Emergenza cinghiali, la Cia Basilicata rilancia l’allarme
Una questione da affrontare e un problema da risolvere: ecco alcune proposte
giovedì 12 settembre 2019
12.30
Siamo arrivati alla "invasione". Oltre 120 mila cinghiali, un animale ogni 5 abitanti della Basilicata. Una situazione critica che accomuna il territorio lucano ad altre regioni, ma che va affrontata prima che diventi un emergenza igienico-sanitario, un pericolo per l'incolumità della popolazione, oltre che un grave problema economica.
L'allarme lo ha lanciato la Cia-Agricoltori Basilicata, sulla scorta dei dati pubblicati dall'Osservatorio regionale degli habitat naturali, popolazioni faunistiche e biodiversità del dipartimento regionale all'Ambiente.
La questione va affrontata subito, correndo ai ripari per evitare che la situazione diventi ancor più critica. Gli ungulati, infatti, rappresentano in grave rischio per la popolazione sia per la diffusione di malattie, sia per il pericolo incidenti che spesso provocano, ma anche per attacchi all'uomo.
Per non parlare della devastazione in campo agricolo, con l'economia di interi settori messa in ginocchio. Per questo dalla Cia Basilicata hanno messo a punto una serie di proposte articolate che possano favorire la soluzione del questione che riguarda anche altre specie animali selvatiche.
Punti che possono permettere di invertire il trend attuale, a cominciar dalla modifica della concetto di protezione che dovrà diventare invece gestione; per passare alla ricostituzione del Comitato tecnico faunistico venatorio; poi ancora c'è la necessita di una netta distinzione tra gestione della fauna selvatica da quelle dell'attività venatoria; ed è necessario rafforzare l'autotutela degli agricoltori sui propri terreni, oltre a dover aumentare il personale armato da impiegare per affrontare il problema; mettere a disposizione fondi per risarcire gli agricoltori in toto per i danni subiti ed infine, rendere tracciabile la filiera venatoria per la sicurezza e la salute pubblica.
Insomma, una serie di interventi che potrebbero aiutare ad affrontare il fenomeno, ridurre i rischi per la popolazione e trasformare il problema in un fattore positivo.
Sarebbe auspicabile- secondo la Cia Basilicata- che il fenomeno della dilagante presenza dei cinghiali da problema diventi risorsa, attraverso la creazione di una apposita filiera per la trattazione delle carni selvatiche e l'utilizzo degli animali per finalità produttive.
L'allarme lo ha lanciato la Cia-Agricoltori Basilicata, sulla scorta dei dati pubblicati dall'Osservatorio regionale degli habitat naturali, popolazioni faunistiche e biodiversità del dipartimento regionale all'Ambiente.
La questione va affrontata subito, correndo ai ripari per evitare che la situazione diventi ancor più critica. Gli ungulati, infatti, rappresentano in grave rischio per la popolazione sia per la diffusione di malattie, sia per il pericolo incidenti che spesso provocano, ma anche per attacchi all'uomo.
Per non parlare della devastazione in campo agricolo, con l'economia di interi settori messa in ginocchio. Per questo dalla Cia Basilicata hanno messo a punto una serie di proposte articolate che possano favorire la soluzione del questione che riguarda anche altre specie animali selvatiche.
Punti che possono permettere di invertire il trend attuale, a cominciar dalla modifica della concetto di protezione che dovrà diventare invece gestione; per passare alla ricostituzione del Comitato tecnico faunistico venatorio; poi ancora c'è la necessita di una netta distinzione tra gestione della fauna selvatica da quelle dell'attività venatoria; ed è necessario rafforzare l'autotutela degli agricoltori sui propri terreni, oltre a dover aumentare il personale armato da impiegare per affrontare il problema; mettere a disposizione fondi per risarcire gli agricoltori in toto per i danni subiti ed infine, rendere tracciabile la filiera venatoria per la sicurezza e la salute pubblica.
Insomma, una serie di interventi che potrebbero aiutare ad affrontare il fenomeno, ridurre i rischi per la popolazione e trasformare il problema in un fattore positivo.
Sarebbe auspicabile- secondo la Cia Basilicata- che il fenomeno della dilagante presenza dei cinghiali da problema diventi risorsa, attraverso la creazione di una apposita filiera per la trattazione delle carni selvatiche e l'utilizzo degli animali per finalità produttive.