inosservato in questi giorni spensierati di ferragosto. A poche ore dal dissequestro e dalla conseguente ripresa delle attività, il centro oli di Viggiano ha ripreso a lanciare lingue di fuoco nel cielo della Val D'Agri e ad appestarne l'aria".
I pentastellati denominano 'Lorsignori' i rappresentanti dell'Eni che "devono recuperare i soldini che hanno perso durante il fermo, costi quel che costi" e puntano il dito contro la stessa società incurante dello stato di salute dei cittadini: "Non ha perso tempo ENI a riprendere le attività estrattive e, con un intervento a gamba tesa nel weekend che introduce ferragosto, ha presentato il conto acre al sapor di idrocarburi. Quasi a voler imporre la propria legge: quella della della prepotenza". E rincarano la dose: "Poco contano quelle persone che hanno deciso di trascorrere le vacanze proprio in quella valle; nessun rispetto per gli abitanti che piano piano si stavano riabituando a respirare un'aria normale".
La richiesta del Movimento è pressante, "si convochi il prima possibile un consiglio straordinario" ma potrebbe essere chiarificatrice su quanto sta accadendo all'interno dell'impianto successivamente la ripresa delle attività. Arduo compito, in quanto sarà necessaria la firma di 8 consiglieri per chiedere la convocazione dell'assise regionale: "Pertanto – affermano i pentastellati - lanciamo loro un appello per raggiungere l'obiettivo. Confidiamo nel loro buonsenso e nella loro volontà di fornire risposte ai cittadini della Val D'Agri, soprattutto quelli che col petrolio non hanno mai fatto affari e ne subiscono solo le nefaste conseguenze".
"Lorsignori", concludono i due consiglieri, "devono capire che non possono continuare a fare i loro porci comodi calpestando i diritti della popolazione".
A denunciare l'inquietante episodio è il Movimento 5 Stelle, attraverso le segnalazioni dei due consiglieri regionali, Gianni Leggieri e Gianni Perrino: "Forse all'Eni credevano che tutto sarebbe passato inosservato in questi giorni spensierati di ferragosto. A poche ore dal dissequestro e dalla conseguente ripresa delle attività, il centro oli di Viggiano ha ripreso a lanciare lingue di fuoco nel cielo della Val D'Agri e ad appestarne l'aria".
I pentastellati denominano 'Lorsignori' i rappresentanti dell'Eni che "devono recuperare i soldini che hanno perso durante il fermo, costi quel che costi" e puntano il dito contro la stessa società incurante dello stato di salute dei cittadini: "Non ha perso tempo ENI a riprendere le attività estrattive e, con un intervento a gamba tesa nel weekend che introduce ferragosto, ha presentato il conto acre al sapor di idrocarburi. Quasi a voler imporre la propria legge: quella della della prepotenza". E rincarano la dose: "Poco contano quelle persone che hanno deciso di trascorrere le vacanze proprio in quella valle; nessun rispetto per gli abitanti che piano piano si stavano riabituando a respirare un'aria normale".
La richiesta del Movimento è pressante, "si convochi il prima possibile un consiglio straordinario" ma potrebbe essere chiarificatrice su quanto sta accadendo all'interno dell'impianto successivamente la ripresa delle attività. Arduo compito, in quanto sarà necessaria la firma di 8 consiglieri per chiedere la convocazione dell'assise regionale: "Pertanto – affermano i pentastellati - lanciamo loro un appello per raggiungere l'obiettivo. Confidiamo nel loro buonsenso e nella loro volontà di fornire risposte ai cittadini della Val D'Agri, soprattutto quelli che col petrolio non hanno mai fatto affari e ne subiscono solo le nefaste conseguenze".
"Lorsignori", concludono i due consiglieri, "devono capire che non possono continuare a fare i loro porci comodi calpestando i diritti della popolazione".